Il mercato delle pulci di Измайлово

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Измайлово (Izmaylovo) è un quartiere a nord-est di Москва (Mosca), nel cui omonimo parco ha luogo da ormai più di 25 anni un famosissimo блошиный рынок (mercato delle pulci): il Вернисаж (Vernissage).

Nel corso degli anni, il Вернисаж è cresciuto sempre più, ed è ormai un punto di riferimento per qualsiasi turista che voglia acquistare souvenir da riportare ai suoi cari dopo un soggiorno a Москва. Ci si può trovare davvero qualsiasi cosa, dall’arte moderna all’antiquariato, dalle riproduzioni dei советские плакаты (manifesti sovietici) ad ogni genere di матрёшка (matryoshka).

Per quanto sia piuttosto commerciale e per certi versi kitsch, rimane una tappa inevitabile di qualsiasi soggiorno nella capitale russa. Peraltro, sebbene non sia certo il блошиный рынок più autentico della galassia russa ed ex-sovietica, passarci una giornata permette di venire a contatto con diversi aspetti della tradizione e della cultura russa. Chi poi già conosce un po’ di russo avrà l’occasione, se vuole, di fare un po’ di pratica di conversazione sul campo e торговаться (negoziare), tirando sul prezzo di quello che vuole acquistare.

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Per arrivarci, prendete la linea 3 o Арбатско-Покровская линия (linea Arbatsko-Pokrovskaya) e scendete alla stazione Партизанская (Partizanskaya). Approfittatene anche per dare un’occhiata a questa stazione, che è una delle più decorate di tutta la метро (metro) di Москва, con bassorilievi e sculture che glorificano il movimento partigiano russo.

Buon viaggio!

 

Pietroburgo di Андрей Белый

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Андрей Белый (Andrey Beliy) è uno scrittore russo attivo nella prima parte del XX° secolo, capostipite delle correnti del simbolismo e modernismo russi.

Петербург (Pietroburgo) è il suo secondo роман (romanzo), pubblicato nel 1913 ma ambientato nel 1905 ai tempi della prima rivoluzione russa. Racconta una storia movimentata, in cui un’organizzazione terroristica pretende da Николай Аполлонович Аблеухов (Nikolay Appollonovich Ableukhov) l’assassinio di suo padre, un noto funzionario governativo. Sebbene l’intreccio si svolga in un’atmosfera surreale e allucinata (la stessa Петербург – specie nel corso della notte – diventa un personaggio), è un libro che si ispira a personaggi effettivamente esistiti: il padre di Николай, Аполлон Аполлонович Аблеухов (Apollon Appollonovich Ableukhov) è modellato sul consigliere reazionario Константин Победоносцев (Konstantin Pobedonoszev), mentre il terrorista Александр Иванович Дудкин (Aleksandr Ivanovich Dudkin) è ispirato a Борис Савинков (Boris Savinkov).

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La scrittura di Белый è estremamente complessa, con un gioco di allitterazioni e un linguaggio molto ricercato. Per di più, sia per il suo umorismo che per l’andamento onirico della sua narrazione, la lettura di questo роман risulta davvero impegnativa: basti pensare che è considerato da Набоков (Nabokov) il precursore dell’Ulisse di Joyce. Tuttavia, rimane un capolavoro della letteratura russa, e lo sforzo di chi volesse leggerlo verrà ampiamente premiato (ovviamente lo consigliamo solo a chi padroneggia ormai la lingua russa).

Buona lettura!

La seconda parte di Иван Грозный

La seconda parte di Иван Грозный (Ivan il Terribile), intitolata Боярский заговор (La cospirazione dei boiari) e girata sempre nel corso della Seconda Guerra Mondiale, venne pubblicata solo postuma nel 1958. 

Come già detto, la realizzazione del film sul primo царь (zar) russo fu un’idea dello stesso Сталин (Stalin), ed il suo coinvolgimento non si fermava lì: Сталин era direttamente coinvolto nella revisione della sceneggiatura, che sebbene fosse opera di Эйзенштейн (Eisenstein) era sottoposta alla sua approvazione. Questo secondo episodio, secondo Сталин, avrebbe dovuto soffermarsi maggiormente sul ruolo dell’опричнина (oprichnina), le guardie personali dello царь su cui Иван Грозный fece grande affidamento per portare avanti le sue riforme accentratrici in Russia. Сталин ordinò quindi a Эйзенштейн di tornare a lavorare sul film. Si dice che Эйзенштейн avesse accolto la critica come giusta, e che fosse pronto a tornare a lavorare sul film: intendeva anzi continuare a girare Иван Грозный, che nelle sue idee si sarebbe concluso solo dopo un terzo episodio. Purtroppo, però, non ne ebbe il tempo: fu stroncato da un infarto nel 1948, lasciando questo lavoro incompiuto.

A recitare il ruolo principale è ancora il grandissimo Николай Черкасов (Nikolay Cherkasov), forse il più grande attore russo dell’epoca. Magistrale la sua interpretazione in questo secondo episodio, in cui esprime con violenza tutta la disperazione e la solitudine di Иван Грозный.

https://www.youtube.com/watch?v=XEfDe4fvfFA

Per vedere il film, il video va aperto in youtube in una nuova finestra. Sono disponibili anche i sottotitoli in inglese: per attivarli bisogna cliccare sull’apposita icona in basso a destra.

I mondi leggeri di Татьяна Толстая

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Abbiamo già avuto occasione di parlarvi di Татьяна Толстая (Tatyana Tolstaya), una delle maggiori scrittrici russe contemporanee.

Oggi vi proponiamo un suo libro molto recente, Легкие миры (Mondi leggeri). Si tratta di uno сборник (raccolta) del 2014, che raccoglie le произведения (opere) della Толстая pubblicate nel corso degli anni precedenti su giornali, blog e addirittura sulla pagina facebook dell’autrice.

Sono racconti, ricordi ed osservazioni от первого лица, in cui Татьяна Толстая impiega, per la prima volta in un libro stampato, la prima persona singolare. Ci sono racconti più canonici, come appunto Легкие миры da cui lo сборник prende il nome, in cui la Толстая racconta il periodo da lei trascorso negli Stati Uniti come insegnante universitaria, e pezzi molto più atipici, come ad esempio Желтые цветы (fiori gialli, di cui vi abbiamo proposto un estratto), ma rimane sempre una costante: uno sguardo dissacrante ed acuto, che coglie appieno e ci racconta i paradossi dell’anima russa con fine umorismo.

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La scrittura di Татьяна Толстая, data la provenienza di questi testi, è in questo caso meno impegnativa, di più facile comprensione che in altre sue opere. Ne consigliamo in particolare la lettura a chi volesse addentrarsi nella cultura russa contemporanea e non solo: quale miglior modo di farlo, se non condotti per mano da una grande scrittrice? A questo riguardo, è interessantissima l’intervista di Иван Давыдов (Ivan Davydov) a Татьяна Толстая qui pubblicata col titolo di Колдовство (Stregoneria), in cui si discute dei poteri magici della parola nel mondo russo.

Buona lettura!

Ivan il Terribile di Эйзенштейн

Сергей Эйзенштейн (Sergey Eisenstein) è il режиссёр (regista) russo per antonomasia, conosciuto in tutto il mondo per i suoi film, in particolare quelli a carattere storico.

Vi proporremo alcuni dei suoi film, che per quanto ormai molto vecchi sono di indiscusso interesse e, per la loro messa in scena decisamente teatrale, contengono dialoghi e monologhi recitati lentamente, in modo chiaro, che li rendono ideali per chi sta imparando il russo (sono inoltre disponibili i sottotitoli in inglese, attivabili premendo sull’apposita icona in basso a destra).

Иван Грозный (Ivan il Terribile) è un film in episodi girato nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dal 1941 al 1945, che racconta le gesta del primo царь (zar) della Russia ed in particolare la sua lotta per preservare il potere dai ricchi boiari. L’idea di girare questo film fu dello stesso Сталин (Stalin), che voleva riabilitare ed esaltare la figura forte di Иван Грозный: spietato sì, ma giusto nella sua disperata difesa della Russia e quindi del popolo dagli interessi dei boiari, scontentati dalla sua regola. Non stupisce quindi che, per questo primo episodio, Эйзенштейн abbia ricevuto la Сталинская премия первой степени (Premio di Stalin di primo livello), massima onorificenza dei tempi. 

Per vedere il film, il video va aperto in youtube in una nuova finestra.

La fortezza di Брест

In Белоруссия, sebbene la lingua russa e la lingua bielorussa condividano lo status di lingue ufficiali, l’utilizzo del russo è prevalente specialmente nei grandi centri, e la conoscenza del russo è quindi fondamentale e sufficiente per chi volesse visitare il paese.

La Брестская крепость (fortezza di Brest) si trova nella parte sud-occidentale della Белоруссия (Bielorussia) al confine con la Polonia. Per il suo ruolo nella resistenza nel corso dell’invasione nazista, ha ricevuto la nomina di Крепость-герой (fortezza-eroina, unica крепость a entrare nel novero delle города-герои – città eroine).

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La storia della Брестская крепость risale all’Impero Russo, ed in particolare alla prima metà del XIX° secolo, quando venne costruita una cittadella difensiva nel luogo in cui il fiume Мухавец (Mukhavez) affluisce nel Западный Буг (Bug Occidentale). In seguito alla firma in loco, nel 1918, del Брест-Литовский мирный договор (Trattato di pace di Brest-Litovsk), passò di mano diverse volte per poi passare sotto il controllo dei polacchi.

Venne poi conquistata dalla Germania nazista nel 1939, e lasciata all’Unione Sovietica in esecuzione del пакт Молотова — Риббентропа (patto Molotov – Ribbentrop). Nel 1941, però, iniziò l’Operazione Barbarossa: i tedeschi, forti di 17000 unità di fanteria, intendevano conquistare la Брестская крепость entro il mezzogiorno del primo giorno di battaglia, ma si trovarono di fronte a una resistenza inattesa e disperata (uno dei graffiti lasciati dai soldati dell’Armata Rossa recita “Я умираю, но не сдаюсь! Прощай, Родина” – “Muoio, ma non mi arrendo! Addio, Patria”), che li costrinse a combattere per ben 32 giorni.

Come per molti altri luoghi della resistenza sovietica, la Брестская крепость è divenuta fonte di ispirazione per numerosi articoli, quadri, racconti e film, tra cui alcuni pubblicati ancora ai tempi della guerra come strumento propagandistico per incitare i soldati al fronte.

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Ad oggi della Брестская крепость rimangono delle rovine che, assieme alle installazioni monumentali sovietiche, costituiscono l’omonimo мемориальный комплекс (complesso memoriale). Si tratta di un luogo estremamente suggestivo, consigliatissimo agli appassionati di storia moderna e raggiungibile anche da una città ben collegata con l’Italia come Varsavia (attenzione però: per la Белоруссия c’è bisogno del visto!).

Buon viaggio!

 

Эдуард Лимонов secondo Carrère

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Эдуард Лимонов (Eduard Limonov) è uno scrittore e poeta russo dalla vita estremamente avventurosa, che negli ultimi 25 anni si è principalmente dedicato all’attività politica (è uno dei fondatori della Национал-большевистская партия, il partito nazional-bolscevico, partito estremista di opposizione nel panorama politico russo).

Emmanuel Carrère è invece uno scrittore francese di successo, figlio di una famosa sovietologa, che aveva conosciuto Савенко (Savenko, vero nome di Лимонов che prende il suo soprannome dal termine лимонка, letteralmente “piccolo limone”, che sta ad indicare un particolare tipo di granata) alla fine degli anni ’80 a Parigi e che, per la stesura di questa biografia romanzata, lo ha rincontrato a Москва (Mosca) ed ha trascorso diverse settimane con lui.

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“Limonov”, sebbene non sia in lingua russa (la stesura originale è infatti in francese), è un libro estremamente interessante per varie ragioni. Prima di tutto, come già detto, la vita di Лимонов è in sé un’avventura: nato durante la Seconda Guerra Mondiale, trascorre la sua infanzia a Харьков (Kharkov, attualmente in Ucraina), si trasferisce poi a Москва a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 dove la sua attività di poeta dissidente lo porta (secondo quanto dice) ai ferri corti con il КГБ (KGB). Nel ’74 gli viene data un’alternativa: o diventare осведомитель (informatore), o emigrare a ovest. Vive poi tra New York e Parigi, fino al ritorno in patria nel ’91. E c’è molto altro: la guerra nei Balcani, la prigione…

La seconda, ma non per importanza, ragione per cui il libro è consigliato è la sua ambientazione: nel raccontare la storia di Лимонов, Carrère ci dipinge un panorama di quello che sono state l’Unione Sovietica prima e la Russia poi nel corso di quasi 70 anni, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi. “Limonov” sarà quindi molto apprezzato da chi vuole saperne di più della vita in quella parte nel mondo nel XX° secolo e oltre, in quanto fornisce uno spaccato umano molto sincero, vivo e dettagliato di com’era e com’è vivere laggiù.

Buona lettura!

 

Тимофеев-Ресовский, la biografia di uno scienziato

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Николай Тимофеев-Ресовский (Nikolay Timofeev-Resovskiy) è uno dei maggiori scienziati e divulgatori del XX° secolo: biologo di caratura internazionale, è uno dei padri della genetica russa, famoso non tanto per le sue scoperte quanto per aver creato le condizioni per il progresso della scienza in un periodo estremamente complesso (nacque nel 1900 e morì nel 1980).

A lui è dedicato Зубр (Bisonte), romanzo biografico di Даниил Гранин (Daniil Granin) del 1987. Sebbene possa sembrare poco interessante o addirittura noioso leggere la biografia di uno scienziato, va ricordato che Тимофеев-Ресовский  è un personaggio straordinario: uomo dal carattere impetuoso, ha vissuto una vita estremamente avventurosa e Зубр la riflette in tutto e per tutto.

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Тимофеев-Ресовский fu красноармеец (soldato dell’armata rossa) ai tempi della guerra civile, quando si ammalò di tifo e rischio di morire in un ospedale da campo. Fu poi studente e collaboratore di Николай Кольцов (Nikolay Kol’zov), che nel 1925 lo inviò a Berlino a lavorare per l’Общество кайзера Вильгельма (Società Kaiser Wilhelm). Sfuggì così agli anni peggiori della Лысенковщина (Lysenkovshina), la campagna di repressione ai danni della genetica portata avanti dal ВАСХНИЛ (Всесоюзная академия сельскохозяйственных наук имени Ленина – Accademia sovietica delle scienze agricole intitolata a Lenin) sotto la direzione dello pseudo-scienziato Трофим Лысенко (Trofim Lysenko). Rimase in Germania anche sotto il nazismo e fino alla fine della guerra, adoperandosi per salvare dai campi di concentramento scienziati russi, ebrei e di altre nazionalità. Così, al suo ritorno, venne arrestato ed internato come невозвращенец (letteralmente “persona che non è tornata”). Nel romanzo si legge questo e molto altro.

Il libro si legge piuttosto facilmente, dato che Гранин scrive in un russo chiaro e leggero. Nel raccontare la storia di Тимофеев-Ресовский, poi, si racconta la storia della Russia durante l’Unione Sovietica e dei russi lontano dall’Unione Sovietica, nel corso della guerra e dopo la guerra. È senz’altro consigliato sia per chi vuole consolidare il suo russo, sia per chi vuole immergersi nella storia del XX° secolo, peraltro con un interessante panoramica (per profani!) sulla storia della genetica.

 

Il Cerchio Primo di Солженицын

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Александр Солженицын (Aleksandr Solzhenitsyn) non ha bisogno di introduzioni: il диссидент dissidente più famoso della letteratura russa, autore di alcune delle composizioni in lingua russa più famose del mondo (su tutte Один день Ивана Денисовича – Una giornata di Ivan Denisovich – e Архипелаг ГУЛАГ – Arcipelago Gulag).

В круге первом (Il Cerchio Primo – riferimento all’Inferno di Dante) è un роман (romanzo) straordinario, in cui Солженицын racconta la sua prigionia nella шарашка (sharashka) di Марфино (Marfino) a Москва (Mosca). La шарашка è una prigione speciale in cui ingegneri e scienziati lavorano a progetti segreti, e dove le condizioni di vita sono molto migliori che nei famigerati ГУЛАГ. Солженицын, che a Марфино aveva effettivamente passato due anni (’48-’49), dà vita a un romanzo corale in cui i personaggi sono la trasposizione letteraria di persone veramente esistite: il protagonista Глеб Нержин (Gleb Nerzhin) è ad esempio lo stesso autore, il suo amico Лев Рубин (Lev Rubin) è Лев Копелев (Lev Kopelev) e molti altri personaggi pubblici appaiono con il loro stesso nome.

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Sebbene sia stato scritto alla fine degli anni ’50, il роман venne pubblicato ufficialmente in СССР solo nel 1990: la critica ferocie al regime comunista è uno dei temi principali, specie nel confronto tra il protagonista e Лев Рубин, prigioniero eppure sempre convinto dei suoi ideali. Capolavoro vero, quest’opera è tanto romanzo storico quanto filosofico, e nelle sue fittissime 900 pagine la narrazione e le riflessioni si avvicendano magistralmente.

Sicuramente non una lettura per principianti, è però consigliatissimo non solo in lingua originale ma anche nella sua traduzione per chi volesse avere un resoconto spietato, per quanto parziale, di un’epoca non lontana ed importantissima per capire la Russia. Chi poi fosse in grado di leggere in russo potrà godere appieno della scrittura di Солженицын, impeccabile nella sua complessità.

Buona lettura!

La Roma Imperiale di Брюсов

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Валерий Брюсов (Valeriy Bryusov) è un prolifico poeta e romanziere vissuto a cavallo tra il XIX° e il XX° secolo. Vero erudito, esperto di storia e di letteratura mondiale (fu anche traduttore dal francese, dall’inglese e dal tedesco), ebbe una produzione letteraria eclettica nel corso degli anni: fu uno dei capostipiti del simbolismo russo, ma a partire dal 1910 virò verso temi classicisti.

A questa sua fase appartiene l’исторический роман (romanzo storico) Алтарь Победы (L’altare della Vittoria), ambientato nella Roma del IV° secolo. Lavoro meticoloso e impressionante per la quantità e la qualità dei dettagli, questo исторический роман ci porta indietro nel tempo a un’epoca in cui il cristianesimo iniziava ad imporsi sulle altre credenze religiose.

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La vicenda vede il giovane protagonista, un provinciale arrivato a Roma per studiare ed ospite di suo zio senatore, viaggiare per l’Italia di allora in un’atmosfera apocalittica, in balia di un turbinio di religioni e cospirazioni. Questo ci permette non solo di vivere la decadente Roma tardo imperiale, ma anche la grandiosa Milano (all’epoca capitale dell’Impero) e addirittura i dintorni del Lago di Como. Sorprendentemente, è un autore russo a portarci per mano per le strade dell’Italia di 1600 anni fa!