In memoria della liberazione di Auschwitz

Oggi, nel день памяти жертв Холокоста (giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto), in ricordo della liberazione di Auschwitz e contro le falsificazioni di chi ancora oggi cerca di minimizzare un orrore che ebbe fine esattamente 75 anni fa, pubblichiamo una testimonianza diretta e contemporanea di cosa osservarono i soldati della Красная армия (Armata Rossa) quando liberarono il tristemente noto campo di concentramento.

Si tratta di un telegramma inviato a Москва (Mosca) al vice-Presidente Маленков (Malenkov) dal Generale Крайнюков (Krayniukov), direttamente dal fronte e precisamente da Auschwitz appena liberata due giorni prima. Fa parte di una serie di documenti, la grandissima maggioranza dei quali in lingua russa, che il Министерство обороны (Ministero della Difesa) russo ha pubblicato 5 anni fa in occasione del 70° anniversario della liberazione di Auschwitz.

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Qui sotto potete trovare una traduzione dello stesso documento dalla lingua russa all’italiano:

Liberata la regione dei campi di concentramento di Osvenzim. Orribile campo di sterminio. A Osvenzim ci sono 5 campi. In 4 erano tenute persone di tutti i paesi d’europa, il 5° era un carcere dove venivano rinchiuse persone per qualsiasi tipo di colpa nei confronti dell’amministrazione del campo.

Ogni campo è composto da un terreno enorme, circondato da diverse linee di filo spinato, su cui passa alta tensione elettrica. Dietro si trovano innumerevoli baracche di legno. Delle folle infinite di persone liberate dall’Armata Rossa sono uscite da questo campo di sterminio. Tra di loro ci sono ungheresi,  italiani, francesi, cecoslovacchi, greci, iugoslavi, romeni, danesi, belgi. Tutti hanno un aspetto estremamente martoriato, i vecchi grigi, i giovani, le madri con i neonati e gli adolescenti, quasi tutti sono seminudi.

Ci sono molti nostri cittadini sovietici, da Leningrado, dalle regioni di Kalinin, di Vitebsk, di Tula, di Mosca, da tutte le regioni dell’Ucraina Sovietica. Molti sono mutilati, hanno segni di torture, segni di bestialità nazifascista.

Dalle prime testimonianze dei prigionieri ad Osvenzim sono state torturate, bruciate, fucilate centinaia di migliaia di persone.

Chiedo venga ordinato l’invio dei rappresentanti della Commissione Speciale Governativa per le indagini sulla bestialità fascista.

 

Questo l’indirizzo della pagina del sito del Министерство обороны a cui si trova la documentazione menzionata sopra: http://function.mil.ru/news_page/country/more.htm?id=12006359%40egNews

Leggete e non dimenticate!

I documentari del Первый канал

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Nel corso di questi anni abbiamo consigliato moltissimi video a chi volesse esercitare la propria comprensione orale della lingua russa. Molti di essi sono film, la cui visione è un esercizio eccellente ma di certo molto impegnativo in quanto è necessario adattare il proprio orecchio alle diverse voci dei personaggi. Abbiamo però consigliato anche diversi документальные фильмы (film-documentario), che semplificano questo aspetto dell’esercizio in quanto generalmente raccontati da non più di un paio di narratori (generalmente uno).

La tradizione documentaristica russa è di altissimo livello, e produce documentari di grande interesse ed eccellente fattura. Ci sono vere e proprie serie di документальные фильмы che raccontano nei dettagli vicende storiche, altri dedicati a località, personaggi o episodi misteriosi più o meno recenti. Spesso forniscono non solo dettagli ulteriori rispetto a quelli da noi conosciuti, ma anche una prospettiva diversa da quella insegnata a noi in occidente, ed aiutano così a capire meglio sia gli eventi e i personaggi raccontati, sia la cultura russa.

La fonte dei документальные фильмы da noi proposti, e di molti altri, è il sito del Первый канал (Primo canale), il canale principale della tv pubblica russa. Li potete trovare suddivisi per categoria a questa pagina:

https://www.1tv.ru/doc

Qui sotto potete invece trovare i nostri articoli dedicati ad alcuni di questi документальные фильмы, dedicati ai seguenti temi:

Buona visione!

Oltre lo “stile severo” – Виктор Попков

Виктор Попков (Viktor Popkov) è stato uno degli artisti russi e sovietici più influenti nel corso degli anni ’60 e ’70. Questo художник (pittore) è stato, fin dal suo ingresso nel mondo dell’arte alla fine degli anni ’50, uno dei maggiori esponenti del cosiddetto суровый стиль (stile severo), uno stile contraddistinto tanto dal realismo quanto dalla monumentalità delle sue composizioni, atte a celebrare l’eroismo dei lavoratori sovietici (come si può osservare in Строители Братска – I costruttori di Bratsk, opera del 1960 qui riprodotta).24

Попков, nato e vissuto a Москва (Mosca), negli anni ’50 e ’60 fece lunghi viaggi per la Russia e le altre repubbliche sovietiche, visitando in particolare i cantieri di enormi opere in Сибирь (Siberia), da cui prese spunto per le proprie tele (si veda Бригада отдыхает – La squadra riposa, opera del 1965).

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Verso la metà degli anni ’60 abbandonò il суровый стиль, il cui linguaggio era ormai per lui limitante. Si dedicò innanzitutto a tematiche più riflessive, come ad esempio la generazione perduta delle vedove di guerra nel ciclo Мезенские вдовы (Le vedove del Mezen’), di cui potete vedere qui sotto Воспоминания. Вдовы (Ricordi. Vedove) del 1966.

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Iniziò poi a dipingere in modo più personale, anche tramite una serie di autoritratti. L’autoritratto era per Попков un modo per dipingere con quanta più possibile partecipazione l’immagine dei suoi contemporanei (si veda ad esempio Шинель отца – Il cappotto del padre, opera dipinta nel corso degli anni 1970-72).

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L’attività di Попков venne purtroppo interrotta nel 1974, a soli 42 anni, quando venne ucciso per errore da un portavalori al cui furgone si era avvicinato per chiedere un passaggio.

Potete trovare una selezione delle opere di Попков, con una lunga dissertazione sull’artista (in lingua russa: la versione inglese è solo un accenno), all’indirizzo seguente:

http://www.v-popkov.com/ru/

Buona lettura!

Il fascino di Гагра

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Гагра (Gagra) è senz’altro il luogo più lontano dalle rotte turistiche occidentali di cui abbiamo mai parlato nel corso di questi anni. Non lontano in termini di chilometri, dato che si trova relativamente vicino a noi, sulle rive del Чёрное море (Mar Nero) come altri luoghi di cui vi abbiamo già parlato.

Гагра si trova però in Абхазия (Abkhazia), nel Кавказ (Caucaso), nell’attuale territorio di una repubblica separatista riconosciuta solo da una manciata di stati membri dell’ONU. Per quanto sia a neanche 50 chilometri da Сочи (Sochi), quindi, risulta ancora oggi piuttosto complesso concepire un soggiorno da queste parti.

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Гагра sorge nel luogo di un insediamento prima greco e poi romano di oltre duemila anni or sono, e fu poi controllata da genovesi e turchi prima di passare all’Impero Russo nel 1810. Venne trasformata in un курорт (luogo di villeggiatura) tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, sotto la supervisione del principe Александр Ольденбургский (Aleksandr Ol’denburgskiy).

Nel corso degli anni successivi divenne una sorta di Monte Carlo russa, attirando sciami di nobili e borghesi nei suoi lussuosi hotel e ville, grazie alla sua vegetazione rigogliosa ed al suo clima subtropicale. In seguito alla Rivoluzione di Ottobre, i bolscevichi ne fecero una località di villeggiatura per tutti, e la cittadina svolse questa funzione nel corso di circa 70 anni (ad eccezione, comprensibilmente, del periodo in cui fu teatro di scontri durante la Seconda Guerra Mondiale).

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Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la regione dell’Абхазия fu scossa dalle rivendicazioni della popolazione locale, desiderosa di ottenere un’autonomia sempre maggiore dalla neonata Georgia. Le reciproche provocazioni delle parti in causa portarono ad un feroce conflitto, con l’esercito regolare georgiano da una parte e i separatisti locali supportati dalla Russia dall’altra. Nel corso del ’93 la stessa Гагра fu teatro di scontri che lasciarono la cittadina pesantemente danneggiata. Ad avere la meglio furono i separatisti, e la gran parte della popolazione georgiana della regione si trovo costretta a cercare rifugio altrove.

Al giorno d’oggi Гагра sta cercando, in qualche modo, di rialzarsi, attirando perlopiù turisti di lingua russa che conoscono il suo brillante passato. Purtroppo l’instabilità della regione e la poca affidabilità della situazione politica locale non aiutano gli investimenti, e per quanto Гагра non sia affatto abbandonata pullula di rovine di guerra che non si possono restaurare per mancanza di fondi.

Per saperne e vederne di più, consigliamo di consultare questo interessante sebbene datato articolo in lingua inglese:

https://www.wired.com/2010/07/gallery-russian-resort/

 

Il memoriale di Красный Берег

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Anche se di solito ci occupiamo di tematiche più leggere, in occasione del День Победы (Giorno della Vittoria) appena trascorso abbiamo deciso di dedicare questo articolo al Памятник детям-жертвам Великой Отечественной войны (Monumento ai bambini-vittime della Grande Guerra Patriottica) che si trova in Белоруссия (Bielorussia) a Красный Берег (Krasniy Bereg).

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Aperto nel 2007, questo мемориал (memoriale) si trova nel luogo in cui, ai tempi dell’occupazione tedesca, era situato uno dei più grandi campi di sterminio di bambini-donatori. I nazisti avevano organizzato in questa zona un grande ospedale per soldati, e nel corso di tre lunghi anni dal 1941 al 1944 rapirono i bambini locali per utilizzarli come serbatoi di sangue per le trasfusioni. Su circa 2000 bambini internati, solo 9 sono sopravvissuti.

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Il complesso scultoreo è formato da diverse composizioni. Al suo ingresso vi è una scultura in bronzo di una ragazzina con le mani alzate, che rappresenta tutti i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale. Alle sue spalle si trova la Мертвый класс (Classe morta), 21 banchi di marmo bianco vuoti rivolti verso una lavagna su cui è riprodotto il testo della lettera di una delle vittime dell’orrore nazista, una ragazzina di 15 anni che scriveva a suo padre di vendicarla. Ancora oltre si trova la Площадь Солнца (Piazza del Sole), dove una barca a vela rappresenta i sogni che non erano destinati a realizzarsi, e 24 cornici con disegni di bambini.

Ulteriori informazioni, tra cui l’indirizzo del мемориал per chi volesse visitarlo, si possono trovare a questo indirizzo:

http://zhlobin-museum.by/memorial

A questo indirizzo, invece, potete trovare il testo della lettera riprodotto sulla lavagna (in lingua russa):

http://www.a-z.ru/women_cd2/12/8/i80_287.htm

Specie in occasione di queste ricorrenze, riteniamo che sia importante imparare non solo la lingua ma anche la storia, per ricordare e non dimenticare.

Le catacombe di Одесса e l’operazione Форт

Nel corso di questi anni abbiamo dedicato diversi articoli alla città di Одесса (Odessa), la città russofona ucraina che si trova sulle rive del Чёрное море (Mar Nero), ma ancora non vi abbiamo parlato delle sue катакомбы (catacombe).

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Il sottosuolo di Одесса è infatti attraversato da un fitto reticolo di gallerie, per una lunghezza complessiva di oltre 2500 chilometri. Queste gallerie sono per la grandissima maggior parte delle cave, da cui veniva estratta la roccia calcarea (ракушечник) utilizzata per la costruzione degli edifici della città.

Già alla fine del XIX° secolo, lo svuotamento del sottosuolo di Одесса che conseguiva da questa attività iniziò a portare a crolli e cedimenti strutturali degli edifici in superficie, tanto che le autorità sovietiche subito dopo la rivoluzione vietarono l’estrazione del ракушечник entro i limiti urbani.

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Le catacombe sono ammantate da un’aura di leggenda e di eroismo, in quanto da una parte servirono a lungo ai criminali locali per occultarvi i beni oggetto di contrabbando provenienti dal porto, mentre dall’altra durante la Великая Отечественная война (letteralmente “Grande Guerra Patriottica”, la Seconda Guerra Mondiale) furono utilizzate come rifugio dai partigiani sovietici nel corso dell’occupazione delle forze dell’Asse.

La партизанский отряд (divisione partigiana) comandata da Владимир Молодцов (Vladimir Molodzov), a capo dell’operazione Форт (Forte), creò immensi problemi alle forze di occupazione rumene: i 75-80 partigiani che si nascondevano nelle катакомбы eliminavano centinaia di ufficiali, sabotavano le linee di comunicazione e raccoglievano informazioni preziose per l’Armata Rossa, e specie per l’aviazione che grazie a queste informazioni più volte attaccò con precisione chirurgica il nemico. Le forze di occupazione facevano crollare o asfaltare gli ingressi alle катакомбы, ci iniettavano gas velenoso, ma senza riuscire ad avere la meglio sui partigiani.

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Catturato dal nemico e condannato a morte, a Молодцов venne proposto di chiedere la grazia, ma rispose: «Мы на своей земле помилования у врагов не просим!» (“Noi nella nostra terra non chiediamo la grazia ai nemici!”).

Le катакомбы sono tuttora accessibili, ma molto pericolose in quanto labirintiche, non illuminate e spesso allagate. Si consiglia quindi, a chi volesse, di accedervi solo nell’ambito di escursioni guidate presso il музей “Тайны подземной Одессы” (Museo “Segreti di Odessa sotterranea”), nel quartiere Молдаванка.

Questo il sito del museo:

http://www.katakomby.odessa.ua/

Александр Дейнека: al servizio dell’arte

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Александр Дейнека (Aleksandr Deineka) è uno degli artisti sovietici e russi più famosi della storia dell’arte. Nato a Курск (Kursk) nel 1899, Дейнека si dedicò fin da piccolo a due interessi: la tecnologia e la pittura.

Ancora sedicenne, nel 1915 si trasferisce a Харьков (Kharkov) nell’attuale Ucraina, dove frequenta il collegio artistico. Dopo la rivoluzione inizia a collaborare alla realizzazione di spettacoli teatrali, per i quali disegna decorazioni e costumi. Inizia poi una prolifica attività come illustratore di плакаты (manifesti), nei quali ha modo di trasmettere la sua passione per il progresso tecnologico.

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La sua produzione di quadri, dai soggetti e dagli stili più vari, prende il sopravvento a partire dagli anni ’30: il suo modernismo rappresenta paesaggi naturali e città, momenti idilliaci e scene di lavoro o di guerra, Russia e paesi occidentali… Venne anche incaricato di disegnare diversi mosaici, che oggi ornano gli atri di diversi edifici pubblici e stazioni della metropolitana di Москва (Mosca).

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In questo articolo vi abbiamo riportato solo tre esempi della sua живопись (pittura), ma vi consigliamo di visitare il seguente sito:

http://www.deineka.ru/

Sono riportate e ordinate, cronologicamente e per categoria, centinaia delle opere di questo художник (artista). Consigliamo però a chi di voi legge in russo di iniziare dalla lettura delle note biografiche: oltre ad esercitare la vostra comprensione scritta della lingua russa, verrete rimandati alle opere di Дейнека (per vedere le quali basta un clic!) nel loro contesto storico.

Buona visione!

La Старт e la partita della morte

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La scorsa settimana, in occasione della partita di Europa League tra AEK Atene e Динамо Киев (Dinamo Kiev), nel corso della partita i tifosi dell’AEK hanno esposto diversi striscioni polemici rivolti alla tifoseria avversaria.

Tra di questi, come potete vedere nella foto qui riportata, ve ne era uno in lingua russa:

1942 – Старт  2018 – Д. Киев  Вы сами не уважаете свою исторю (1942 – Start  2018 – D. Kiev  Voi stessi non rispettate la vostra storia)

Il riferimento alla Старт ricorda una delle storie calcistiche più epiche (e romanzate) di sempre, anche nota come Матч смерти (Partita della morte). Nella Киев occupata dai nazisti, infatti, erano rimasti prigionieri diversi giocatori della Динамо (e di altre compagini) che avevano partecipato alla difesa della città nelle file dell’Armata Rossa. Finirono a lavorare in un хлебозавод (panificio), ed in occasione dell’organizzazione di un torneo calcistico formarono una squadra, la Старт, che nei mesi estivi del ’42 affrontò e sconfisse tutte le squadre che le venivano schierate contro dalle forze occupanti.

Il vero e proprio Матч смерти fu la rivincita del 9 agosto voluta dagli ufficiali della Flakelf, selezione di ufficiali dell’artiglieria anti-aerea tedesca, che era stata sconfitta 5-1 dalla Старт tre giorni prima. La Flakelf, per assicurarsi la vittoria, rinforzò la sua compagine facendo arrivare atleti migliori fin dalla Germania. All’inizio della partita i giocatori della Старт risposero all'”Heil Hitler” dei tedeschi con il grido sovietico “Физкульт-привет!” (letteralmente “Salutiamo gli sportivi!”), e anche questa seconda partita si chiuse con una loro fragorosa vittoria per 5-3.

Si tramanda che i giocatori della Старт vennero giustiziati subito dopo la partita. Non è così, ma non è neanche molto lontano dalla realtà: neanche dieci giorni dopo, i giocatori della Старт vennero prelevati dal хлебозавод ed inviati in un концлагер (campo di concentramento). Perché? Non è chiaro se per l’umiliazione inflitta agli ufficiali tedeschi sul campo da gioco, o perché avrebbero aggiunto vetro tritato all’impasto del pane per le truppe di occupazione. O semplicemente perché, in quanto динамовцы (giocatori della Dinamo), erano dipendenti dell’НКВД (Народный комиссариат внутренних дел – Commissariato del popolo per gli affari interni) e quindi della polizia segreta sovietica, ed erano considerati automaticamente delle spie al servizio del nemico e della resistenza.

Molti di loro vennero effettivamente uccisi dai tedeschi, e forse non sarebbe andata così se quel giorno non avessero giocato come sapevano.

 

 

Маршалы Победы – documentario in due parti

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Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto diversi documentari storici trasmessi dal Первый канал (Primo canale), ed anche oggi vogliamo suggerirvene uno estremamente interessante per tutti coloro che sono appassionati di storia.

Маршалы Победы (I Marescialli della Vittoria) è un документальный фильм (documentario) in due parti, per una durata complessiva di circa un’ora e quaranta minuti. Vi si raccontano le gesta dei comandanti dell’Armata Rossa insigniti dell’орден Победы (ordine della Vittoria), la più alta decorazione militare esistente, creata nel 1943 dopo la курская битва (battaglia di Kursk), la vittoria nella quale convinse lo stesso Сталин (Stalin) che l’Unione Sovietica avrebbe prevalso sulla Germania nazista.

In Маршалы Победы si racconta la storia dei dieci comandanti che ricevettero questa decorazione, attraverso i ricordi dei loro figli e nipoti e con la partecipazione di esperti di storia militare. Sono storie tra di loro molto diverse, e attraversano tutti i fronti della Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come è conosciuta la Seconda Guerra Mondiale in Russia e in alcuni paesi ex-sovietici).

Come già detto, si tratta di un документальный фильм per appassionati, ed inoltre il susseguirsi di voci differenti richiede un’ottima comprensione del russo parlato. Lo consigliamo quindi solo a chi davvero vuole affrontare un esercizio di comprensione orale di livello impegnativo.

Qui sotto i link:

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-1

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-2

Buona visione!

Ермак Тимофеевич, il Colombo russo

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Oggi è il giorno di Cristoforo Colombo, ed è festa in parecchi paesi: in Spagna, negli Stati Uniti… non in Russia. In Russia, ed ai russi, non interessa particolarmente la scoperta di Cristoforo Colombo. Per loro è decisamente più importante Ермак Тимофеевич (Yermak Timofeevich), покоритель Сибири (conquistatore della Siberia).

Prima della spedizione di Ермак Тимофеевич nel 1582, quasi 100 anni dopo di quella di Colombo, la Сибирь (la Siberia) era infatti un khanato mongolo sotto il controllo del khan Кучум (Kuchum).

La storia di Ермак Тимофеевич, come d’altronde quella di Cristoforo Colombo, è intrisa di miti e leggende: anche di Ермак l’esatta provenienza è discussa, come non è chiaro se sia stato inviato a conquistare la Сибирь da Иван Грозный (Ivan il Terribile) o dagli Строгановы (Stroganoff), o se addirittura si sia mosso по собственному желанию (di sua spontanea volontà). Quel che è certo è che Ермак, a capo di soli 540 cosacchi, ebbe la meglio sui ben più numerosi soldati di Кучум.

Vi riportiamo un ottimo, anche se breve articolo a suo riguardo: Жизнь и смерть Ермака Тимофеевича (Vita e morte di Yermak Timofeevich), pubblicato su Дилетант (Il dilettante).

http://diletant.media/articles/27234753/

Ne consigliamo la lettura per due motivi: innanzitutto per chi vuole esercitare la comprensione del testo scritto, dato che si tratta di un testo di lunghezza ridotta e scritto in modo semplice sia per quanto riguarda le costruzioni grammaticali, sia per quanto riguarda il lessico (nello stile di questa pubblicazione), ed in secondo luogo per conoscere qualcosa di più riguardo a questo personaggio storico, tanto importante per la storia russa.

Buona lettura!