La Mosca distopica di Константин Вихров

Константин Вихров (Konstantin Vihrov) è un giovane fotografo di Москва (Mosca), che nel corso degli ultimi anni ha pubblicato sui suoi canali social su vkontakte e su instagram una serie di curiose fotografie delle окраины (periferie) di Москва.

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Il concetto base di Вихров è semplice e geniale: ritrarre persone in notturna davanti a luci neon chiassose, preferibilmente insegne di negozi aperti fino a tardi. L’effetto è impressionante, tra il cyberpunk e il documentario d’inchiesta.

Le sue rappresentazioni degli angoli dimenticati della capitale russa possono risultare familiari a chiunque abbia visitato non solo Москва o in Russia, ma più in generale qualsiasi città ex-sovietica: fuori dal centro dominano sterminati жилые кварталы (blocchi residenziali), attorno ai quali a partire dagli anni ’90 hanno cominciato a brulicare attività economiche di ogni genere con le loro insegne luminose. Al calare della notte, le strade di queste окраины si svuotano e la vita gravita attorno a supermercati e negozi aperti fino a tardi.

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Con la sua estetica dichiaratamente alla Blade Runner, Вихров ha attirato l’attenzione di diverse pubblicazioni web sia in lingua russa (ad esempio: https://tjournal.ru/internet/68063-russianbladerunner , un ottimo articolo anche per chi volesse esercitare la sua comprensione del russo scritto) che in lingua inglese (ad esempio: https://fstoppers.com/documentary/russian-photographer-takes-neon-dystopian-metropolis-street-photos-moscow-360264 o https://www.themoscowtimes.com/2019/04/17/russian-photographer-shoots-moscow-with-blade-runner-aesthetics-a65260).

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In questo articolo riportiamo solo alcune delle sue fotografie, ma potete trovare la sua collezione completa ai seguenti indirizzi:

http://vk.com/begushiy_po_ebenyam

http://instagram.com/begushiy_po_ebenyam

Одесса nella letteratura russa

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Vi abbiamo parlato spesso, nel corso di questi anni, della città di Одесса (Odessa) in Ucraina: si tratta di una città dove la lingua parlata è il russo, ricca di storia, di storie e soprattutto di letteratura.

A chi dovesse capitarci consigliamo senz’altro di visitare il Museo della Letteratura di Odessa (Одесский литературний музей, questo il sito: http://museum-literature.odessa.ua/ru/), nelle cui 24 sale vengono raccontati attraverso cimeli di vario genere centinaia di scrittori legati in un modo o nell’altro alla città.

Anche noi ci siamo prodigati (e continueremo a farlo) per raccontarvi la letteratura di Одесса (o ad essa legata), presentandovi le seguenti opere:

Vi abbiamo inoltre parlato di altri tre scrittori che soggiornarono a Одесса e che scrissero di Одесса:

Buona lettura!

 

 

Il fascino di Гагра

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Гагра (Gagra) è senz’altro il luogo più lontano dalle rotte turistiche occidentali di cui abbiamo mai parlato nel corso di questi anni. Non lontano in termini di chilometri, dato che si trova relativamente vicino a noi, sulle rive del Чёрное море (Mar Nero) come altri luoghi di cui vi abbiamo già parlato.

Гагра si trova però in Абхазия (Abkhazia), nel Кавказ (Caucaso), nell’attuale territorio di una repubblica separatista riconosciuta solo da una manciata di stati membri dell’ONU. Per quanto sia a neanche 50 chilometri da Сочи (Sochi), quindi, risulta ancora oggi piuttosto complesso concepire un soggiorno da queste parti.

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Гагра sorge nel luogo di un insediamento prima greco e poi romano di oltre duemila anni or sono, e fu poi controllata da genovesi e turchi prima di passare all’Impero Russo nel 1810. Venne trasformata in un курорт (luogo di villeggiatura) tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, sotto la supervisione del principe Александр Ольденбургский (Aleksandr Ol’denburgskiy).

Nel corso degli anni successivi divenne una sorta di Monte Carlo russa, attirando sciami di nobili e borghesi nei suoi lussuosi hotel e ville, grazie alla sua vegetazione rigogliosa ed al suo clima subtropicale. In seguito alla Rivoluzione di Ottobre, i bolscevichi ne fecero una località di villeggiatura per tutti, e la cittadina svolse questa funzione nel corso di circa 70 anni (ad eccezione, comprensibilmente, del periodo in cui fu teatro di scontri durante la Seconda Guerra Mondiale).

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Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la regione dell’Абхазия fu scossa dalle rivendicazioni della popolazione locale, desiderosa di ottenere un’autonomia sempre maggiore dalla neonata Georgia. Le reciproche provocazioni delle parti in causa portarono ad un feroce conflitto, con l’esercito regolare georgiano da una parte e i separatisti locali supportati dalla Russia dall’altra. Nel corso del ’93 la stessa Гагра fu teatro di scontri che lasciarono la cittadina pesantemente danneggiata. Ad avere la meglio furono i separatisti, e la gran parte della popolazione georgiana della regione si trovo costretta a cercare rifugio altrove.

Al giorno d’oggi Гагра sta cercando, in qualche modo, di rialzarsi, attirando perlopiù turisti di lingua russa che conoscono il suo brillante passato. Purtroppo l’instabilità della regione e la poca affidabilità della situazione politica locale non aiutano gli investimenti, e per quanto Гагра non sia affatto abbandonata pullula di rovine di guerra che non si possono restaurare per mancanza di fondi.

Per saperne e vederne di più, consigliamo di consultare questo interessante sebbene datato articolo in lingua inglese:

War-Torn and Overgrown, Ghost Town Was Soviet Paradise

 

Il memoriale di Красный Берег

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Anche se di solito ci occupiamo di tematiche più leggere, in occasione del День Победы (Giorno della Vittoria) appena trascorso abbiamo deciso di dedicare questo articolo al Памятник детям-жертвам Великой Отечественной войны (Monumento ai bambini-vittime della Grande Guerra Patriottica) che si trova in Белоруссия (Bielorussia) a Красный Берег (Krasniy Bereg).

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Aperto nel 2007, questo мемориал (memoriale) si trova nel luogo in cui, ai tempi dell’occupazione tedesca, era situato uno dei più grandi campi di sterminio di bambini-donatori. I nazisti avevano organizzato in questa zona un grande ospedale per soldati, e nel corso di tre lunghi anni dal 1941 al 1944 rapirono i bambini locali per utilizzarli come serbatoi di sangue per le trasfusioni. Su circa 2000 bambini internati, solo 9 sono sopravvissuti.

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Il complesso scultoreo è formato da diverse composizioni. Al suo ingresso vi è una scultura in bronzo di una ragazzina con le mani alzate, che rappresenta tutti i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale. Alle sue spalle si trova la Мертвый класс (Classe morta), 21 banchi di marmo bianco vuoti rivolti verso una lavagna su cui è riprodotto il testo della lettera di una delle vittime dell’orrore nazista, una ragazzina di 15 anni che scriveva a suo padre di vendicarla. Ancora oltre si trova la Площадь Солнца (Piazza del Sole), dove una barca a vela rappresenta i sogni che non erano destinati a realizzarsi, e 24 cornici con disegni di bambini.

Ulteriori informazioni, tra cui l’indirizzo del мемориал per chi volesse visitarlo, si possono trovare a questo indirizzo:

http://zhlobin-museum.by/memorial

A questo indirizzo, invece, potete trovare il testo della lettera riprodotto sulla lavagna (in lingua russa):

http://www.a-z.ru/women_cd2/12/8/i80_287.htm

Specie in occasione di queste ricorrenze, riteniamo che sia importante imparare non solo la lingua ma anche la storia, per ricordare e non dimenticare.

Орджоникидзе nelle foto di un tempo

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Орджоникидзе (Ordzhonikidze) altro non è che il nome con cui l’odierna Владикавказ (Vladikavkaz) è stata chiamata nel corso di circa 60 anni ai tempi dell’Unione Sovietica. Questa città del Северный Кавказ (Caucaso Settentrionale), capitale della Республика Северная Осетия — Алания (Repubblica dell’Ossezia Settentrionale – Alania), è una delle città più a sud della Russia, in prossimità del confine con la Georgia. 

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Usiamo il nome Орджоникидзе in questo articolo in quanto le foto che vi proponiamo, di cui siamo venuti a conoscenza grazie al meraviglioso sito Это Кавказ (Questo è il Caucaso), sono tutte scattate all’epoca in cui la città si chiamava così, ed in particolare nel secondo dopoguerra. Il fotografo Федор Федосеев (Fyodor Fedoseyev) è un veterano della Seconda Guerra Mondiale in pensione che per ben 24 anni ha collaborato con il giornale locale Социалистическая Осетия (Ossezia Socialista), facendo pubblicare circa 400 sue foto della città. Oltre a quelle foto, però, Федосеев ne ha conservate meticolosamente con data e descrizione molte altre, oltre ventimila, ed ora suo nipote Сергей (Sergey) le sta pubblicando poco a poco sulle sue pagine social.
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Queste foto mostrano la vera e propria metamorfosi che attraversò Орджоникидзе nel corso degli anni ’60 e ’70, passando dalle vecchie case a un solo piano e senza alcun comfort agli edifici moderni dotati di elettricità, gas ed acqua. Un vero e proprio salto dall’età della pietra all’era moderna, usando le parole dello stesso nipote del fotografo.

A chi di voi conosce o sta studiando il russo, consigliamo non solo di sfogliare le bellissime foto riportate all’indirizzo qui sotto, ma anche di leggere l’articolo: non solo la storia è interessante, ma la sua lettura è anche un ottimo esercizio di comprensione del testo, considerando la varietà del lessico usato (che pur senza risultare ostico presenta termini di varia natura – fotografia, architettura, social…):

https://etokavkaz.ru/gorod/odnoetazhnaya-osetiya-kadry-iz-unikalnogo-fotoarkhiva

Buona lettura e buona visione!

Le catacombe di Одесса e l’operazione Форт

Nel corso di questi anni abbiamo dedicato diversi articoli alla città di Одесса (Odessa), la città russofona ucraina che si trova sulle rive del Чёрное море (Mar Nero), ma ancora non vi abbiamo parlato delle sue катакомбы (catacombe).

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Il sottosuolo di Одесса è infatti attraversato da un fitto reticolo di gallerie, per una lunghezza complessiva di oltre 2500 chilometri. Queste gallerie sono per la grandissima maggior parte delle cave, da cui veniva estratta la roccia calcarea (ракушечник) utilizzata per la costruzione degli edifici della città.

Già alla fine del XIX° secolo, lo svuotamento del sottosuolo di Одесса che conseguiva da questa attività iniziò a portare a crolli e cedimenti strutturali degli edifici in superficie, tanto che le autorità sovietiche subito dopo la rivoluzione vietarono l’estrazione del ракушечник entro i limiti urbani.

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Le catacombe sono ammantate da un’aura di leggenda e di eroismo, in quanto da una parte servirono a lungo ai criminali locali per occultarvi i beni oggetto di contrabbando provenienti dal porto, mentre dall’altra durante la Великая Отечественная война (letteralmente “Grande Guerra Patriottica”, la Seconda Guerra Mondiale) furono utilizzate come rifugio dai partigiani sovietici nel corso dell’occupazione delle forze dell’Asse.

La партизанский отряд (divisione partigiana) comandata da Владимир Молодцов (Vladimir Molodzov), a capo dell’operazione Форт (Forte), creò immensi problemi alle forze di occupazione rumene: i 75-80 partigiani che si nascondevano nelle катакомбы eliminavano centinaia di ufficiali, sabotavano le linee di comunicazione e raccoglievano informazioni preziose per l’Armata Rossa, e specie per l’aviazione che grazie a queste informazioni più volte attaccò con precisione chirurgica il nemico. Le forze di occupazione facevano crollare o asfaltare gli ingressi alle катакомбы, ci iniettavano gas velenoso, ma senza riuscire ad avere la meglio sui partigiani.

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Catturato dal nemico e condannato a morte, a Молодцов venne proposto di chiedere la grazia, ma rispose: «Мы на своей земле помилования у врагов не просим!» (“Noi nella nostra terra non chiediamo la grazia ai nemici!”).

Le катакомбы sono tuttora accessibili, ma molto pericolose in quanto labirintiche, non illuminate e spesso allagate. Si consiglia quindi, a chi volesse, di accedervi solo nell’ambito di escursioni guidate presso il музей “Тайны подземной Одессы” (Museo “Segreti di Odessa sotterranea”), nel quartiere Молдаванка.

Questo il sito del museo:

http://www.katakomby.odessa.ua/

Il панно di Togliatti

Тольятти (Togliatti), in Italia nota con il nome erroneo di Togliattigrad, è una città della Russia centrale che si trova sulle anse del fiume Волга (Volga).

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Come dice il nome, quella che un tempo si chiamava Ставрополь (Stavropol’) nel 1964 venne rinominata in onore del Segretario del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Questo nome di sapore italiano venne conservato anche a seguito del referendum cittadino del 1996, con il quale si intendeva ripristinare il nome originario: non solo non si raggiunse il quorum, ma il 70% dei votanti era comunque a favore del mantenimento del nome Тольятти.

E i collegamenti con l’Italia non finiscono qui: nel 1966 in collaborazione con la FIAT le autorità sovietiche iniziarono a costruire quella che tuttora è la più grande fabbrica automobilistica in Russia, la АвтоВАЗ (AvtoVaz, per esteso Волжский автомобильный завод ovverosia “fabbrica di automobili del Volga”), nota per la produzione della Lada. Questo завод portò con sé uno sviluppo demografico clamoroso, tanto che la popolazione è da allora aumentata oltre cinque volte, fino agli attuali quasi 800.000 abitanti.

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È proprio la Волжский автомобильный завод ad aver fatto eseguire, in onore dei cinquant’anni dell’Unione Sovietica, un monumento molto particolare: il панно (murale) Радость труда (Gioia del lavoro), una enorme stele-mosaico ideata da Юрий Королёв (Yuri Korolev) e realizzata nel corso degli anni dal 1977 al 1981. Lunga 100 metri, alta 5 e larga 3, si tratta senz’altro di una composizione unica nel suo genere: 530 metri quadri di mosaici smaltati ed oltre 3 milioni e mezzo di tessere di più di 100 colori, di cui purtroppo ormai già il 20-25% è andato perso.

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Purtroppo, infatti, questo панно si trova in uno stato di abbandono e rovina: nascosto agli occhi degli stessi cittadini di Тольятти in una zona chiusa dietro mura e filo spinato, le immagini di lavoro, guerra e conquista del cosmo di Радость труда si stanno velocemente sbiadendo e cadendo a pezzi.

Fortunatamente negli ultimi anni un gruppo di cittadini si è mobilitato con l’organizzazione «За спасение стелы-панно «Радость труда» (Per il salvataggio della stele-murale “Gioia del lavoro”) ed ha convinto l’amministrazione cittadina a intervenire quantomeno per fermarne il degrado. L’obiettivo finale è radunare e costruire attorno a Радость труда un vero e proprio complesso museale: speriamo davvero che questo obiettivo diventi realtà, e si possa un giorno visitare questo pezzo di storia della città e del paese intero.

Per quel giorno potreste, grazie ai nostri corsi per turisti, imparare la lingua russa ed essere in grado di viaggiare autonomamente anche in città meno turistiche come Тольятти. Siamo a vostra disposizione!

Сочи: oltre le Olimpiadi

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Nel corso degli ultimi anni sicuramente avrete già sentito parlare di Сочи (Sochi), città della Russia meridionale che si trova sulla costa del Чёрное море (Mar Nero) nella regione di Краснодар (Krasnodar). È stata infatti teatro degli Зимние Олимпийские игры 2014 (Giochi Olimpici Invernali del 2014), ed anche lo scorso anno vi si giocarono alcune partite del Чемпионат мира по футболу 2018 (Campionato del mondo di calcio 2018).

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L’importanza di Сочи, però, non si ferma alle Olimpiadi né al Campionato del Mondo: si tratta infatti della più grande località turistica russa, direttamente sul mare e al tempo stesso circondata da montagne. Si trova in una regione un tempo parte dell’Impero Ottomano, che passò alla Russia solo nel XIX° secolo. La città di Сочи, che prende il nome dal fiume che la attraversa, è così nota solo dal 1896, anche se l’insediamento originario risale al 1838 quando iniziò la costruzione di una fortezza, форт Александрия (Forte Alessandria).

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Dal punto di vista architettonico, una delle zone più interessanti di Сочи è senz’altro Курортный проспект (Kurortniy prospekt), lungo i cui 10 chilometri vennero costruiti, a partire dalla fine degli anni ’20 fino alla fine degli anni ’30, e poi ancora dopo la Seconda Guerra Mondiale, numerosi edifici disegnati dagli architetti più famosi dell’epoca in Unione Sovietica. Su Курортный проспект si trova inoltre Платановая аллея (Viale dei Platani), con le sue Поющие фонтаны (Fontane cantanti) ed i loro spettacoli di luci e musica.

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Vale senz’altro la pena di trascorrere qualche settimana a Сочи, per passeggiare all’ombra di Платановая аллея e gustarsi il brusio diurno e notturno che anima la città. Se volete apprezzare il vostro soggiorno davvero, però, meglio essere in grado di capire e farsi capire senza problemi: venite a studiare russo da noi con i nostri corsi per turisti!

Buon viaggio!

 

 

Realismo e modernità in Пименов

Юрий Пименов (Yuriy Pimenov) è un художник (pittore) russo e moscovita che nel corso della sua vita ha attraversato praticamente ogni fase della parabola sovietica, riflettendone le diverse caratteristiche nell’evoluzione della propria pittura.

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Nato nel 1903 a Москва (Mosca), Пименов frequentò il celebre ВХУТЕМАС (Vhutemas, per esteso Высшие художественно-технические мастерские – Atelier superiore di arte e tecnica) assieme ad Александр Дейнека (Aleksandr Deineka) nella prima metà degli anni ’20. Sempre come Дейнека, Пименов fece parte del collettivo artistico ОСТ (OST, per esteso Общество художников-станковистов – Società degli artisti-operai), che sempre negli anni ’20 si prefiggevano di dipingere e propagandare l’industrializzazione e le conquiste sovietiche utilizzando tecniche pittoriche ispirate all’espressionismo tedesco.

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Più avanti nella sua vita, la pittura di Пименов si evolse verso soggetti più intimistici e verso l’impressionismo. Пименов si dedicò non solo alla pittura, ma anche all’insegnamento, alla scenografia teatrale ed alla produzione di плакаты (manifesti) cinematografici.

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Pluripremiato nell’arco di oltre quattro decenni nel corso della sua attività, Пименов morì nel 1977 ed è sepolto nel Новодевичье кладбище (cimitero di Novodevichiy).

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Potete trovare oltre 130 opere di Пименов al seguente indirizzo:

https://artchive.ru/artists/31296~Yuri_Ivanovich_Pimenov/works

Vi consigliamo di sfogliare queste opere per viaggiare attraverso oltre cinquant’anni di storia sovietica e russa, grazie ad un grande artista che ci ha regalato istantanee di ogni genere, permettendoci in un certo senso di passeggiare per la Москва di quel (lunghissimo!) periodo.

Per la Russia con Горький

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Максим Горький (Maksim Gorky) è stato uno degli autori di prosa russa di maggior successo nel corso della prima metà del ‘900. Cinque volte nominato al premio Nobel per la letteratura, si è distinto tanto nel genere del роман (romanzo) quanto in quello del рассказ (racconto).

L’opera di cui vi suggeriamo la lettura oggi è un ciclo di racconti intitolato По Руси (Attraverso la Russia), inizialmente pubblicati su varie riviste letterarie tra il 1912 e il 1918 e poi pubblicati in unico volume nel 1923.

In questi racconti Горький ci presenta una Russia autentica, per nulla letteraria, eppure proprio per questo decisamente varia ed interessante. Il punto di vista è quello, in prima persona, dello stesso Горький, che spazia dalle rive del Mar Nero alle valli del Caucaso, dalla regione del Volga alle pianure che circondano Mosca, ma senza mai entrare in città. Ci racconta infatti una Russia rurale, quotidiana, umile e spesso brutale, tanto per gli abitanti del luogo quanto per i lavoratori alla giornata che vengono da lontano.

Si tratta di racconti probabilmente ispirati dal lungo viaggio intrapreso da Горький nel 1891, in gioventù, quando partito dalla sua Нижний Новгород (Nizhniy Novgorod) attraversò Russia, Ucraina e Georgia.

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Consigliamo la lettura di questi racconti a tutti coloro che abbiano un interesse per la Russia rurale e per le usanze della popolazione russa. In un certo senso, l’ambientazione di questi racconti e l’arretratezza dei luoghi dove si svolgono li estrae dal tempo: Горький ci racconta il periodo a cavallo tra XIX° e XX° secolo, ma quello che descrive sarebbe potuto avvenire anche due secoli prima.

Segnaliamo a coloro che avessero già letto Мать dello stesso autore che il linguaggio usato in questi racconti è molto più complesso, e la lettura risulta quindi più laboriosa. Ma è così che si sviluppa il proprio vocabolario!

Buona lettura!