Послушники: tra religione e spionaggio

wqlbes9iwwq

Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto molti documentari, ma quello che vi proponiamo oggi riguarda senz’altro la vicenda più incredibile ed interessante. Операция „Послушники“. Между молотом и наковальней (Operazione “Novizi”. Tra il martello e l’incudine) racconta infatti come, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, alcuni sacerdoti ortodossi nel territorio occupato dai nazisti collaborarono attivamente con la resistenza ed i servizi segreti sovietici.

Nonostante la Православная церковь (Chiesa Ortodossa) fosse oppressa dal potere ateo sovietico e nonostante il potere nazista fosse utilitaristicamente meglio disposto nei suoi confronti, questi sacerdoti divennero dei veri e propri разведчики (agenti segreti), e nell’ambito della Операция „Послушники“ accolsero nelle catacombe del Псково-Печерский монастырь (Monastero Pskovo-Pecherskiy) non solo partigiani e soldati ma addirittura dei разведчики professionisti, che vestivano gli abiti monastici per svolgere le loro attività senza insospettire i nazisti.

Il successo di questa operazione portò all’Armata Rossa un enorme vantaggio nella decisiva курская битва (battaglia di Kursk): la радиоигра (spionaggio radio) dei послушники convinse infatti la Wermacht che l’Armata Rossa si preparava ad un attacco in altra zona, e questo portò i tedeschi a dirigere altrove parte delle loro divisioni di carri armati.

30

Consigliamo la visione di questo documentario a tutti coloro che sono appassionati di storia ed in particolare di questo periodo storico. La visione di Операция „Послушники“. Между молотом и наковальней è inoltre consigliatissima a chi vuole esercitare la sua comprensione della lingua russa parlata: si tratta di un documentario impegnativo, considerata la complessità della vicenda, e vederlo è quindi un’ottima prova.

Questo è il link:

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/operatsiya-poslushniki-mezhdu-molotom-i-nakovalney

Buona visione!

Маршалы Победы – documentario in due parti

37446_big_6e55044067

Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto diversi documentari storici trasmessi dal Первый канал (Primo canale), ed anche oggi vogliamo suggerirvene uno estremamente interessante per tutti coloro che sono appassionati di storia.

Маршалы Победы (I Marescialli della Vittoria) è un документальный фильм (documentario) in due parti, per una durata complessiva di circa un’ora e quaranta minuti. Vi si raccontano le gesta dei comandanti dell’Armata Rossa insigniti dell’орден Победы (ordine della Vittoria), la più alta decorazione militare esistente, creata nel 1943 dopo la курская битва (battaglia di Kursk), la vittoria nella quale convinse lo stesso Сталин (Stalin) che l’Unione Sovietica avrebbe prevalso sulla Germania nazista.

In Маршалы Победы si racconta la storia dei dieci comandanti che ricevettero questa decorazione, attraverso i ricordi dei loro figli e nipoti e con la partecipazione di esperti di storia militare. Sono storie tra di loro molto diverse, e attraversano tutti i fronti della Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come è conosciuta la Seconda Guerra Mondiale in Russia e in alcuni paesi ex-sovietici).

Come già detto, si tratta di un документальный фильм per appassionati, ed inoltre il susseguirsi di voci differenti richiede un’ottima comprensione del russo parlato. Lo consigliamo quindi solo a chi davvero vuole affrontare un esercizio di comprensione orale di livello impegnativo.

Qui sotto i link:

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-1

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-2

Buona visione!

Le statue di Алёша, in Russia e altrove

pamyatnik-aleshe-v-murmanske-11

A Мурманск (Murmansk), all’estremo nord del territorio russo, si può trovare un памятник (monumento) mastodontico, che con i suoi 42 metri di altezza è secondo come dimensioni solo alla famosissima statua Родина-мать зовёт! (La madre patria chiama!) di Волгоград (Volgograd).

Si tratta del Мемориал «Защитникам Советского Заполярья в годы Великой Отечественной войны» (Memoriale ai “Difensori del territorio polare sovietico negli anni della Grande Guerra Patriottica”), più noto con il nome proprio di Алёша (Alyosha): un soldato che guarda a ovest, verso la Долина Славы (Valle della Gloria), dove ai tempi della Seconda Guerra Mondiale ci furono i combattimenti più feroci per Мурманск.

Questa statua di oltre 5000 tonnellate non è però l’unica del suo genere, né l’unica a essere conosciuta come Алёша: se ne trovano altre tre in diverse località fuori dalla odierna Russia, ma che facevano parte dell’Unione Sovietica o del Patto di Varsavia.

Una, il Бронзовый солдат (Soldato di bronzo), è a Таллин (Tallin), anche se nel 2007 è stata spostata nel cimitero militare. Un’altra, nota anche come Павлуша (Pavlusha), si trova a Харьков (Kharkov). Ma la più scenografica si trova in Bulgaria, a Plovdiv, dove occupa la vetta di uno dei sei colli della città: quest’ultima, con le sue scritte in lingua russa, non solo è diventata il simbolo della città, che 10 anni fa ne ha festeggiato i 50 anni, ma è anche l’oggetto di poesie e canzoni.

b9d1aa11093b0561d0e233b1c8219

Buon viaggio!

Александр Мамкин, un eroe della Seconda Guerra Mondiale

1455993208263669863-c698051d76ffd27128965b8db02f3c07

I racconti che narrano le gesta di soldati e civili durante la Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata in Russia la Seconda Guerra Mondiale) abbondano.

Fanno parte di una vera e propria epica russa, con la differenza che si tratta di vicende vere, tuttalpiù in parte romanzate: sono spesso i testimoni di quelle gesta a tramandarle, in vari casi per gratitudine dato che devono la vita a questi eroi del XX° secolo.

mamkin

La storia di Александр Мамкин (Aleksandr Mamkin) e della операция «Звёздочка» (operazione “Stellina”) occupa però un posto d’onore anche nell’ambito dell’epica sovietica: si tratta di una vicenda commovente, che è raccontata in modo breve ma efficace in un articolo pubblicato proprio due giorni fa che vi riportiamo. 

https://naprimer.today/hist120917/

Consigliamo a chi conosce o sta studiando il russo di leggere direttamente l’articolo, dato che è facilmente comprensibile a livello sia lessicale che di costruzioni e non richiede di impiegare molto tempo nell’esercizio.

Per chi non conoscesse la lingua russa, invece, questo è quanto successe: nel corso dell’inverno tra il ’43 e il ’44, a Полоцк (Polotsk) nel territorio occupato della Белоруссия (Bielorussia) i tedeschi avevano bisogno di sangue per le trasfusioni ai loro feriti. Decisero di ricavarlo dai bambini del детский дом (orfanotrofio) locale. Il direttore del детский дом riuscì fortunatamente a prendere tempo, convincendo i tedeschi che i bambini erano in condizioni tali che, prima di potere usare il sangue dei bambini, avrebbero dovuto curarli e nutrirli adeguatamente per qualche tempo.

Entrarono qui in gioco i partigiani del gruppo «Бесстрашные» (“Senza paura”), che organizzarono assieme all’aeronautica militare sovietica l’operazione di salvataggio nota come операция «Звёздочка»: i bambini ed il personale del детский дом vennero fatti passare nella notte tra il 18 ed il 19 febbraio nella zona controllata dai partigiani, e da lì iniziarono le operazioni di evacuazione tramite velivoli Р-5 (R-5), attraverso la linea del fronte.

Tra i piloti di questi aerei c’era il ventottenne Александр Мамкин, figlio di contadini della regione di Воронеж (Voronezh). Cresciuto senza il padre, morto quando aveva soli due anni, Мамкин era diventato pilota civile a pochi anni dall’inizio della guerra, nel corso della quale aveva già compiuto circa 70 voli notturni di ricognizione oltre le linee nemiche. Gli ultimi di questi voli furono quelli che Мамкин portò a termine nell’операция «Звёздочка», e viene giustamente ricordato per aver portato a termine in condizioni estreme il volo conclusivo dell’operazione.

Quest’ultimo volo partì la notte tra il 10 e l’11 aprile del ’44, e trasportava dieci bambini, la loro educatrice e due partigiani feriti. Attraversando la linea del fronte l’Р-5 venne colpito, e la cabina cominciò a bruciare. Se Мамкин fosse stato da solo, avrebbe potuto lanciarsi col paracadute ed evitare la morte, ma aveva la responsabilità di altre 13 vite umane: continuò a volare, in condizioni disperate, bruciando, e nonostante il dolore riusci ad atterrare in una radura. Uscendo non si capisce bene come dalla cabina, le sue ultime parole prima di morire furono: «Дети живы?» (“I bambini sono vivi?”).

Lo erano.

 

 

Лаврентий Берия: la verità (o no?)

Nel corso delle ultime settimane, ogni domenica sera il Первый канал (Primo canale della tv nazionale russa) sta trasmettendo “Страна Советов – Забытые вожди” (Lo stato dei Soviet – Condottieri dimenticati), una serie di documentari storici dedicati a personalità di spicco dell’Unione Sovietica, i cui nomi sono conosciuti ma la cui storia non lo è altrettanto.

216459-730xp

Si tratta di un документально-исторический цикл (ciclo di documentari storici) girato solo l’anno scorso, finanziato dal Министерство культуры Российской Федерации (Ministero della cultura della Federazione Russa) e destinato a fare discutere. In particolare, potrebbe essere fonte di controversie la doppia puntata dedicata a Лаврентий Берия (Lavrentiy Beria): nel documentario si raccontano infatti tutti i suoi successi come dirigente politico, prima nel Caucaso e poi su tutto il territorio dell’Unione Sovietica, e si oltrepassa la narrativa kruscheviana secondo la quale Берия era non solo il principale responsabile delle purghe staliniane (a cui in realtà mise freno) ma anche un violentatore ed assassino di giovani donne (accuse mai provate). Revisionismo o giusta riabilitazione? Propaganda sciovinista o informazione?

Il documentario, di cui vi forniamo sia il link originale che un link su youtube (comunque da aprire in altra finestra), è in ogni caso estremamente interessante e di eccellente fattura. È consigliato non solo a chi è appassionato di storia, ma anche a chi vuole esercitare la comprensione del russo parlato: la narrazione è molto chiara, con voci misurate e pronunce senza accenti. Vedere questo, e gli altri film di questa serie, è senz’altro un ottimo esercizio per chi già capisce il russo ma ha difficoltà a seguire i film o i notiziari.

http://www.1tv.ru/doc/pro-istoriyu/strana-sovetov-zabytye-vozhdi-lavrentiy-beriya-dokumentalno-istoricheskiy-cikl

Buona visione!

Горячий снег, romanzo di Бондарев

7322

Юрий Бондарев (Yuriy Bondarev) è uno scrittore sovietico e russo, autore di diversi romanzi appartenenti al genere letterario della лейтенантская проза (prosa dei luogotenenti). Con questa locuzione si indica in lingua russa quel filone letterario in cui gli allora giovani ufficiali raccontano gli eventi vissuti in prima persona durante la Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata nei paesi ex-sovietici ed in Russia in particolare la Seconda Guerra Mondiale).

In Горячий снег (Neve calda), pubblicato nel 1970, Бондарев racconta gli avvenimenti di pochissimi giorni, fittissimi e tremendi, nel dicembre 1942 a una cinquantina di chilometri da Сталинград (Stalingrado). In un grande esempio di социалистический реализм (realismo socialista), Бондарев è capace di catapultarci sul campo di battaglia e farci vivere in prima persona il dramma e la disperazione della guerra, la paura e la rabbia, ma anche le speranze dei soldati.

7329

Consigliamo questo libro a chi già ha un’ottima conoscenza del russo, dato che la lingua utilizzata da Бондарев è complessa e le sue frasi hanno costruzioni molto articolate. Per di più, il libro abbonda di termini tecnico-militari che appesantiscono la lettura e la comprensione specie per chi non ha già una buona dimestichezza con la comprensione del russo scritto. Tuttavia, come già anticipato, leggere Горячий снег è un’esperienza avvincente, e Бондарев non solo descrive in modo eccelso panorami desolanti e battaglie, ma è anche capace di farci immedesimare con i suoi protagonisti e farci entrare nella loro psicologia.

Buona lettura!

Александр Невский di Eisenstein

Vi abbiamo già proposto un film storico di Сергей Эйзенштейн (Sergey Eisenstein), in cui il ruolo di protagonista è interpretato dal magnifico Николай Черкасов (Nikolay Cherkasov), ed oggi ve ne proponiamo un altro ancora anteriore, uscito nel 1938.

Vi si raccontano le gesta di Александр Невский (Aleksandr Nevskiy), князь (principe) e святой (santo) russo che nel corso del XIII° secolo difese la Русь (Rus’), a quell’epoca sotto attacco da parte dei tartari e dei cavalieri teutonici. In particolare, in questo film si racconta la sua vittoria nel Ледовое побоище (battaglia del lago ghiacciato), epico scontro con i cavalieri dell’ordine livoniano avvenuto nel 1242 sul Чудское озеро (lago dei Ciudi, che oggi si trova al confine tra Russia ed Estonia).

https://www.youtube.com/watch?v=-nRev9FvsBU

Il film Александр Невский ebbe un enorme successo, per di più a più riprese: ad una prima uscita nelle sale del 1938 si sommò infatti una seconda, nel 1941, quando il film assunse anche un significato simbolico dato che era in corso l’invasione nazista ed il parallelo con i cavalieri teutonici era inevitabilmente molto sentito. Così sentito che, in occasione del 700° anniversario del Ледовое побоище, il film venne accompagnato da un плакат (manifesto) propagandistico con le parole di Александр Невский e di Иосиф Сталин (Iosif Stalin):

a_nev02

Ve ne riportiamo il testo e la traduzione:

“Кто с мечом к нам войдёт, от меча и погибнет!” (“Chi marcia verso di noi con la spada, di spada perirà!”)

“Пусть вдохновляет вас в этой войне мужественный образ наших великих предков” (“Che vi ispiri in questa guerra l’immagine virile dei nostri grandi antenati.”)

Anche in questo caso, i dialoghi quasi teatrali, lenti e pronunciati chiaramente, rendono questo film di Эйзенштейн perfetto per chi sta esercitando la sua comprensione della lingua parlata. Ma non solo: è ovviamente consigliato a tutti coloro che hanno un interesse per la storia russa, ed essendo provvisto di sottotitoli in inglese può essere visto anche da chi non capisce il russo.

Buona visione!

 

Il mercato delle pulci di Измайлово

kreml-09s

Измайлово (Izmaylovo) è un quartiere a nord-est di Москва (Mosca), nel cui omonimo parco ha luogo da ormai più di 25 anni un famosissimo блошиный рынок (mercato delle pulci): il Вернисаж (Vernissage).

Nel corso degli anni, il Вернисаж è cresciuto sempre più, ed è ormai un punto di riferimento per qualsiasi turista che voglia acquistare souvenir da riportare ai suoi cari dopo un soggiorno a Москва. Ci si può trovare davvero qualsiasi cosa, dall’arte moderna all’antiquariato, dalle riproduzioni dei советские плакаты (manifesti sovietici) ad ogni genere di матрёшка (matryoshka).

Per quanto sia piuttosto commerciale e per certi versi kitsch, rimane una tappa inevitabile di qualsiasi soggiorno nella capitale russa. Peraltro, sebbene non sia certo il блошиный рынок più autentico della galassia russa ed ex-sovietica, passarci una giornata permette di venire a contatto con diversi aspetti della tradizione e della cultura russa. Chi poi già conosce un po’ di russo avrà l’occasione, se vuole, di fare un po’ di pratica di conversazione sul campo e торговаться (negoziare), tirando sul prezzo di quello che vuole acquistare.

0_782af_5ef42f41_l

Per arrivarci, prendete la linea 3 o Арбатско-Покровская линия (linea Arbatsko-Pokrovskaya) e scendete alla stazione Партизанская (Partizanskaya). Approfittatene anche per dare un’occhiata a questa stazione, che è una delle più decorate di tutta la метро (metro) di Москва, con bassorilievi e sculture che glorificano il movimento partigiano russo.

Buon viaggio!

 

La fortezza di Брест

In Белоруссия, sebbene la lingua russa e la lingua bielorussa condividano lo status di lingue ufficiali, l’utilizzo del russo è prevalente specialmente nei grandi centri, e la conoscenza del russo è quindi fondamentale e sufficiente per chi volesse visitare il paese.

La Брестская крепость (fortezza di Brest) si trova nella parte sud-occidentale della Белоруссия (Bielorussia) al confine con la Polonia. Per il suo ruolo nella resistenza nel corso dell’invasione nazista, ha ricevuto la nomina di Крепость-герой (fortezza-eroina, unica крепость a entrare nel novero delle города-герои – città eroine).

0_19fae_2267521b_orig

La storia della Брестская крепость risale all’Impero Russo, ed in particolare alla prima metà del XIX° secolo, quando venne costruita una cittadella difensiva nel luogo in cui il fiume Мухавец (Mukhavez) affluisce nel Западный Буг (Bug Occidentale). In seguito alla firma in loco, nel 1918, del Брест-Литовский мирный договор (Trattato di pace di Brest-Litovsk), passò di mano diverse volte per poi passare sotto il controllo dei polacchi.

Venne poi conquistata dalla Germania nazista nel 1939, e lasciata all’Unione Sovietica in esecuzione del пакт Молотова — Риббентропа (patto Molotov – Ribbentrop). Nel 1941, però, iniziò l’Operazione Barbarossa: i tedeschi, forti di 17000 unità di fanteria, intendevano conquistare la Брестская крепость entro il mezzogiorno del primo giorno di battaglia, ma si trovarono di fronte a una resistenza inattesa e disperata (uno dei graffiti lasciati dai soldati dell’Armata Rossa recita “Я умираю, но не сдаюсь! Прощай, Родина” – “Muoio, ma non mi arrendo! Addio, Patria”), che li costrinse a combattere per ben 32 giorni.

Come per molti altri luoghi della resistenza sovietica, la Брестская крепость è divenuta fonte di ispirazione per numerosi articoli, quadri, racconti e film, tra cui alcuni pubblicati ancora ai tempi della guerra come strumento propagandistico per incitare i soldati al fronte.

ef0f36b9582cefa7588b16f6aeabb9ae

Ad oggi della Брестская крепость rimangono delle rovine che, assieme alle installazioni monumentali sovietiche, costituiscono l’omonimo мемориальный комплекс (complesso memoriale). Si tratta di un luogo estremamente suggestivo, consigliatissimo agli appassionati di storia moderna e raggiungibile anche da una città ben collegata con l’Italia come Varsavia (attenzione però: per la Белоруссия c’è bisogno del visto!).

Buon viaggio!

 

La Madre Patria chiama a Волгоград

4fae66fb7e726

Tra le tante sculture dell’epoca sovietica, Родина-мать зовёт! (La Madre Patria chiama!)  a Волгоград (Volgograd, un tempo Сталинград – Stalingrado) è senz’altro la più famosa.

Fu costruita dallo scultore Евгений Вучетич (Evgeniy Vuchetich) e dall’architetto Николай Никитин (Nikolay Nikitin) nell’ambito del complesso monumentale Героям Сталинградской битвы (Agli eroi della battaglia di Stalingrado). La sua costruzione durò ben 8 anni, dal 1959 al 1967, e da allora veglia sulla città dalla sommità del Мамаев курган (Mamaev kurgan, la collina che domina Волгоград).

143316685539333400

Fa parte di un trittico, che da Магнитогорск (Magnitogorsk) negli Urali porta a Волгоград e infine a Berlino. Nella prima delle due località russe, Магнитогорск, si trova Тыл — фронту (Dalle retrovie al fronte, del 1979), dove viene forgiata la Меч Победы (Spada della Vittoria). Qui a Волгоград la Меч Победы è sollevata per chiamare il popolo alla battaglia, mentre a Berlino il Воин-освободитель (Guerriero-liberatore, sempre di Вучетич, innalzato nel 1949) finalmente la abbassa calpestando una svastica distrutta.

Sebbene si tratti di monumenti altamente retorici, che possono non incontrare i gusti dei più, è proprio nella loro imponenza che sono importanti per capire quello che è per la Russia e per la cultura russa la Победа: un vero e proprio culto, occasione di celebrazioni solenni ogni 9 maggio e tradizione imperitura, ad eterna memoria delle nuove generazioni.