Маршалы Победы – documentario in due parti

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Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto diversi documentari storici trasmessi dal Первый канал (Primo canale), ed anche oggi vogliamo suggerirvene uno estremamente interessante per tutti coloro che sono appassionati di storia.

Маршалы Победы (I Marescialli della Vittoria) è un документальный фильм (documentario) in due parti, per una durata complessiva di circa un’ora e quaranta minuti. Vi si raccontano le gesta dei comandanti dell’Armata Rossa insigniti dell’орден Победы (ordine della Vittoria), la più alta decorazione militare esistente, creata nel 1943 dopo la курская битва (battaglia di Kursk), la vittoria nella quale convinse lo stesso Сталин (Stalin) che l’Unione Sovietica avrebbe prevalso sulla Germania nazista.

In Маршалы Победы si racconta la storia dei dieci comandanti che ricevettero questa decorazione, attraverso i ricordi dei loro figli e nipoti e con la partecipazione di esperti di storia militare. Sono storie tra di loro molto diverse, e attraversano tutti i fronti della Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come è conosciuta la Seconda Guerra Mondiale in Russia e in alcuni paesi ex-sovietici).

Come già detto, si tratta di un документальный фильм per appassionati, ed inoltre il susseguirsi di voci differenti richiede un’ottima comprensione del russo parlato. Lo consigliamo quindi solo a chi davvero vuole affrontare un esercizio di comprensione orale di livello impegnativo.

Qui sotto i link:

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-1

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-2

Buona visione!

Le statue di Алёша, in Russia e altrove

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A Мурманск (Murmansk), all’estremo nord del territorio russo, si può trovare un памятник (monumento) mastodontico, che con i suoi 42 metri di altezza è secondo come dimensioni solo alla famosissima statua Родина-мать зовёт! (La madre patria chiama!) di Волгоград (Volgograd).

Si tratta del Мемориал «Защитникам Советского Заполярья в годы Великой Отечественной войны» (Memoriale ai “Difensori del territorio polare sovietico negli anni della Grande Guerra Patriottica”), più noto con il nome proprio di Алёша (Alyosha): un soldato che guarda a ovest, verso la Долина Славы (Valle della Gloria), dove ai tempi della Seconda Guerra Mondiale ci furono i combattimenti più feroci per Мурманск.

Questa statua di oltre 5000 tonnellate non è però l’unica del suo genere, né l’unica a essere conosciuta come Алёша: se ne trovano altre tre in diverse località fuori dalla odierna Russia, ma che facevano parte dell’Unione Sovietica o del Patto di Varsavia.

Una, il Бронзовый солдат (Soldato di bronzo), è a Таллин (Tallin), anche se nel 2007 è stata spostata nel cimitero militare. Un’altra, nota anche come Павлуша (Pavlusha), si trova a Харьков (Kharkov). Ma la più scenografica si trova in Bulgaria, a Plovdiv, dove occupa la vetta di uno dei sei colli della città: quest’ultima, con le sue scritte in lingua russa, non solo è diventata il simbolo della città, che 10 anni fa ne ha festeggiato i 50 anni, ma è anche l’oggetto di poesie e canzoni.

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Buon viaggio!

В овраге, racconto di Чехов

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Anche oggi, come già fatto nel corso degli ultimi mesi, vi proponiamo un повесть (racconto lungo o romanzo breve) di Антон Чехов (Anton Chekhov).

Quello che vi presentiamo oggi, scritto nel 1899, è un повесть molto diverso da quelli già proposti, sia per ambientazione che per trama. В овраге (Nel baratro) è infatti un повесть eminentemente naturalista, in cui Чехов dedica molto meno spazio ad analisi psicologica e dialoghi e si concentra sul concatenarsi di eventi che racconta.

Vi si raccontano le vicende della famiglia di Цыбукин (Tzybukin), торговец (commerciante) di provincia, che vive assieme ai suoi figli e alle rispettive mogli. Lo svolgimento di questo повесть è dettato dai rapporti di forza tra i vari personaggi, ciascuno dei quali ha un carattere ed una posizione precisamente delineati nella famiglia e nessuno dei quali è in alcun modo idealizzato.

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Non ve ne raccontiamo di più per non rovinarvi la lettura: lo consigliamo a tutti coloro che vogliano esercitare la propria comprensione della lingua russa scritta, dedicandosi a un testo di interesse letterario scritto in un russo impeccabile (d’altronde è Чехов!). В овраге è moderatamente breve, ed essendo incentrato sulla narrazione degli eventi presenta un lessico non troppo complesso e la sua lettura può essere intrapresa anche da coloro che non hanno ancora un’ottima comprensione del russo, come esercizio per migliorare il proprio lessico passivo.

Potete trovare il testo integrale a questo indirizzo:

http://ilibrary.ru/text/1183/index.html

Consigliamo di leggerlo capitolo per capitolo (ce ne sono in tutto 11)

 

Buona lettura!

Ермак Тимофеевич, il Colombo russo

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Oggi è il giorno di Cristoforo Colombo, ed è festa in parecchi paesi: in Spagna, negli Stati Uniti… non in Russia. In Russia, ed ai russi, non interessa particolarmente la scoperta di Cristoforo Colombo. Per loro è decisamente più importante Ермак Тимофеевич (Yermak Timofeevich), покоритель Сибири (conquistatore della Siberia).

Prima della spedizione di Ермак Тимофеевич nel 1582, quasi 100 anni dopo di quella di Colombo, la Сибирь (la Siberia) era infatti un khanato mongolo sotto il controllo del khan Кучум (Kuchum).

La storia di Ермак Тимофеевич, come d’altronde quella di Cristoforo Colombo, è intrisa di miti e leggende: anche di Ермак l’esatta provenienza è discussa, come non è chiaro se sia stato inviato a conquistare la Сибирь da Иван Грозный (Ivan il Terribile) o dagli Строгановы (Stroganoff), o se addirittura si sia mosso по собственному желанию (di sua spontanea volontà). Quel che è certo è che Ермак, a capo di soli 540 cosacchi, ebbe la meglio sui ben più numerosi soldati di Кучум.

Vi riportiamo un ottimo, anche se breve articolo a suo riguardo: Жизнь и смерть Ермака Тимофеевича (Vita e morte di Yermak Timofeevich), pubblicato su Дилетант (Il dilettante).

http://diletant.media/articles/27234753/

Ne consigliamo la lettura per due motivi: innanzitutto per chi vuole esercitare la comprensione del testo scritto, dato che si tratta di un testo di lunghezza ridotta e scritto in modo semplice sia per quanto riguarda le costruzioni grammaticali, sia per quanto riguarda il lessico (nello stile di questa pubblicazione), ed in secondo luogo per conoscere qualcosa di più riguardo a questo personaggio storico, tanto importante per la storia russa.

Buona lettura!

Русская жестокость: documentario storico

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Nel corso dei mesi passati vi abbiamo proposto diversi documentari storici tramessi dal первый канал, il primo canale della tv di stato russa.

Quello che vi proponiamo oggi è un документальный фильм (film-documentario) particolare tanto per tono quanto per realizzazione: appartiene al ciclo Мифы о России (Miti sulla Russia) e ne è il primo episodio, Русская жестокость (la crudeltà russa).

Iniziamo dalla realizzazione: questo документальный фильм può vantare delle riprese mozzafiato dell’interno del Кремль (Cremlino), e delle apposite animazioni di splendida fattura. Come già i documentari che vi abbiamo proposto in passato, anche questo è un prodotto estremamente curato.

Di cosa tratta? Русская жестокость si pone come obiettivo sfatare il mito della crudeltà russa, diffuso nella cultura occidentale nel corso dei secoli sulla base di notizie tendenziose, ripetute al punto da convincerne gli stessi russi. Il conduttore Алексей Пиманов (Aleksey Pimanov) inizia la narrazione partendo dallo stesso Иван Грозный (Ivan il Terribile), famoso per aver ucciso il suo stesso figlio. È davvero così?

Il taglio di questo recentissimo documentario è senz’altro propagandistico, e si inserisce nel clima di холодная война (guerra fredda) che purtroppo stiamo vivendo negli ultimi anni. Proprio per questo però è interessante per studiare, capire e comprendere lo stato d’animo russo riguardo a quanto sta succedendo, oltre che per saperne di più della storia russa: i personaggi e gli avvenimenti storici russi vengono raccontati e messi a confronto con altri personaggi ed avvenimenti coevi della storia europea occidentale.

Per finire, la visione di questo документальный фильм è anche un eccellente esercizio per la comprensione del russo parlato, quindi ne consigliamo la visione a tutti coloro abbiano una buona dimestichezza con la lingua russa.

È disponibile al link qui sotto:

https://www.1tv.ru/doc/dokumentalnyy-cikl-mify-o-rossii/mify-o-rossii-russkaya-zhestokost-dokumentalnyy-cikl

Buona visione!

Lo stadio di Екатеринбург

Le immagini dello stadio di Екатеринбург (Yekaterinburg) nel corso degli ultimi giorni hanno fatto il giro del mondo:

http://www.repubblica.it/sport/2017/10/03/foto/russia_mondiali_2018_l_impianto_e_troppo_piccolo_costruite_due_tribune_fuori_dallo_stadio-177290852/1/

In occasione dei mondiali di calcio 2018, che si terranno in Russia, la Екатеринбург Арена ha subito un intervento di ampliamento alquanto bizzarro, come si può vedere dal link riportato e dalla foto qui sotto.

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La nostra opinione? Un vero peccato, non tanto per le tribune semoventi aggiunte, quanto perché è difficile da comprendere come quello che era un vero e proprio monumento architettonico sia stato modernizzato in questo modo (anche se va detto che già il precedente intervento di ristrutturazione, portato a termine tra il 2006 e il 2011, aveva in parte alterato l’aspetto originale dello stadio).

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Il Центральный стадион (Stadio centrale), come era noto, venne infatti costruito negli anni ’50, impiegando nei lavori anche i prigionieri di guerra tedeschi. Questi lavoravano non solo come manovali, ma anche come ingegneri e architetti. Il risultato dei lavori, inaugurato nel 1957, era un capolavoro in stile neoclassicista. Ad impreziosirne la facciata vennero installate delle sculture in gesso di sportivi e sportive in stile соцреализм (realismo socialista), ora sostituite da repliche in acciaio. E, soprattutto, ammantate come tutto il resto da una struttura futuristica: insomma, ora l’aspetto è tutt’altro.

Voi cosa ne pensate? Potreste immaginare un tale intervento sull’Arena di Milano? Non si poteva trovare un altro posto per costuire un’arena futuristica?

 

В петле (Nel cappio), thriller del 1991

Nel corso degli scorsi mesi vi abbiamo già proposto alcuni film usciti negli ultimi anni dell’Unione Sovietica, con le loro tematiche dure e il loro intento naturalista.

Quello di oggi è un film particolare, dato che pur essendo in lingua russa è un film in tutto e per tutto lettone, girato in Латвия (Lettonia) da un regista lettone (Имантс Кренбергс – Imants Krenbergs) con un cast interamente lettone. Infatti, anche se oggi in Латвия il russo non è più lingua ufficiale, lo è stato fino alla dichiarazione di indipendenza del 1990 e rimane lingua franca ideale per chi volesse visitare il paese comunicando con persone di ogni generazione.

В петле (Nel cappio), come si intuisce dal titolo, è un thriller dalle atmosfere claustrofobiche che tratta tematiche molto pesanti. Il giovane Виннертс (Vinnerts), incarcerato ingiustamente al posto di due suoi coetanei per il furto di un automobile, torna in libertà e intende отомстить им (vendicarsi di loro).

Si tratta di un film piuttosto lungo, oltre due ore, quindi ne consigliamo la visione solamente a chi ha già dimestichezza con la visione di film in lingua russa e volesse a vedere un’opera cruda che continua il filone dei film dell’epoca della перестройка (perestrojka), anzi spingendosi oltre all’inizio dei лихие 90-е (selvaggi anni ’90). Chiunque avesse un interesse per questo periodo storico, così importante per capire la mentalità russa ed ex-sovietica in generale, apprezzerà senz’altro la visione di В петле.  

Buona visione!