Il monastero Спасо-Прилуцкий a Vologda

Вологда (Vologda) è una delle più grandi città del nord-ovest della Russia, con oltre 300.000 abitanti. È una città antica, la cui дата основания (data di fondazione) si ritiene essere il 1174.

Centro nevralgico sulla tratta commerciale settentrionale verso Inghilterra e Paesi Bassi, raggiunse il suo periodo di massimo splendore nel corso del regno di Иван Грозный (Ivan Grozniy), che ne fece la capitale della Государева опричнина (oprichnina del governo: parte del territorio della Russia confiscato e nazionalizzato i cui proventi erano direttamente versati allo Zar) e ordinò di costruirvi un кремль che sarebbe dovuto essere il doppio più grande di quello di Москва (Mosca).

Si tratta di una delle città russe i cui edifici storici sono meglio conservati: sono ben 224 gli edifici storicamente rilevanti, e di questi 128 sono protetti dallo stato russo. Tra questi si trova lo Спасо-Прилуцкий монастырь (monastero Spaso-Priluzkiy), fondato nel 1371 su di un’ansa del fiume Вологда da cui la città prende il nome.

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Il fondatore del monastero, Димитрий Прилуцкий (Dimitriy Priluzkiy), era padrino dei figli del cavaliere Дмитрий Донской (Dmitriy del Don, così chiamato in onore della sua vittoria sui turchi nella Куликовская битва – battaglia di Kulikovo), il quale finanziò la costruzione del monastero.

Le costruzioni conservatesi, però, risalgono al XVI° secolo: al centro del complesso sorge la Спасский собор (Cattedrale della Salvazione), collegata tramite un переход (passaggio) alle кельи (celle) dei monaci e alla трапезная (refettorio) della церковь Введения (chiesa della Presentazione). Attorno a queste si trovano ulteriori chiese, celle e pozzi d’acqua, racchiusi da una cinta di mura esterna dotata di torri difensive.

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Lo Спасо-Прилуцкий монастырь venne chiuso al culto dal governo sovietico nel 1926, e trovò utilizzo negli anni ’30 come пересылка (carcere di passaggio). Solo nel 1992 venne restituito alla chiesa, e tornò subito in funzione. Oggi è aperto alle visite, e per quanto si trovi al di fuori degli itinerari turistici più classici è un vero e proprio gioiello che vale la pena di visitare.

Buon viaggio!

 

 

Il мавзолей di Khoja Ahmed Yasawi

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Tra i paesi ex sovietici in cui la lingua russa prevale, un posto particolare va riservato all’enorme Казахстан (Kazakhstan): secondo paese più grande dell’ex Unione Sovietica, è ufficialmente un paese bilingue. Tuttavia, sebbene la lingua di stato sia il kazako, lingua natale del 64% circa della popolazione, il russo ha lo status di lingua ufficiale dato che praticamente tutti lo parlano e può essere quindi utilizzato come lingua franca.

Il мавзолей (mausoleo) di cui parliamo oggi, situato a Туркестан (Turkestan) nel sud del paese, è intitolato al poeta e predicatore sufi vissuto nel corso del XII° secolo Ходжа Ахмед Ясави (Khoja Ahmed Yasawi). L’edificio odierno risale però alla fine del XIV° secolo, quando il condottiero Тамерлан (Tamerlan) fece ampliare e rimodernare la tomba originale.

Questo мавзолей è composto di otto sale di vario genere, che si raggruppano attorno alla centrale қазандық (kazandyk, la sala del tay kazan ovverosia il calderone che potete vedere qui sotto): ci sono una мечеть (moschea), una столовая (refettorio), due дворцы (palazzi, ovverosia residenze reali), una библиотека (biblioteca), una колодезная (sala del pozzo) ed ovviamente la усыпальница (sepoltura). 

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Per quanto Туркестан e le immense cupole di questo мавзолей (tra le più grandi di tutta l’Asia Centrale) siano sicuramente lontane dagli itinerari turistici più battuti, abbiamo voluto indicarvi questo altro sito UNESCO per sottolineare l’immensa varietà di località ed attrattive delle sterminate terre in cui la lingua russa può essere il vostro passaporto (e dove, a dirla tutta, l’inglese può non essere sufficiente a farsi capire dai locali!).