Листригоны, i greci di Crimea raccontati da Куприн

Vi abbiamo già parlato dello scrittore Александр Куприн, attivo tra la fine del secolo diciannovesimo e la prima parte del secolo ventesimo. Куприн ha sempre amato il mare ed in particolare il Чёрное море  (Mar Nero), sui cui litorali di lingua russa ha soggiornato per lunghi periodi

Листригоны (Lestrigoni, i giganti che nella mitologia greca decimarono la flotta di Ulisse) è il nome di un suo цикл рассказов (ciclo di racconti) dedicato ai pescatori di Балаклава (Balaklava), un villaggio di origine greca che si trova al fondo di una stretta бухта (insenatura) non lontano da Севастополь (Sevastopol’). Куприн racconta le usanze di questa comunità di lupi di mare ed episodi tratti dalle loro vite, che lo scrittore conosce perché raccontatigli o perché vi ha partecipato. Dalle parole di Куприн traspira infatti un grande orgoglio per l’essere stato accolto dai pescatori greci non come un cittadino curioso in vacanza ma come un loro pari, che ha seguito i loro insegnamenti ed ha imparato a pescare con loro al punto da essere diventato un utile aiuto nelle loro uscite in mare aperto. Quanto questo sia vero non è dato sapersi, ma sicuramente Балаклава onora al meglio il ricordo dello scrittore: qui sotto potete vedere una foto della sua statua sul lungomare della località.

Листригоны dà anche il nome a una splendida raccolta di tutti i racconti di Куприн dedicati al mare, sia a quello russo che a quello mediterraneo del sud della Francia (dove visse in esilio dopo la rivoluzione e prima della sua riabilitazione). Куприн rappresenta con grande maestria l’atmosfera delle località marittime, sia in alta stagione che quando invece vengono abbandonate da tutti i villeggianti e i locali si preparano all’inverno. 

Consigliamo la lettura di questi racconti a tutti coloro abbiano già buona dimestichezza con la lettura di testi letterari in lingua russa e siano interessati ad esercitare la propria comprensione del russo scritto.

Buona lettura! 

La letteratura russa di inizio ‘900

I grandi classici della letteratura in lingua russa che godono di grande diffusione in occidente sono soprattutto i romanzi del XIX° secolo, con Гоголь (Gogol’), Достоевский (Dostojevskij) e Толстой (Tolstoy) a fare la parte del leone.

babel2bmalraux2bgorky2b1936

Un altro periodo molto fecondo per la letteratura in lingua russa è stato però l’inizio del ‘900: vi abbiamo proposto molte opere composte nel corso di questo periodo, che va dall’inizio del XX° secolo agli anni ’30, ed oggi vi riproponiamo i nostri articoli suddividendoli per autore.

Consigliamo la lettura di opere in lingua russa a chiunque sia intenzionato a raggiungere un ottimo livello di conoscenza del russo, e per chi volesse allontanarsi dai classici più noti in occidente “pescare” in questo periodo è decisamente gratificante.

Buona lettura!

In memoria della liberazione di Auschwitz

Oggi, nel день памяти жертв Холокоста (giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto), in ricordo della liberazione di Auschwitz e contro le falsificazioni di chi ancora oggi cerca di minimizzare un orrore che ebbe fine esattamente 75 anni fa, pubblichiamo una testimonianza diretta e contemporanea di cosa osservarono i soldati della Красная армия (Armata Rossa) quando liberarono il tristemente noto campo di concentramento.

Si tratta di un telegramma inviato a Москва (Mosca) al vice-Presidente Маленков (Malenkov) dal Generale Крайнюков (Krayniukov), direttamente dal fronte e precisamente da Auschwitz appena liberata due giorni prima. Fa parte di una serie di documenti, la grandissima maggioranza dei quali in lingua russa, che il Министерство обороны (Ministero della Difesa) russo ha pubblicato 5 anni fa in occasione del 70° anniversario della liberazione di Auschwitz.

p1-1

Qui sotto potete trovare una traduzione dello stesso documento dalla lingua russa all’italiano:

Liberata la regione dei campi di concentramento di Osvenzim. Orribile campo di sterminio. A Osvenzim ci sono 5 campi. In 4 erano tenute persone di tutti i paesi d’europa, il 5° era un carcere dove venivano rinchiuse persone per qualsiasi tipo di colpa nei confronti dell’amministrazione del campo.

Ogni campo è composto da un terreno enorme, circondato da diverse linee di filo spinato, su cui passa alta tensione elettrica. Dietro si trovano innumerevoli baracche di legno. Delle folle infinite di persone liberate dall’Armata Rossa sono uscite da questo campo di sterminio. Tra di loro ci sono ungheresi,  italiani, francesi, cecoslovacchi, greci, iugoslavi, romeni, danesi, belgi. Tutti hanno un aspetto estremamente martoriato, i vecchi grigi, i giovani, le madri con i neonati e gli adolescenti, quasi tutti sono seminudi.

Ci sono molti nostri cittadini sovietici, da Leningrado, dalle regioni di Kalinin, di Vitebsk, di Tula, di Mosca, da tutte le regioni dell’Ucraina Sovietica. Molti sono mutilati, hanno segni di torture, segni di bestialità nazifascista.

Dalle prime testimonianze dei prigionieri ad Osvenzim sono state torturate, bruciate, fucilate centinaia di migliaia di persone.

Chiedo venga ordinato l’invio dei rappresentanti della Commissione Speciale Governativa per le indagini sulla bestialità fascista.

 

Questo l’indirizzo della pagina del sito del Министерство обороны a cui si trova la documentazione menzionata sopra: http://function.mil.ru/news_page/country/more.htm?id=12006359%40egNews

Leggete e non dimenticate!

Le vignette nostalgiche di Анжела Джерих

268403

Анжела Джерих (Anzhela Dzherih) è una pittrice nata nel 1965 a Донецк (Donetsk), che in quella città martoriata dalla гражданская война (guerra civile) nel corso degli ultimi anni continua a vivere. Come la stragrande maggioranza degli abitanti di quella regione, Анжела Джерих è di lingua russa (come traspare dalle scritte che alcuni dei suoi quadri presentano).

Nei suoi quadri possiamo trovare uno stile che si potrebbe definire caricaturale o naif, ma che in verità ha un legame molto forte con la realtà, ed in particolare con il passato dato che richiama i ricordi di intere generazioni di cittadini russi ed ex-sovietici. Анжела Джерих insomma dipinge ricordi, ricordi condivisi: le scene dei suoi quadri spaziano dagli anni ’50 ai giorni nostri.

268395

Si tratta di una corrente artistica che nel corso degli ultimi anni sta raccogliendo un discreto successo, in particolare grazie alla pubblicazione di immagini sui social: картины (dipinti) rappresentanti immagini nostalgiche ed in qualche misura idealizzate o almeno edulcorate di un mondo (in parte) andato. Il tema sovietico per un живописец (pittore) di lingua russa che aderisce a questa corrente è ovviamente predominante, anche se per tema sovietico non si intende certo il richiamo all’arte ufficiale di un tempo, ma piuttosto la riproduzione di situazioni quotidiane e comuni come ad esempio il viaggio su di un autobus.

268409

Accompagnano questo articolo solo alcune delle sue opere, ma qui sotto potete trovare un link ad una sua interessante intervista in lingua russa (che potete utilizzare anche come esercizio per esercitare la vostra comprensione del russo scritto) in cui l’autrice ne descrive parecchie:

https://artchive.ru/publications/761~Interv’ju_s_Anzheloj_Dzherikh_Ja_ne_zhivopisets_skoree_rezhisser

Qui potete trovare moltissime altre delle sue opere:

https://artnow.ru/hudozhnik-Dzherih-Anzhela-zhivopis-kartiny-3-23038.html

268393

268405268389

268397

Il fascino di Гагра

gagri_1

Гагра (Gagra) è senz’altro il luogo più lontano dalle rotte turistiche occidentali di cui abbiamo mai parlato nel corso di questi anni. Non lontano in termini di chilometri, dato che si trova relativamente vicino a noi, sulle rive del Чёрное море (Mar Nero) come altri luoghi di cui vi abbiamo già parlato.

Гагра si trova però in Абхазия (Abkhazia), nel Кавказ (Caucaso), nell’attuale territorio di una repubblica separatista riconosciuta solo da una manciata di stati membri dell’ONU. Per quanto sia a neanche 50 chilometri da Сочи (Sochi), quindi, risulta ancora oggi piuttosto complesso concepire un soggiorno da queste parti.

gruziya_goroda_nebo_more_priroda_59121_2560x1080

Гагра sorge nel luogo di un insediamento prima greco e poi romano di oltre duemila anni or sono, e fu poi controllata da genovesi e turchi prima di passare all’Impero Russo nel 1810. Venne trasformata in un курорт (luogo di villeggiatura) tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, sotto la supervisione del principe Александр Ольденбургский (Aleksandr Ol’denburgskiy).

Nel corso degli anni successivi divenne una sorta di Monte Carlo russa, attirando sciami di nobili e borghesi nei suoi lussuosi hotel e ville, grazie alla sua vegetazione rigogliosa ed al suo clima subtropicale. In seguito alla Rivoluzione di Ottobre, i bolscevichi ne fecero una località di villeggiatura per tutti, e la cittadina svolse questa funzione nel corso di circa 70 anni (ad eccezione, comprensibilmente, del periodo in cui fu teatro di scontri durante la Seconda Guerra Mondiale).

otdyih-v-gagrah-2016-chastnyiy-sektor-sanatorii-i-pansionatyi

Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la regione dell’Абхазия fu scossa dalle rivendicazioni della popolazione locale, desiderosa di ottenere un’autonomia sempre maggiore dalla neonata Georgia. Le reciproche provocazioni delle parti in causa portarono ad un feroce conflitto, con l’esercito regolare georgiano da una parte e i separatisti locali supportati dalla Russia dall’altra. Nel corso del ’93 la stessa Гагра fu teatro di scontri che lasciarono la cittadina pesantemente danneggiata. Ad avere la meglio furono i separatisti, e la gran parte della popolazione georgiana della regione si trovo costretta a cercare rifugio altrove.

Al giorno d’oggi Гагра sta cercando, in qualche modo, di rialzarsi, attirando perlopiù turisti di lingua russa che conoscono il suo brillante passato. Purtroppo l’instabilità della regione e la poca affidabilità della situazione politica locale non aiutano gli investimenti, e per quanto Гагра non sia affatto abbandonata pullula di rovine di guerra che non si possono restaurare per mancanza di fondi.

Per saperne e vederne di più, consigliamo di consultare questo interessante sebbene datato articolo in lingua inglese:

War-Torn and Overgrown, Ghost Town Was Soviet Paradise

 

Sport e tempo libero nei dipinti di Тальберг

Борис Тальберг (Boris Tal’berg) è un pittore e grafico moscovita nato nel 1930 ed attivo a partire dalla metà circa degli anni ’50.

1462443695f9cf81090b0300e309c602dc435211c4

La sua opera più conosciuta è il mosaico monumentale che copre la facciata del Музей-панорама «Бородинская битва» (Museo-panorama della battaglia di Borodino), che si compone di due панно (murales)  di 75 metri quadrati ciascuno: «Народное ополчение и пожар Москвы» (Resistenza popolare e incendio di Mosca) e «Победа русской армии и изгнание Наполеона» (Vittoria dell’esercito russo e cacciata di Napoleone), ma Тальберг è anche l’autore di moltissimi quadri dai soggetti più svariati, accomunati dall’utilizzo di colori pieni ed accesi.

zhenskij-basketbol-2

Riportiamo qui alcune delle sue opere dedicate al mondo dello sport ed al tempo libero, eseguite tra gli anni ’60 e gli anni ’70. Тальберг dipinge i suoi soggetti nei modi più svariati: al realismo del ritratto famigliare di Моя семья (La mia famiglia) si possono contrapporre l’impressionismo di Дискотека (Discoteca) e di Женский баскетбол (Pallacanestro femminile), ma anche la rappresentazione umoristica di Пятна на солнце (Macchie solari).

talberg-diskoteka-mal

Molti dei dipinti di Тальберг sono disseminati in collezioni private in giro per il mondo, ma se volete ammirare un buon numero delle sue opere potete visitare il Белгородский государственный художественный музей (Museo statale di pittura di Belgorod), nella Russia sud-occidentale.

d0a2d0b0d0bbd18cd0b1d0b5d180d0b3-summer-1965-d0b3.-canvas-oil-180d185120-d181d0bc-692x1024

 

d0a2d0b0d0bbd18cd0b1d0b5d180d0b3-d091.d090.-my-family.-oil-canvas.-150d185150-d181d0bc.

 

 

Il colombo d’argento di Андрей Белый

320

Серебряный голубь (Il Colombo d’Argento) è il primo romanzo di uno scrittore di cui vi avevamo già parlato, Андрей Белый (Andrey Beliy). Fu inizialmente pubblicato ad episodi sul periodico Весы (La bilancia) nel corso del 1909, in un periodo tormentato della storia russa che è ben riflesso nell’atmosfera che fa da cornice all’intreccio di questo romanzo.

La narrazione di Серебряный голубь segue da una parte il protagonista Пётр Дарьяльский (Pyotr Daryal’skiy), un giovane scrittore moscovita che trascorre la sua estate в деревне (in campagna, letteralmente “al villaggio”) tra la decadenza della villa di Гуголево (Gugolevo) e il rustico villaggio di Целебеево (Tselebeevo), e dall’altra le vicende della секта «белых голубей» (setta dei “colombi bianchi”), che si dipanano tra Целебеево e la città di provincia di Лихов (Likhov).

37573855

Questi due filoni si incrociano e si intrecciano in un capolavoro del simbolismo russo, di cui consigliamo la lettura a coloro che già hanno un’ottima dimestichezza con la lingua russa scritta e molta pazienza, dato che Белый scrive in modo estremamente complesso passando dal registro aulico delle descrizioni e della narrazione a quello basso e volutamente storpiato delle conversazioni tra i personaggi più volgari.

Ad ogni modo, come avevamo già rimarcato per il suo secondo romanzo Петербург (Pietroburgo), vale assolutamente la pena di affrontare la lettura delle opere di Белый: l’impegno profuso viene ricompensato lautamente!

Buona lettura!

 

I “reportage” di Натта Конышева

Натта Конышева (Natta Konysheva) è una pittrice avanguardista russa nata a Москва (Mosca) nel 1935. Nel corso della sua vita, la Конышева ha lavorato come illustratore per alcune case editrici (anni ’60 e ’70), entrando poi a far parte di diverse associazioni artistiche (tra cui la МОССХ, Московский Союз Художников – Associazione degli Artisti di Mosca, e la Ирида, associazione di donne pittrici).

20180220_1_konysheva_1__

Nel corso degli anni ’70 e ’80 la Конышева si fece conoscere grazie a numerosissime mostre, inizialmente nella forma di квартирник (kvartirnik), ovverosia mostre casalinghe organizzate negli appartamenti di altri artisti o di appassionati d’arte, e poi anche in contesti più ufficiali, tanto in Russia quanto all’estero.

20180220_5_konysheva_1__

Lo stile pittorico della Конышева è difficile da descrivere, se non come un agglomerato delle più diverse tendenze artistiche del XX° secolo: primitivismo, post-impressionismo, espressionismo e surrealismo. Meglio rifarsi alla descrizione che la stessa pittrice dà del suo lavoro: репортажность с элементом чудес (reportage con un elemento di miracolo). Ve ne riportiamo alcuni esempi, ma vi consigliamo di dare un’occhiata anche ai seguenti indirizzi:

https://artchive.ru/artists/22229~Natta_Ivanovna_Konysheva/works

http://www.svoykrug.com/Artists/konysheva.html

https://nattakonisheva.livejournal.com/

20180220_8_konysheva_1__

Май Данциг: oltre il paesaggio industriale

Tra gli artisti sovietici e post-sovietici, Май Данциг (Mai Dantsig) ricopre senz’altro un posto particolare: nato a Минск (Minsk) nell’attuale Белоруссия (Bielorussia) nel 1930, Данциг ha sempre risieduto nella sua città natale, escludendo solo i periodi dell’evacuazione nel corso della seconda guerra mondiale e degli studi a Москва (Mosca).

d0be8c59a13225d83b14181cc591f39f

Pluripremiato sia ai tempi dell’Unione Sovietica che poi in Bielorussia, dove ha insegnato alla Белорусская государственная академия искусств (Accademia Statale delle Arti Bielorussa), Данциг è un esponente del realismo sovietico che ha dipinto tele dei generi più disparati.

00786547cde78ff20fd9bfc62ab71db5

Tra i suoi temi prediletti vi è certamente la sua Минск, di cui ha dipinto decine e decine di scorci più o meno pittoreschi, così come si presentava ai suoi occhi nel corso dei suoi lunghi anni di attività. Ma Данциг fu molto produttivo anche come pittore propagandista, anche se forse nel suo caso è più corretto dire “celebrativo” come testimonia il suo grandioso И помнит мир спасённый (E ricorda il mondo salvato).

Данциг iniziò questo dipinto nel 1985, in occasione del quarantennio della победа (vittoria) nella Seconda Guerra Mondiale, e ci si dedicò nel corso di ben 10 anni fino al 1995. Questo монументальное полотно (tela monumentale) a tinte fosche di 7 x 3,5 metri rappresenta la Madonna Sistina di Raffaello circondata da città in fiamme, donne che piangono, soldati feriti e stremati e prigionieri. Данциг in quest’opera inverte la tradizionale centralità del popolo nella pittura sovietica e lo rende sfondo, gravitante attorno alla Madonna Sistina (salvata dai bombardamenti di Dresda e restaurata a Москва).

25d02598_25d025bf25d025be25d025bc25d025bd25d025b825d12582_25d025bc25d025b825d12580_25d1258125d025bf25d025b025d1258125d1259125d025bd25d025bd25d1258b25d025b9

Potete trovare le immagini di molti altri dei lavori di Данциг a questo indirizzo:

http://artpoisk.info/artist/dancig_may_vol_fovich_1930/gallery/

 

 

Сочи: oltre le Olimpiadi

sochi

Nel corso degli ultimi anni sicuramente avrete già sentito parlare di Сочи (Sochi), città della Russia meridionale che si trova sulla costa del Чёрное море (Mar Nero) nella regione di Краснодар (Krasnodar). È stata infatti teatro degli Зимние Олимпийские игры 2014 (Giochi Olimpici Invernali del 2014), ed anche lo scorso anno vi si giocarono alcune partite del Чемпионат мира по футболу 2018 (Campionato del mondo di calcio 2018).

otdyhayuschie_17

L’importanza di Сочи, però, non si ferma alle Olimpiadi né al Campionato del Mondo: si tratta infatti della più grande località turistica russa, direttamente sul mare e al tempo stesso circondata da montagne. Si trova in una regione un tempo parte dell’Impero Ottomano, che passò alla Russia solo nel XIX° secolo. La città di Сочи, che prende il nome dal fiume che la attraversa, è così nota solo dal 1896, anche se l’insediamento originario risale al 1838 quando iniziò la costruzione di una fortezza, форт Александрия (Forte Alessandria).

Uspensky_house_Sochi

Dal punto di vista architettonico, una delle zone più interessanti di Сочи è senz’altro Курортный проспект (Kurortniy prospekt), lungo i cui 10 chilometri vennero costruiti, a partire dalla fine degli anni ’20 fino alla fine degli anni ’30, e poi ancora dopo la Seconda Guerra Mondiale, numerosi edifici disegnati dagli architetti più famosi dell’epoca in Unione Sovietica. Su Курортный проспект si trova inoltre Платановая аллея (Viale dei Platani), con le sue Поющие фонтаны (Fontane cantanti) ed i loro spettacoli di luci e musica.

hqdefault

Vale senz’altro la pena di trascorrere qualche settimana a Сочи, per passeggiare all’ombra di Платановая аллея e gustarsi il brusio diurno e notturno che anima la città. Se volete apprezzare il vostro soggiorno davvero, però, meglio essere in grado di capire e farsi capire senza problemi: venite a studiare russo da noi con i nostri corsi per turisti!

Buon viaggio!