Le anime morte di Гоголь

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Мёртвые души (Le anime morte) è una delle composizioni più famose di Николай Гоголь (Nikolay Gogol’), autore a cui nel corso degli scorsi mesi abbiamo già dedicato più articoli.

In questo caso ci troviamo di fronte a un роман (romanzo), o come Гоголь  stesso lo definisce una прозаическая поэма (poema in prosa), e si tratta forse del testo più russo che si possa immaginare, tanto come lingua quanto come soggetto.

Vi si raccontano infatti le avventure di Павел Чичиков (Pavel Chichikov), un ex чиновник (funzionario) che giunge in un’innominata città di provincia (город N) ed inizia a stringere amicizia con i notabili cittadini, che apprezzano le sue buone maniere e la sua piacevole conversazione. Ma il furbo Чичиков ha in realtà ben altri piani…

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Si tratta di un роман estremamente interessante, in cui ogni personaggio rappresenta l’archetipo di un certo genere di possidente o funzionario della provincia russa nel diciannovesimo secolo. Le riflessioni di Гоголь permettono di addentrarsi in quella che è l’anima sonnolenta della Russia provinciale, andando ben al di là della satira.

Oltretutto, la lingua di Гоголь è limpida, chiara e di comprensione piuttosto facile, e non presentando la lettura di questo testo particolari difficoltà ci sentiamo di consigliarlo a chiunque abbia un buon livello di russo: è sicuramente un ottimo esercizio, oltre che essere una lettura gradevolissima.

Una curiosità: quello che si legge come Мёртвые души è in realtà solo il primo tomo di quella che doveva essere un’opera in tre episodi. Гоголь però distrusse il secondo tomo, di cui sono rimasti solo degli estratti, e non arrivò mai a scrivere il terzo.

Buona lettura!

Il Вий – racconto mistico di Гоголь

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Il Вий (Viy) è un racconto mistico di Гоголь (Gogol’). Pubblicato nel 1835 nella raccolta Миргород (Mirgorod), è quindi precedente ai Петербургские повести (Racconti di Pietroburgo).

Il protagonista del Вий è Хома Брут (Choma Brut), бурсак (seminarista) di Киев (Kiev) che si trova coinvolto in una terribile quanto affascinante vicenda di spiriti. È qualcosa di più di un racconto del terrore, in quanto Гоголь nel Вий ci racconta le credenze popolari della sua terra, l’Ucraina.

Ma Гоголь è russo o ucraino? Nel corso degli anni la domanda gli è stata posta più volte, e quindi ce lo facciamo dire da lui:

“[…] Сам не знаю, какая у меня душа, хохлацкая или русская. Знаю только то, что никак бы не дал преимущества ни малороссиянину перед русским, ни русскому пред малороссиянином. Обе природы слишком щедро одарены Богом, и как нарочно каждая из них порознь заключает в себе то, чего нет в другой, — явный знак, что они должны пополнить одна другую. […]”

(“[…] Io stesso non so se la mia anima è ucraina o russa. So solo che non riconoscerei mai la superiorità di un ucraino su di un russo, o di un russo su di un ucraino. Entrambe queste nature hanno ricevuto doni troppo generosi da Dio, e neanche a farlo apposta ciascuna di loro presa da sola rinchiude in sé ciò che non c’è nell’altra, e questo è un chiaro segno che devono completarsi l’un l’altra. […]”)

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Sebbene, dato il tema del racconto, la lettura del Вий risulti più difficile che quella dei Петербургские повести, come potete vedere anche in questo caso la BUR ci propone una versione con testo bilingue per incoraggiarci alla lettura.

Buona lettura!

Петербургские повести di Gogol

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Gogol è uno dei mostri sacri della letteratura russa del XIX° secolo, e non ha bisogno di presentazioni.

Anche i suoi “Racconti di Pietroburgo” sono noti ai più. Sono racconti di varia fatta (grotteschi,  fantastici e anche drammatici) accomunati dal luogo in cui si svolgono le vicende: San Pietroburgo.

Oltre al loro valore letterario e al fatto che si tratta di racconti relativamente brevi, sono particolarmente adatti per chi si avvicina alla lettura in lingua russa anche per un’altra circostanza: sono disponibili in un’edizione con il testo a fronte! Un libro in russo con il testo italiano a fronte è un toccasana per vincere la pigrizia che provoca la necessità di cercare le parole sconosciute o non ancora fissate nella propria memoria. Si potrebbe addirittura parlare di un vero e proprio salvagente per chi si avvicina alla lettura in russo!

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L’edizione in questione è quella della BUR di cui potete vedere la copertina qui sopra.