Холодец – carne fredda in gelatina

b8561a6e

Come da noi in questi giorni, anche in Russia d’estate fa caldo, ed anche la cucina russa ci offre diversi piatti freddi. Tra di loro c’è il холодец (kholodets), una gelatina di carne dalla preparazione semplice per quanto estremamente lunga, come potete vedere da questa breve ricetta:

http://guide.supereva.it/ucraina_e_paesi_baltici/interventi/2002/05/102460.shtml

Il холодец, sebbene sia un piatto freddo, è anche uno dei componenti immancabili del новогодний стол (tavolo di capodanno). È un piatto estremamente tradizionale, si potrebbe anzi dire storico dato che è sopravvissuto nel corso di almeno cinque secoli: viene infatti menzionato (anche se col nome di студень – studen’) addirittura dal cinquecentesco Домострой (Domostroy, letteralmente “ordine domestico”), un curioso libro che si attribuisce al протопоп Сильвестр (arciprete Silvestro). Il titolo completo del libro è sufficiente per capirne anche il contenuto: Книга, называемая «Домострой», содержащая в себе полезные сведения, поучения и наставления всякому христианину — мужу, и жене, и детям, и слугам, и служанкам (Libro, chiamato “Domostroy”, che contiene consigli, insegnamenti e istruzioni utili a qualsiasi contadino – marito, e moglie, e bambini, e servi, e serve).

Tornando al piatto, i russi amano mangiarlo accompagnandolo con хрен (rafano) e горчица (senape) per fare risaltare il contrasto tra il gusto delicato della carne bollita e della sua gelatina e il gusto forte dei due condimenti. Non c’è motivo per cui non dovreste provarci anche voi!

12 стульев – Остап Бендер e le 12 sedie

12 стульев (Le 12 Sedie) è un film del 1976 di Марк Захаров (Mark Zakharov), tratto dall’omonimo romanzo degli odessiti Ильф и Петров (Il’f i Petrov), pubblicato nel 1928.

Un umile impiegato dello ЗАГС (ZAGS, ufficio delle anagrafe dove nei paesi ex-sovietici si celebrano anche i matrimoni), Киса Воробьянинов (Kisa Vorobyaninov, interpretato da Анатолий ПапановAnatoliy Papanov), scopre che sua zia ha nascosto dei diamanti nell’imbottitura di una delle 12 sedie che aveva in casa e che ora sono sparse per la Russia.

Parte così all’avventura assieme al великий комбинатор (grande combinatore) Остап Бендер (Ostap Bender), interpretato magistralmente da Андрей Миронов (Andrey Mironov, che già avevamo visto in Бриллиантовая рука).

È proprio l’interpretazione di Миронов ad essere la chicca di questo film, parecchio lungo (come molti film sovietici, prodotti per la televisione in episodi) ma molto godibile nel suo genere di commedia avventurosa e scanzonata, degna rappresentazione dell’umorismo russo e odessita in particolare.

Consigliamo di vederlo poco a poco, ripetendo la visione di ciascuna parte in modo da affinare le proprie capacità di comprensione della lingua russa. Essendo una grande commedia ricca di dettagli, non vi annoierete certo!

Buona visione!

La Madre Patria chiama a Волгоград

4fae66fb7e726

Tra le tante sculture dell’epoca sovietica, Родина-мать зовёт! (La Madre Patria chiama!)  a Волгоград (Volgograd, un tempo Сталинград – Stalingrado) è senz’altro la più famosa.

Fu costruita dallo scultore Евгений Вучетич (Evgeniy Vuchetich) e dall’architetto Николай Никитин (Nikolay Nikitin) nell’ambito del complesso monumentale Героям Сталинградской битвы (Agli eroi della battaglia di Stalingrado). La sua costruzione durò ben 8 anni, dal 1959 al 1967, e da allora veglia sulla città dalla sommità del Мамаев курган (Mamaev kurgan, la collina che domina Волгоград).

143316685539333400

Fa parte di un trittico, che da Магнитогорск (Magnitogorsk) negli Urali porta a Волгоград e infine a Berlino. Nella prima delle due località russe, Магнитогорск, si trova Тыл — фронту (Dalle retrovie al fronte, del 1979), dove viene forgiata la Меч Победы (Spada della Vittoria). Qui a Волгоград la Меч Победы è sollevata per chiamare il popolo alla battaglia, mentre a Berlino il Воин-освободитель (Guerriero-liberatore, sempre di Вучетич, innalzato nel 1949) finalmente la abbassa calpestando una svastica distrutta.

Sebbene si tratti di monumenti altamente retorici, che possono non incontrare i gusti dei più, è proprio nella loro imponenza che sono importanti per capire quello che è per la Russia e per la cultura russa la Победа: un vero e proprio culto, occasione di celebrazioni solenni ogni 9 maggio e tradizione imperitura, ad eterna memoria delle nuove generazioni.

La seconda parte di Следствие ведут Колобки

Oggi vi proponiamo la seconda parte della grottesca indagine dei братья Колобки (fratelli Kolobki), cartone animato russo di culto della seconda metà degli anni ’80.

In questo episodio è lo straniero Карбофос (Karbofos, dal nome di un insetticida degli anni ’50), colpevole del furto e nemesi dei братья Колобки, a rubare la scena con il suo хитрый план (furbo piano). Ma nessuna paura: come sempre nella tradizione pedagogica dei мультики (cartoni) sovietici, la хитрость (furbizia) non paga. Anzi: a pagare è invece il malvagio di turno!

Ancora una volta vi consigliamo di vedere un’opera di Александр Татарский (Aleksandr Tatarskiy), autore nel corso degli anni di moltissimi мультики che hanno avuto successo con grandi e piccini e fondatore dello студия «Пилот» (studio “Pilot”), il primo studio cinematografico indipendente russo del periodo post-sovietico.

Come per il primo episodio, la visione di questo мультик è senz’altro un ottimo esercizio di comprensione del russo parlato, oltre che un bel modo di passare 10 minuti a cuor leggero. Buona visione e buon divertimento!

Тимофеев-Ресовский, la biografia di uno scienziato

timofeev20resovskiy

Николай Тимофеев-Ресовский (Nikolay Timofeev-Resovskiy) è uno dei maggiori scienziati e divulgatori del XX° secolo: biologo di caratura internazionale, è uno dei padri della genetica russa, famoso non tanto per le sue scoperte quanto per aver creato le condizioni per il progresso della scienza in un periodo estremamente complesso (nacque nel 1900 e morì nel 1980).

A lui è dedicato Зубр (Bisonte), romanzo biografico di Даниил Гранин (Daniil Granin) del 1987. Sebbene possa sembrare poco interessante o addirittura noioso leggere la biografia di uno scienziato, va ricordato che Тимофеев-Ресовский  è un personaggio straordinario: uomo dal carattere impetuoso, ha vissuto una vita estremamente avventurosa e Зубр la riflette in tutto e per tutto.

daniil_granin__zubr

Тимофеев-Ресовский fu красноармеец (soldato dell’armata rossa) ai tempi della guerra civile, quando si ammalò di tifo e rischio di morire in un ospedale da campo. Fu poi studente e collaboratore di Николай Кольцов (Nikolay Kol’zov), che nel 1925 lo inviò a Berlino a lavorare per l’Общество кайзера Вильгельма (Società Kaiser Wilhelm). Sfuggì così agli anni peggiori della Лысенковщина (Lysenkovshina), la campagna di repressione ai danni della genetica portata avanti dal ВАСХНИЛ (Всесоюзная академия сельскохозяйственных наук имени Ленина – Accademia sovietica delle scienze agricole intitolata a Lenin) sotto la direzione dello pseudo-scienziato Трофим Лысенко (Trofim Lysenko). Rimase in Germania anche sotto il nazismo e fino alla fine della guerra, adoperandosi per salvare dai campi di concentramento scienziati russi, ebrei e di altre nazionalità. Così, al suo ritorno, venne arrestato ed internato come невозвращенец (letteralmente “persona che non è tornata”). Nel romanzo si legge questo e molto altro.

Il libro si legge piuttosto facilmente, dato che Гранин scrive in un russo chiaro e leggero. Nel raccontare la storia di Тимофеев-Ресовский, poi, si racconta la storia della Russia durante l’Unione Sovietica e dei russi lontano dall’Unione Sovietica, nel corso della guerra e dopo la guerra. È senz’altro consigliato sia per chi vuole consolidare il suo russo, sia per chi vuole immergersi nella storia del XX° secolo, peraltro con un interessante panoramica (per profani!) sulla storia della genetica.

 

I пироги: le onnipresenti paste ripiene russe

maxresdefault1

Chiunque abbia visitato una città russa o ucraina li avrà visti proprio come in questa foto: avvolti in un sacchettino di plastica trasparente, su di un bancone per strada, davanti a una бабушка (nonna) che li ha preparati e li vende.

Sono una specialità semplice e variegata, russa come poche vivande possono vantare di esserlo. Possono essere preparati in vari modi, con vari ripieni (dolci e salati) e con varie forme: i пирожки (pirozhki) fritti с капустой (con cavolo), i ватрушки (vatrushki) с творогом (con lo tvorog), i курники (kurniki) с курицей (con pollo)…

La tradizione di questa pietanza e della sua vendita per strada ha lungo corso, come testimonia la stampa del XIX° secolo che riportiamo qui sotto in cui un продавец пирогов (venditore di piroghi) sta vendendo la sua mercanzia a un извозчик (cocchiere).

34_862

Qui sotto vi riportiamo una ricetta in italiano per imparare a prepararli:

http://guide.supereva.it/ucraina_e_paesi_baltici/interventi/2002/05/102543.shtml

Buon appetito!

L’indagine dei Колобки (1987)

Oggi vi proponiamo il primo episodio di un мультфильм (cartone animato) di culto, opera di Александр Татарский (Aleksandr Tatarskiy).

I protagonisti sono i братья Колобки (fratelli Kolobki), nome che deriva dal loro aspetto: bassi e sferici come Колобок (Kolobok), la pagnotta animata protagonista di una fiaba popolare russa e ucraina.

Più tardi noti come братья Пилоты (fratelli Piloti), dal nome dello studio Пилот di cui sono anche il simbolo, nel corso degli anni i братья Колобки sono stati infatti protagonisti di diverse produzioni: Шеф (Capo) e Коллега (Collega) sono due сыщики (investigatori), una sorta di parodia sovietica di Sherlock Holmes e Watson, ed in questo cartone animato conducono le indagini per ritrovare il raro полосатый слон Балдахин (elefante striato Baldakhin), improvvisamente scomparso dallo zoo. 

Si tratta di un cartone animato per bambini, con dialoghi piuttosto semplici sebbene recitati in modo bizzarro, e quindi è adatto a chi volesse esercitare le proprie capacità di comprensione della lingua parlata russa… oltre che a chi volesse farsi quattro risate, dato che la simpatia dei братья Колобки è indiscutibile!

Buona visione!

La chiesa nella roccia di Дивногорье

divnogorye

Дивногорье (Divnogor’e) è un музей-заповедник (museo-riserva) a sud-ovest della Russia nella regione di Воронеж (Voronezh), a 80km dal capoluogo e a 10km dal fiume Дон (Don). Il музей-заповедник si trova su di un altopiano di estremo interesse naturalistico, dove si possono trovare 250 tipi di piante diverse ed esemplari di animali a rischio di estinzione quali la беркут (aquila reale) e la дрофа (grande otarda).

Il paesaggio lunare di Дивногорье è dovuto al fatto che la zona è formata da sedimenti di gesso, ed è questo che ha permesso la costruzione, o meglio lo scavo, della incredibile церковь Сицилийской иконы Божией Матери (Chiesa dell’Icona Siciliana della Madre di Dio). Lo scavo della церковь venne intrapreso nel 1831, quando i monaci del vicino Дивногорский Успенский монастырь (Monastero della Dormizione di Divnogor’e) vi trovarono un’icona siciliana. La leggenda narra infatti che il монастырь sia stato fondato da due monaci greci, Ксенофонт (Senofonte) e Иоасаф (Giuseppe), arrivati dalla Sicilia fuggendo alle persecuzioni dei cattolici, portando con sé un’icona del tardo XI° secolo.

svyato-uspenskijj-divnogorskijj-muzhskojj-monastyr

Sebbene Дивногорье si trovi in una posizione non certo invidiabile e fuori dai circuiti turistici, si tratta di una località unica in tutta la Russia e non solo. Per arrivarci è necessario prima di tutto arrivare a Лиски (Liski) a sud di Воронеж, e da qui prendere o il treno (30 minuti di viaggio) o l’autobus (1 ora e mezza).

Buona visita!

Il Cerchio Primo di Солженицын

solzhenitsynoffice

Александр Солженицын (Aleksandr Solzhenitsyn) non ha bisogno di introduzioni: il диссидент dissidente più famoso della letteratura russa, autore di alcune delle composizioni in lingua russa più famose del mondo (su tutte Один день Ивана Денисовича – Una giornata di Ivan Denisovich – e Архипелаг ГУЛАГ – Arcipelago Gulag).

В круге первом (Il Cerchio Primo – riferimento all’Inferno di Dante) è un роман (romanzo) straordinario, in cui Солженицын racconta la sua prigionia nella шарашка (sharashka) di Марфино (Marfino) a Москва (Mosca). La шарашка è una prigione speciale in cui ingegneri e scienziati lavorano a progetti segreti, e dove le condizioni di vita sono molto migliori che nei famigerati ГУЛАГ. Солженицын, che a Марфино aveva effettivamente passato due anni (’48-’49), dà vita a un romanzo corale in cui i personaggi sono la trasposizione letteraria di persone veramente esistite: il protagonista Глеб Нержин (Gleb Nerzhin) è ad esempio lo stesso autore, il suo amico Лев Рубин (Lev Rubin) è Лев Копелев (Lev Kopelev) e molti altri personaggi pubblici appaiono con il loro stesso nome.

nii_svyazi-_1960-e_gg

Sebbene sia stato scritto alla fine degli anni ’50, il роман venne pubblicato ufficialmente in СССР solo nel 1990: la critica ferocie al regime comunista è uno dei temi principali, specie nel confronto tra il protagonista e Лев Рубин, prigioniero eppure sempre convinto dei suoi ideali. Capolavoro vero, quest’opera è tanto romanzo storico quanto filosofico, e nelle sue fittissime 900 pagine la narrazione e le riflessioni si avvicendano magistralmente.

Sicuramente non una lettura per principianti, è però consigliatissimo non solo in lingua originale ma anche nella sua traduzione per chi volesse avere un resoconto spietato, per quanto parziale, di un’epoca non lontana ed importantissima per capire la Russia. Chi poi fosse in grado di leggere in russo potrà godere appieno della scrittura di Солженицын, impeccabile nella sua complessità.

Buona lettura!