L’icona di Минск: un viaggio nel tempo

1b

Nella Собор Сошествия Святого Духа (Cattedrale dello Spirito Santo) a Минск (Minsk), in Беларусь (Bielorussia), potete trovare una delle icone più venerate dell’ortodossia russa: la икона Божией Матери (icona della Madre di Dio).

Si tratta di una икона che viene attribuita addirittura a San Luca Evangelista, e che nel corso dei secoli ha viaggiato in lungo e in largo per quelli che oggi sono territori di lingua russa (o in cui la lingua russa è parlata).

38-cathedral-of-the-holy-spirit-in-minsk-16-1444052266

Da Bisanzio, dove aveva trascorso i primi secoli dalla sua creazione, venne infatti trasferita a Херсонес (Khersones) in Крым (Crimea) quando questa faceva parte dell’Impero Bizantino (dal quinto al tredicesimo secolo). Si tramanda che, da Херсонес, venne portata a Киев (Kiev) dal князь Владимир Святославович (cavaliere Vladimir Svyatoslavovich) nel 988, dopo che proprio in Крым aveva sposato la principessa bizantina Anna ed era stato battezzato.

A Киев venne conservata nella Десятинная церковь (chiesa delle Decime), la prima chiesa in pietra costruita nell’antica Rus’, fino a quando nel 1240 gli invasori tataro-mongoli la distrussero e saccheggiarono. Dell’икона Божией Матери si persero poi le tracce per più di duecento anni, nel corso dei quali fu probabilmente nascosta dagli abitanti della città.

Venne poi esposta nella Софийский собор (Cattedrale di Santa Sofia), da dove venne rubata in occasione di un altro saccheggio dei tatari di Крым nel 1482. Si dice che uno degli invasori la spogliò della sua custodia preziosa e la gettò nel fiume Днепр (Dnipr). Secondo la leggenda, nel 1500 riemerse dalle acque e venne recuperata dagli abitanti della città, che per sfuggire ai tatari cercarono rifugio a Минск portandola con sé.

Fin da allora è rimasta, pur passando più volte di castello in cattedrale, nella capitale bielorussa. Non vi resta che andarla a vedere, o ancora meglio seguirne le tracce passando dagli scavi di Херсонес alle cattedrali di Киев e poi Минск, per un viaggio in cui vi servirà una sola lingua: il russo. E se ancora non lo conoscete e volete impararlo, potete affidarvi a noi!

La Старт e la partita della morte

28056553_1604247916349142_7844495896770441365_n

La scorsa settimana, in occasione della partita di Europa League tra AEK Atene e Динамо Киев (Dinamo Kiev), nel corso della partita i tifosi dell’AEK hanno esposto diversi striscioni polemici rivolti alla tifoseria avversaria.

Tra di questi, come potete vedere nella foto qui riportata, ve ne era uno in lingua russa:

1942 – Старт  2018 – Д. Киев  Вы сами не уважаете свою исторю (1942 – Start  2018 – D. Kiev  Voi stessi non rispettate la vostra storia)

Il riferimento alla Старт ricorda una delle storie calcistiche più epiche (e romanzate) di sempre, anche nota come Матч смерти (Partita della morte). Nella Киев occupata dai nazisti, infatti, erano rimasti prigionieri diversi giocatori della Динамо (e di altre compagini) che avevano partecipato alla difesa della città nelle file dell’Armata Rossa. Finirono a lavorare in un хлебозавод (panificio), ed in occasione dell’organizzazione di un torneo calcistico formarono una squadra, la Старт, che nei mesi estivi del ’42 affrontò e sconfisse tutte le squadre che le venivano schierate contro dalle forze occupanti.

Il vero e proprio Матч смерти fu la rivincita del 9 agosto voluta dagli ufficiali della Flakelf, selezione di ufficiali dell’artiglieria anti-aerea tedesca, che era stata sconfitta 5-1 dalla Старт tre giorni prima. La Flakelf, per assicurarsi la vittoria, rinforzò la sua compagine facendo arrivare atleti migliori fin dalla Germania. All’inizio della partita i giocatori della Старт risposero all'”Heil Hitler” dei tedeschi con il grido sovietico “Физкульт-привет!” (letteralmente “Salutiamo gli sportivi!”), e anche questa seconda partita si chiuse con una loro fragorosa vittoria per 5-3.

Si tramanda che i giocatori della Старт vennero giustiziati subito dopo la partita. Non è così, ma non è neanche molto lontano dalla realtà: neanche dieci giorni dopo, i giocatori della Старт vennero prelevati dal хлебозавод ed inviati in un концлагер (campo di concentramento). Perché? Non è chiaro se per l’umiliazione inflitta agli ufficiali tedeschi sul campo da gioco, o perché avrebbero aggiunto vetro tritato all’impasto del pane per le truppe di occupazione. O semplicemente perché, in quanto динамовцы (giocatori della Dinamo), erano dipendenti dell’НКВД (Народный комиссариат внутренних дел – Commissariato del popolo per gli affari interni) e quindi della polizia segreta sovietica, ed erano considerati automaticamente delle spie al servizio del nemico e della resistenza.

Molti di loro vennero effettivamente uccisi dai tedeschi, e forse non sarebbe andata così se quel giorno non avessero giocato come sapevano.

 

 

Греков, il pittore dell’armata a cavallo

grekov1934

Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto le opere d’arte di alcuni pittori russi del secolo scorso, ed oggi continueremo in questo percorso.

Lo художник (pittore) di cui vi parleremo oggi è considerato il padre della pittura di guerra sovietica. Митрофан Греков (Mitrofan Grekov), nacque nel 1882 nel sud dell’Impero Russo, in un villaggio nell’attuale regione di Ростов (Rostov), ma iniziò a studiare pittura nell’attuale Ucraina a Одесса (Odessa).

Al fronte già durante la Prima Guerra Mondiale, nel corso della Гражданская война (Guerra Civile) combatte nelle file della 1-я Конная армия (Prima Armata a Cavallo), la Конармия di Исаак Бабель (Isaak Babel’). Alcuni tra i suoi quadri più celebri documentano e celebrano le imprese di questa leggendaria divisione al comando del maresciallo Семён Будённый (Semyon Budyonniy).

grekov_tachan

Immediatamente dopo la sua morte nel 1934 (passarono solo due giorni!) venne fondato lo Студия военных художников имени М. Б. Грекова (Studio di arte bellica Grekov), in cui a partire da allora hanno lavorato innumerevoli artisti bellici, realizzando non solo quadri ma anche плакаты (manifesti) e sculture monumentali quali ad esempio la celebre Родина-мать зовёт! (La Madre Patria chiama!).

Potete ammirare molte delle sue opere a questo indirizzo:

http://www.maslovka.org/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=191

E approfondire la storia dello Студия Греков (ma solo in lingua russa: ottimo per esercitare le vostre capacità di comprensione del testo!) qui:

http://www.grekovstudio.ru/about/