Моя жизнь di Chekhov

Anche oggi vogliamo proporvi un’opera di Антон Чехов (Anton Chekhov), uno dei più illustri alfieri della lingua e della letteratura russa.

Моя жизнь (La mia vita) è un повесть, ovverosia un romanzo breve o racconto lungo, genere abbastanza diffuso nella letteratura russa a cavallo tra il XIX° ed il XX° secolo. Fu scritto da Чехов nel corso del 1896 e pubblicato alla fine dello stesso anno, e tratta una materia molto attuale all’epoca, tanto che lo stesso autore desiderava intitolarlo В девяностых годах (Negli anni ’90). L’editore del settimanale Нива (Niva), che lo pubblicò per primo, insistette però per dargli il titolo a noi noto.

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Vi si narra appunto la vita del figlio di un architetto di provincia, indirizzato alla carriera da funzionario ma inadatto ad essa. Il protagonista, licenziato, decide di guadagnarsi da vivere lavorando come operaio, suscitando l’ira del padre che lo caccia di casa. Чехов nel corso del racconto affronta tematiche quali la durezza della vita degli operai a confronto di quella dei funzionari, le ingiustizie che questi lavoratori manuali subiscono e l’insicurezza a cui sono esposti. Proprio per questo gli editori temevano che questo racconto potesse non passare il vaglio della censura, e sempre per lo stesso motivo venne poi riprodotto in varie antologie di epoca sovietica.

Ne consigliamo vivamente la lettura a chi ha una buona dimestichezza con il russo scritto, per esercitare la propria comprensione scritta, ma suggeriamo inoltre la lettura di questo повесть, anche tradotto, a chi volesse approfondire la storia di quel periodo, fondamentale nella storia russa: i primi anni del regno dell’ultimo Царь (Zar), Николай II (Nicola II), in cui maturavano le recriminazioni degli strati più poveri della popolazione che poi portarono alle rivoluzioni russe.

Il testo completo lo potete trovare qui:

http://lib.ru/LITRA/CHEHOW/mylife.txt

Buona lettura!

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Александр Мамкин, un eroe della Seconda Guerra Mondiale

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I racconti che narrano le gesta di soldati e civili durante la Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata in Russia la Seconda Guerra Mondiale) abbondano.

Fanno parte di una vera e propria epica russa, con la differenza che si tratta di vicende vere, tuttalpiù in parte romanzate: sono spesso i testimoni di quelle gesta a tramandarle, in vari casi per gratitudine dato che devono la vita a questi eroi del XX° secolo.

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La storia di Александр Мамкин (Aleksandr Mamkin) e della операция «Звёздочка» (operazione “Stellina”) occupa però un posto d’onore anche nell’ambito dell’epica sovietica: si tratta di una vicenda commovente, che è raccontata in modo breve ma efficace in un articolo pubblicato proprio due giorni fa che vi riportiamo. 

https://naprimer.today/hist120917/

Consigliamo a chi conosce o sta studiando il russo di leggere direttamente l’articolo, dato che è facilmente comprensibile a livello sia lessicale che di costruzioni e non richiede di impiegare molto tempo nell’esercizio.

Per chi non conoscesse la lingua russa, invece, questo è quanto successe: nel corso dell’inverno tra il ’43 e il ’44, a Полоцк (Polotsk) nel territorio occupato della Белоруссия (Bielorussia) i tedeschi avevano bisogno di sangue per le trasfusioni ai loro feriti. Decisero di ricavarlo dai bambini del детский дом (orfanotrofio) locale. Il direttore del детский дом riuscì fortunatamente a prendere tempo, convincendo i tedeschi che i bambini erano in condizioni tali che, prima di potere usare il sangue dei bambini, avrebbero dovuto curarli e nutrirli adeguatamente per qualche tempo.

Entrarono qui in gioco i partigiani del gruppo «Бесстрашные» (“Senza paura”), che organizzarono assieme all’aeronautica militare sovietica l’operazione di salvataggio nota come операция «Звёздочка»: i bambini ed il personale del детский дом vennero fatti passare nella notte tra il 18 ed il 19 febbraio nella zona controllata dai partigiani, e da lì iniziarono le operazioni di evacuazione tramite velivoli Р-5 (R-5), attraverso la linea del fronte.

Tra i piloti di questi aerei c’era il ventottenne Александр Мамкин, figlio di contadini della regione di Воронеж (Voronezh). Cresciuto senza il padre, morto quando aveva soli due anni, Мамкин era diventato pilota civile a pochi anni dall’inizio della guerra, nel corso della quale aveva già compiuto circa 70 voli notturni di ricognizione oltre le linee nemiche. Gli ultimi di questi voli furono quelli che Мамкин portò a termine nell’операция «Звёздочка», e viene giustamente ricordato per aver portato a termine in condizioni estreme il volo conclusivo dell’operazione.

Quest’ultimo volo partì la notte tra il 10 e l’11 aprile del ’44, e trasportava dieci bambini, la loro educatrice e due partigiani feriti. Attraversando la linea del fronte l’Р-5 venne colpito, e la cabina cominciò a bruciare. Se Мамкин fosse stato da solo, avrebbe potuto lanciarsi col paracadute ed evitare la morte, ma aveva la responsabilità di altre 13 vite umane: continuò a volare, in condizioni disperate, bruciando, e nonostante il dolore riusci ad atterrare in una radura. Uscendo non si capisce bene come dalla cabina, le sue ultime parole prima di morire furono: «Дети живы?» (“I bambini sono vivi?”).

Lo erano.

 

 

Сто грамм “для храбрости” – commedia a episodi del ’76

L’espressione “сто грамм” (cento grammi) in lingua russa può essere utilizzata per indicare un bicchierino di водка (vodka) o di un qualsiasi altro liquore, ordinato tanto al ristorante come al bar o addirittura in negozio.

La трагическая комедия (tragicommedia) Сто грамм “для храбрости” (Centro grammi “per farsi coraggio”), del 1976, è dedicata proprio al problema dell’алкоголизм (alcolismo), che affronta con un umorismo agrodolce in tre episodi piuttosto brevi (la durata complessiva del film è di 75 minuti circa). Chi di voi ha già visto Афоня (Afonya) non solo vi troverà un umorismo e un’atmosfera simile, ma vi riconoscerà anche alcuni attori (su tutti l’inconfondibile Владимир Басов – Vladimir Basov).

Сто грамм “для храбрости” è un film estremamente particolare: la comicità delle situazioni che si vengono a creare a causa del пьянство (ubriachezza) dei personaggi principali viene oscurata, anzi sovrastata dal sentimento di pena che provocano i loro comportamenti. È chiaro l’intento didattico del film, che cerca di prevenire i cittadini russi e sovietici dei rischi del consumo irresponsabile di alcolici.

Perché consigliamo di vederlo? Al di là dell’interesse culturale che suscita un’opera così strana per noi occidentali, e dello spirito prettamente russo di cui è impregnato il film, consigliamo di vederlo perché si tratta di un film facile da vedere e da capire: essendo a episodi si può guardare in più sedute, i dialoghi sono alquanto semplici e chiari, il lessico è decisamente comune. Si tratta quindi di un ottimo esercizio di comprensione della lingua russa parlata.

Aprite il collegamento in un’altra finestra per guardare il film.

Buona visione!

Il Новодевичий монастырь a Mosca

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Tra le innumerevoli attrazioni che può vantare Москва (Mosca), parecchie sono localizzate non esattamente al centro della città. Ciononostante, nel corso di una visita a Москва è assolutamente consigliato fare un giro anche al di fuori del centro, ad esempio per visitare la zona in cui si trova il Новодевичий монастырь (monastero di Novodevichiy).

Il Новодевичий монастырь si trova a una decina di chilometri a sud-ovest dal centro di Москва, sulle rive della Москва (Moskva, il fiume) e nelle immediate vicinanze dello stadio Лужники (Luzhniki). Poco oltre si innalzano i Воробьёвы горы (le Colline dei Passeri), dove si trova la sede della Московский государственный университет (Università statale di Mosca) con il suo imponente edificio costruito nel secondo dopoguerra.

Il Новодевичий монастырь è un complesso monasteriale di indubbia attrattiva, tanto dal punto di vista architettonico (è stato inserito dall’UNESCO nello список всемирного
наследия человечества – patrimonio mondiale dell’umanità) quanto da quello storico. Venne infatti costruito in osservanza del обет (voto) dato dal Великий князь Василий III (Grande principe Basilio III) in occasione dell’assedio di Смоленск (Smolensk) nel 1514: Василий III promise di costruire un monastero femminile a Москва se Dio gli avesse concesso la vittoria. Dieci anni dopo, il Новодевичий монастырь venne fondato.

Si narra però che Василий III, nel fondare il monastero, avesse un secondo fine: sposato da 20 anni con Соломония (Solomoniya), non era riuscito ancora ad avere un erede. Una volta riuscito ad ottenere l’autorizzazione della Chiesa a convolare a seconde nozze, fece prendere i voti a sua moglie Соломония e fondò per lei questo monastero (dove lei però mai mise piede).

A questo divorzio (il primo nella storia russa) nel 1526 seguirono le nozze con la giovane Елена (Yelena), e nel 1530 finalmente Василий III ebbe il suo primogenito Иван (Ivan), noto poi come Иван Грозный (Ivan Grozniy). Siamo quindi davanti a un avvenimento che davvero cambiò il corso della storia russa e della diffusione della lingua russa, che senza di Иван Грозный oggi potrebbe non essere così diffusa e conosciuta.

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È assolutamente da visitare, specie se si considera che giusto di fianco si trova il Новодевичье кладбище (cimitero di Novodevichiy), in cui si trovano i monumenti funebri di numerose personalità russe morte nel XX° secolo, che ne fanno un vero e proprio Père-Lachaise russo.

Per arrivare al Новодевичий монастырь è sufficiente utilizzare la metro moscovita: si trova infatti alla convergenza tra la linea circolare (fermata Лужники) e la linea 1 (fermata Спортивная – Sportivnaya).

Buon viaggio!

Il viaggio da Pietroburgo a Mosca di Радищев

Oggi vi proponiamo una lettura che risale addirittura al XVIII° secolo, e che in Russia è stata a lungo oggetto di censura per le idee in essa propugnate.

L’autore di Путешествие из Петербурга в Москву (Viaggio da Pietroburgo a Mosca) è Александр Радищев (Aleksandr Radishev), scrittore e filosofo. Lavorò a quest’opera nel corso degli anni ’80, e la stampò lui stesso nella tipografia allestita presso casa sua nel 1789. Путешествие passò al vaglio della censore, che fu ingannato dal fatto che i suoi capitoli sono intitolati col nome delle stazioni di posta tra le due città lo considerò un путеводитель (guida) e nemmeno lo lesse. Si diffuse rapidamente, e finì anche sul tavolo della zarina Екатерина II (Caterina Seconda). Per i contenuti dell’opera, Радищев venne addirittura processato e condannato a morte (pena poi commutata, misericordiosamente, in 10 anni di esilio in Siberia). Perché?

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Радищев in Путешествие non scrive oscenità, né offende la morale in modo alcuno. Tanto meno attacca la corona. Si limita a fare un’analisi spietata della società russa dell’epoca, ed in particolare dell’istituto del крепостное право (servitù della gleba) ancora vigente nell’Impero Russo. A molte delle stazioni di posta che compongono il libro Радищев racconta episodi di struggenti ingiustizie, ed elabora il suo pensiero a riguardo invocando la liberazione dei contadini e la spartizione delle terre.

Quella che oggi può sembrare un’opera innocua era all’epoca incendiaria, tanto che la stessa Екатерина II definì il suo autore бунтовщик (ribelle) e stabilì uno запрет (divieto) alla diffusione di Путешествие che durò più di un secolo. Solo in epoca sovietica Путешествие entrò nei programmi scolastici, ma per ben altre ragioni dato che si considerava Радищев il primo rivoluzionario russo.

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Путешествие è un’opera estremamente interessante, che non solo aiuta a capire il periodo storico in cui è stata scritta ma anche l’evoluzione della mentalità russa. Contiene considerazioni estremamente attuali, non solo per la Russia ma anche per tutto il resto del mondo. Ma questo libro va anche oltre la critica sociale, dato che Радищев si esprime praticamente su di ogni argomento: parla di famiglia, di educazione, fa della satira sociale e dice la sua sulla poesia russa dei tempi, oltre che fornire un’accurata (per quanto forse non proprio pertinente) biografia di Ломоносов (Lomonosov). La lettura di Путешествие può però risultare particolarmente ostica, dato che vi si utilizza un russo arcaico ed una terminologia distante da quella odierna. Nulla di insormontabile, ma sicuramente la lettura è consigliata solo a chi ha già un’ottima conoscenza della lingua russa e delle sue costruzioni.

Buona lettura!

 

 

Беспредел, film del 1989

Беспредел (letteralmente “senza limiti”) è un termine russo difficilmente traducibile, che indica tanto la violazione di leggi scritte o non scritte, tanto la loro completa assenza, e sottintende la prepotenza e la mancanza di rispetto di coloro che agiscono. Il termine беспредел è così diventato di comune utilizzo negli anni ’90, quando ai 70 anni di ordine e inquadramento sovietico seguì un effettivo vuoto di potere in cui corruzione e criminalità la facevano da padrone in ogni singolo aspetto della vita dei cittadini russi e non.

L’omonimo lungometraggio che vi proponiamo oggi è in realtà immediatamente anteriore a quel periodo, dato che è girato ai tempi della перестройка (perestrojka, letteralmente “ricostruzione”), e narra di un беспредел ben preciso, cioè all’insubordinazione dei мужики (letteralmente “contadini”, il termine indica i comuni detenuti) all’autorità dei блатные (i rappresentanti della criminalità organizzata), in combutta con l’amministrazione penitenziaria. Tuttavia, proprio per quanto indicato sopra, il беспредел del titolo è ambivalente: si riferisce infatti anche, e forse prima di tutto, alla prepotenza del regime dei блатные in prigione.

Vi avvertiamo: si tratta di un film pesante, tanto per i temi trattati quanto per la sua atmosfera, ma ne consigliamo la visione a tutti coloro che vogliono approfondire la loro conoscenza della cinematografia della перестройка, e quindi della cultura e dello stato d’animo diffuso in quel cruciale periodo della storia della Russia e di tutti i paesi di lingua russa: vi era un desiderio di parlare finalmente in modo franco di quello che non funzionava, come primo passo per risolvere i problemi del paese. Era un desiderio genuino, e la cinematografia di quegli anni è senz’altro unica nella storia della Russia.

Trattandosi di un film ambientato in prigione, a causa dell’utilizzo di molti termini gergali potrebbe risultare di difficile comprensione anche per chi ha un’ottima conoscenza del russo. Per consentirne la visione a tutti, ed anche a coloro che non conoscono il russo, abbiamo quindi scelto di fornirvi una versione sottotitolata in inglese.

Buona visione!