Le catacombe di Одесса e l’operazione Форт

Nel corso di questi anni abbiamo dedicato diversi articoli alla città di Одесса (Odessa), la città russofona ucraina che si trova sulle rive del Чёрное море (Mar Nero), ma ancora non vi abbiamo parlato delle sue катакомбы (catacombe).

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Il sottosuolo di Одесса è infatti attraversato da un fitto reticolo di gallerie, per una lunghezza complessiva di oltre 2500 chilometri. Queste gallerie sono per la grandissima maggior parte delle cave, da cui veniva estratta la roccia calcarea (ракушечник) utilizzata per la costruzione degli edifici della città.

Già alla fine del XIX° secolo, lo svuotamento del sottosuolo di Одесса che conseguiva da questa attività iniziò a portare a crolli e cedimenti strutturali degli edifici in superficie, tanto che le autorità sovietiche subito dopo la rivoluzione vietarono l’estrazione del ракушечник entro i limiti urbani.

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Le catacombe sono ammantate da un’aura di leggenda e di eroismo, in quanto da una parte servirono a lungo ai criminali locali per occultarvi i beni oggetto di contrabbando provenienti dal porto, mentre dall’altra durante la Великая Отечественная война (letteralmente “Grande Guerra Patriottica”, la Seconda Guerra Mondiale) furono utilizzate come rifugio dai partigiani sovietici nel corso dell’occupazione delle forze dell’Asse.

La партизанский отряд (divisione partigiana) comandata da Владимир Молодцов (Vladimir Molodzov), a capo dell’operazione Форт (Forte), creò immensi problemi alle forze di occupazione rumene: i 75-80 partigiani che si nascondevano nelle катакомбы eliminavano centinaia di ufficiali, sabotavano le linee di comunicazione e raccoglievano informazioni preziose per l’Armata Rossa, e specie per l’aviazione che grazie a queste informazioni più volte attaccò con precisione chirurgica il nemico. Le forze di occupazione facevano crollare o asfaltare gli ingressi alle катакомбы, ci iniettavano gas velenoso, ma senza riuscire ad avere la meglio sui partigiani.

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Catturato dal nemico e condannato a morte, a Молодцов venne proposto di chiedere la grazia, ma rispose: «Мы на своей земле помилования у врагов не просим!» (“Noi nella nostra terra non chiediamo la grazia ai nemici!”).

Le катакомбы sono tuttora accessibili, ma molto pericolose in quanto labirintiche, non illuminate e spesso allagate. Si consiglia quindi, a chi volesse, di accedervi solo nell’ambito di escursioni guidate presso il музей “Тайны подземной Одессы” (Museo “Segreti di Odessa sotterranea”), nel quartiere Молдаванка.

Questo il sito del museo:

http://www.katakomby.odessa.ua/

Женатый холостяк: commedia del 1982

Nel corso degli anni vi abbiamo già proposto svariati esempi di кинокомедия (commedia cinematografica) di epoca sovietica, ed anche oggi ve ne proponiamo una particolarmente piacevole.

Ambientata e girata in Крым (Crimea) ed in particolare nella città di Севастополь (Sevastopol’), Женатый холостяк (Lo scapolo sposato) racconta una storia di malintesi e inganni (ma a fin di bene!) in famiglia: Тамара (Tamara, impersonata da Лариса Удовиченко – Larisa Udovichenko) ritornando a casa in treno conosce Сергей (Sergey, impersonato da Юрий Григорьев – Yuriy Grigoryev), al quale racconta le sue disavventure di coppia. Il marito vive lontano, continuano a lasciarsi e a tornare insieme, i suoi genitori ancora non l’hanno conosciuto e il suo bambino di 3 anni nemmeno lo ricorda.

Innamoratosi, Сергей decide quindi di ricorrere a un подлог (inganno): si presenta a casa dei genitori di Тамара quando questa non c’è, presentandosi come marito e padre del bambino. Ne seguiranno ulteriori divertenti equivoci.

Consigliamo la visione di questo film a tutti quelli che, già in grado di comprendere bene il russo parlato, volessero esercitare questa loro capacità. Si tratta di un film piuttosto corto, di poco più di 80 minuti, quindi anche tenendo conto della necessità di rivedere alcune scene per distinguere meglio i dialoghi può comunque essere visto in una sola seduta.

Lo potete vedere qui sotto:

Buona visione!

 

 

 

Май Данциг: oltre il paesaggio industriale

Tra gli artisti sovietici e post-sovietici, Май Данциг (Mai Dantsig) ricopre senz’altro un posto particolare: nato a Минск (Minsk) nell’attuale Белоруссия (Bielorussia) nel 1930, Данциг ha sempre risieduto nella sua città natale, escludendo solo i periodi dell’evacuazione nel corso della seconda guerra mondiale e degli studi a Москва (Mosca).

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Pluripremiato sia ai tempi dell’Unione Sovietica che poi in Bielorussia, dove ha insegnato alla Белорусская государственная академия искусств (Accademia Statale delle Arti Bielorussa), Данциг è un esponente del realismo sovietico che ha dipinto tele dei generi più disparati.

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Tra i suoi temi prediletti vi è certamente la sua Минск, di cui ha dipinto decine e decine di scorci più o meno pittoreschi, così come si presentava ai suoi occhi nel corso dei suoi lunghi anni di attività. Ma Данциг fu molto produttivo anche come pittore propagandista, anche se forse nel suo caso è più corretto dire “celebrativo” come testimonia il suo grandioso И помнит мир спасённый (E ricorda il mondo salvato).

Данциг iniziò questo dipinto nel 1985, in occasione del quarantennio della победа (vittoria) nella Seconda Guerra Mondiale, e ci si dedicò nel corso di ben 10 anni fino al 1995. Questo монументальное полотно (tela monumentale) a tinte fosche di 7 x 3,5 metri rappresenta la Madonna Sistina di Raffaello circondata da città in fiamme, donne che piangono, soldati feriti e stremati e prigionieri. Данциг in quest’opera inverte la tradizionale centralità del popolo nella pittura sovietica e lo rende sfondo, gravitante attorno alla Madonna Sistina (salvata dai bombardamenti di Dresda e restaurata a Москва).

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Potete trovare le immagini di molti altri dei lavori di Данциг a questo indirizzo:

http://artpoisk.info/artist/dancig_may_vol_fovich_1930/gallery/