Le vignette nostalgiche di Анжела Джерих

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Анжела Джерих (Anzhela Dzherih) è una pittrice nata nel 1965 a Донецк (Donetsk), che in quella città martoriata dalla гражданская война (guerra civile) nel corso degli ultimi anni continua a vivere. Come la stragrande maggioranza degli abitanti di quella regione, Анжела Джерих è di lingua russa (come traspare dalle scritte che alcuni dei suoi quadri presentano).

Nei suoi quadri possiamo trovare uno stile che si potrebbe definire caricaturale o naif, ma che in verità ha un legame molto forte con la realtà, ed in particolare con il passato dato che richiama i ricordi di intere generazioni di cittadini russi ed ex-sovietici. Анжела Джерих insomma dipinge ricordi, ricordi condivisi: le scene dei suoi quadri spaziano dagli anni ’50 ai giorni nostri.

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Si tratta di una corrente artistica che nel corso degli ultimi anni sta raccogliendo un discreto successo, in particolare grazie alla pubblicazione di immagini sui social: картины (dipinti) rappresentanti immagini nostalgiche ed in qualche misura idealizzate o almeno edulcorate di un mondo (in parte) andato. Il tema sovietico per un живописец (pittore) di lingua russa che aderisce a questa corrente è ovviamente predominante, anche se per tema sovietico non si intende certo il richiamo all’arte ufficiale di un tempo, ma piuttosto la riproduzione di situazioni quotidiane e comuni come ad esempio il viaggio su di un autobus.

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Accompagnano questo articolo solo alcune delle sue opere, ma qui sotto potete trovare un link ad una sua interessante intervista in lingua russa (che potete utilizzare anche come esercizio per esercitare la vostra comprensione del russo scritto) in cui l’autrice ne descrive parecchie:

https://artchive.ru/publications/761~Interv’ju_s_Anzheloj_Dzherikh_Ja_ne_zhivopisets_skoree_rezhisser

Qui potete trovare moltissime altre delle sue opere:

https://artnow.ru/hudozhnik-Dzherih-Anzhela-zhivopis-kartiny-3-23038.html

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La Mosca distopica di Константин Вихров

Константин Вихров (Konstantin Vihrov) è un giovane fotografo di Москва (Mosca), che nel corso degli ultimi anni ha pubblicato sui suoi canali social su vkontakte e su instagram una serie di curiose fotografie delle окраины (periferie) di Москва.

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Il concetto base di Вихров è semplice e geniale: ritrarre persone in notturna davanti a luci neon chiassose, preferibilmente insegne di negozi aperti fino a tardi. L’effetto è impressionante, tra il cyberpunk e il documentario d’inchiesta.

Le sue rappresentazioni degli angoli dimenticati della capitale russa possono risultare familiari a chiunque abbia visitato non solo Москва o in Russia, ma più in generale qualsiasi città ex-sovietica: fuori dal centro dominano sterminati жилые кварталы (blocchi residenziali), attorno ai quali a partire dagli anni ’90 hanno cominciato a brulicare attività economiche di ogni genere con le loro insegne luminose. Al calare della notte, le strade di queste окраины si svuotano e la vita gravita attorno a supermercati e negozi aperti fino a tardi.

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Con la sua estetica dichiaratamente alla Blade Runner, Вихров ha attirato l’attenzione di diverse pubblicazioni web sia in lingua russa (ad esempio: https://tjournal.ru/internet/68063-russianbladerunner , un ottimo articolo anche per chi volesse esercitare la sua comprensione del russo scritto) che in lingua inglese (ad esempio: https://fstoppers.com/documentary/russian-photographer-takes-neon-dystopian-metropolis-street-photos-moscow-360264 o https://www.themoscowtimes.com/2019/04/17/russian-photographer-shoots-moscow-with-blade-runner-aesthetics-a65260).

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In questo articolo riportiamo solo alcune delle sue fotografie, ma potete trovare la sua collezione completa ai seguenti indirizzi:

http://vk.com/begushiy_po_ebenyam

http://instagram.com/begushiy_po_ebenyam

La “mortadella” sovietica: докторская колбаса

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La cosiddetta докторская колбаса (letteralmente “salsiccia dei dottori”) è uno degli affettati più noti e celebri in Russia e in tutti i paesi post-sovietici. Si tratta di una salsiccia di carne bollita di colore rosa chiaro, che oltre ad essere mangiata con il pane è anche utilizzata in varie altre preparazioni (ad esempio in insalate come la салат оливье, da noi nota come insalata russa).

La storia della докторская колбаса è estremamente interessante: apparve infatti sugli scaffali sovietici nel 1936, e venne creata come cibo “dietetico” e addirittura “curativo”, di alta qualità ma a basso prezzo dato che doveva essere accessibile alle tasche di chiunque. L’ordine di mettere a punto e produrre questo alimento venne addirittura dai vertici sovietici, da Сталин (Stalin) stesso, e di questo progetto si occupò in prima persona Анастас Микоян (Anastas Mikoyan) in qualità di народный комиссар пищевой промышленности СССР (commissario del popolo per l’industria alimentare dell’Unione Sovietica).

La ricetta venne messa a punto da dei medici, con l’obiettivo di fornire alla popolazione un alimento nutriente e di facile consumo, o più enfaticamente un alimento per “больных, имеющих подорванное здоровье в результате Гражданской войны и царского деспотизма” (i malati, coloro che hanno la salute compromessa come risultato della Guerra Civile e del despotismo dello Zar), come si può leggere nei documenti ufficiali.

La ricetta prevedeva per ogni 100 chilogrammi di колбаса: 25 chilogrammi di carne di manzo di alta qualità, 70 chilogrammi di carne di maiale semi-grassa, 3 chilogrammi di uova e 2 chilogrammi di latte di mucca. Venne prodotta in questo modo nel corso di quasi 40 anni, ma negli anni ’70 la ricetta venne “manomessa”.

Da allora la докторская колбаса continua ad essere molto popolare, ma nessuno ne conosce più gli effettivi ingredienti. Molto probabilmente, anzi sicuramente, contiene amido ed altri riempitivi: questa l’origine di varie battute, tipiche ed esemplificative dell’umorismo russo. A questo riguardo, vi segnaliamo un video che abbiamo pubblicato sulla nostra pagina facebook con un estratto dalla commedia На Дерибасовской хорошая погода, или На Брайтон-Бич опять идут дожди, in cui un emigrante russo si lamenta della qualità dei prodotti venduti in un negozio russo negli Stati Uniti:

Riportiamo qui sotto cosa dicono e la relativa traduzione:

ВНИМАНИЮ НОВЫХ ИММИГРАНТОВ ИЗ СССР! ТОЛЬКО У НАС! РОДНЫЕ ПРОДУКТЫ ДЛЯ ПРИВЫКАНИЯ К АМЕРИКАНСКОЙ ЖИЗНИ.

– Я требую жалобную книгу немедленно!
– Да на-на! Подавись, алкаш!
– Я вам напишу!
– Но-но-но!
– Я вам все напишу!
– Пиши, пиши, грамотный сильно!

– Чего шумим, дядя Миша?
– О! Вы будете свидетелем. Это мафия! Вы думаете это настоящие отечественные товары? Нет! Они пишут «Волна».
– Так.
– А запихивают туда французский камамбер! Вчера я открыл банку кильки и что вы думаете? Это же сплошной лосось! А колбаса?
– Положь колбасу!
– Написано «Молодёжная».
– Ага.
– Да это же чистой воды телятина! А где крахмал? А где, я извиняюсь, туалетная бумага? А где хоть какой-нибудь наполнитель? Нет, вы посмотрите сами! Вы посмотрите!
– Ну вот! Товар качественный!

ATTENZIONE NUOVI IMMIGRATI DALL’UNIONE SOVIETICA! SOLO DA NOI! ALIMENTI DI CASA NOSTRA PER ABITUARSI ALLA VITA AMERICANA.

– Datemi il libro dei reclami immediatamente!
– Sì tieni tieni! Ingozzati, ubriacone!
– Ve lo scrivo!
– Sì-sì-sì!
– Vi scrivo tutto!
– Scrivi, scrivi, visto che sei così istruito!

– Perché tanto rumore, zio Misha?
– Oh! Sarà il mio testimone. Questa è mafia! Pensa che questi sono prodotti originali dalla nostra patria? No! Scrivono “Volna” (“Onda”, nome della marca – ndr)
– Sì.
– E ci infilano il camembert francese! Ieri ho aperto una scatoletta di kil’ki (spratti in salsa di pomodoro – ndr) e cosa pensa fossero? Era assolutamente del salmone! E la salsiccia?
– Prendi la salsiccia!
– C’è scritto “Molodezhnaya” (“Giovane”, nome della marca – ndr)
– Sì.
– Ma è carne di vitello di prima scelta! Dov’è l’amido? Dov’è, mi scuso, la carta igienica? Dov’è un qualsivoglia riempitivo? No, guardi da solo! Guardi da solo!
– Ecco! La merce è di qualità!

Buona visione!

 

Одесса nella letteratura russa

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Vi abbiamo parlato spesso, nel corso di questi anni, della città di Одесса (Odessa) in Ucraina: si tratta di una città dove la lingua parlata è il russo, ricca di storia, di storie e soprattutto di letteratura.

A chi dovesse capitarci consigliamo senz’altro di visitare il Museo della Letteratura di Odessa (Одесский литературний музей, questo il sito: http://museum-literature.odessa.ua/ru/), nelle cui 24 sale vengono raccontati attraverso cimeli di vario genere centinaia di scrittori legati in un modo o nell’altro alla città.

Anche noi ci siamo prodigati (e continueremo a farlo) per raccontarvi la letteratura di Одесса (o ad essa legata), presentandovi le seguenti opere:

Vi abbiamo inoltre parlato di altri tre scrittori che soggiornarono a Одесса e che scrissero di Одесса:

Buona lettura!

 

 

Il fascino di Гагра

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Гагра (Gagra) è senz’altro il luogo più lontano dalle rotte turistiche occidentali di cui abbiamo mai parlato nel corso di questi anni. Non lontano in termini di chilometri, dato che si trova relativamente vicino a noi, sulle rive del Чёрное море (Mar Nero) come altri luoghi di cui vi abbiamo già parlato.

Гагра si trova però in Абхазия (Abkhazia), nel Кавказ (Caucaso), nell’attuale territorio di una repubblica separatista riconosciuta solo da una manciata di stati membri dell’ONU. Per quanto sia a neanche 50 chilometri da Сочи (Sochi), quindi, risulta ancora oggi piuttosto complesso concepire un soggiorno da queste parti.

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Гагра sorge nel luogo di un insediamento prima greco e poi romano di oltre duemila anni or sono, e fu poi controllata da genovesi e turchi prima di passare all’Impero Russo nel 1810. Venne trasformata in un курорт (luogo di villeggiatura) tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, sotto la supervisione del principe Александр Ольденбургский (Aleksandr Ol’denburgskiy).

Nel corso degli anni successivi divenne una sorta di Monte Carlo russa, attirando sciami di nobili e borghesi nei suoi lussuosi hotel e ville, grazie alla sua vegetazione rigogliosa ed al suo clima subtropicale. In seguito alla Rivoluzione di Ottobre, i bolscevichi ne fecero una località di villeggiatura per tutti, e la cittadina svolse questa funzione nel corso di circa 70 anni (ad eccezione, comprensibilmente, del periodo in cui fu teatro di scontri durante la Seconda Guerra Mondiale).

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Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la regione dell’Абхазия fu scossa dalle rivendicazioni della popolazione locale, desiderosa di ottenere un’autonomia sempre maggiore dalla neonata Georgia. Le reciproche provocazioni delle parti in causa portarono ad un feroce conflitto, con l’esercito regolare georgiano da una parte e i separatisti locali supportati dalla Russia dall’altra. Nel corso del ’93 la stessa Гагра fu teatro di scontri che lasciarono la cittadina pesantemente danneggiata. Ad avere la meglio furono i separatisti, e la gran parte della popolazione georgiana della regione si trovo costretta a cercare rifugio altrove.

Al giorno d’oggi Гагра sta cercando, in qualche modo, di rialzarsi, attirando perlopiù turisti di lingua russa che conoscono il suo brillante passato. Purtroppo l’instabilità della regione e la poca affidabilità della situazione politica locale non aiutano gli investimenti, e per quanto Гагра non sia affatto abbandonata pullula di rovine di guerra che non si possono restaurare per mancanza di fondi.

Per saperne e vederne di più, consigliamo di consultare questo interessante sebbene datato articolo in lingua inglese:

War-Torn and Overgrown, Ghost Town Was Soviet Paradise

 

Il memoriale di Красный Берег

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Anche se di solito ci occupiamo di tematiche più leggere, in occasione del День Победы (Giorno della Vittoria) appena trascorso abbiamo deciso di dedicare questo articolo al Памятник детям-жертвам Великой Отечественной войны (Monumento ai bambini-vittime della Grande Guerra Patriottica) che si trova in Белоруссия (Bielorussia) a Красный Берег (Krasniy Bereg).

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Aperto nel 2007, questo мемориал (memoriale) si trova nel luogo in cui, ai tempi dell’occupazione tedesca, era situato uno dei più grandi campi di sterminio di bambini-donatori. I nazisti avevano organizzato in questa zona un grande ospedale per soldati, e nel corso di tre lunghi anni dal 1941 al 1944 rapirono i bambini locali per utilizzarli come serbatoi di sangue per le trasfusioni. Su circa 2000 bambini internati, solo 9 sono sopravvissuti.

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Il complesso scultoreo è formato da diverse composizioni. Al suo ingresso vi è una scultura in bronzo di una ragazzina con le mani alzate, che rappresenta tutti i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale. Alle sue spalle si trova la Мертвый класс (Classe morta), 21 banchi di marmo bianco vuoti rivolti verso una lavagna su cui è riprodotto il testo della lettera di una delle vittime dell’orrore nazista, una ragazzina di 15 anni che scriveva a suo padre di vendicarla. Ancora oltre si trova la Площадь Солнца (Piazza del Sole), dove una barca a vela rappresenta i sogni che non erano destinati a realizzarsi, e 24 cornici con disegni di bambini.

Ulteriori informazioni, tra cui l’indirizzo del мемориал per chi volesse visitarlo, si possono trovare a questo indirizzo:

http://zhlobin-museum.by/memorial

A questo indirizzo, invece, potete trovare il testo della lettera riprodotto sulla lavagna (in lingua russa):

http://www.a-z.ru/women_cd2/12/8/i80_287.htm

Specie in occasione di queste ricorrenze, riteniamo che sia importante imparare non solo la lingua ma anche la storia, per ricordare e non dimenticare.

Le catacombe di Одесса e l’operazione Форт

Nel corso di questi anni abbiamo dedicato diversi articoli alla città di Одесса (Odessa), la città russofona ucraina che si trova sulle rive del Чёрное море (Mar Nero), ma ancora non vi abbiamo parlato delle sue катакомбы (catacombe).

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Il sottosuolo di Одесса è infatti attraversato da un fitto reticolo di gallerie, per una lunghezza complessiva di oltre 2500 chilometri. Queste gallerie sono per la grandissima maggior parte delle cave, da cui veniva estratta la roccia calcarea (ракушечник) utilizzata per la costruzione degli edifici della città.

Già alla fine del XIX° secolo, lo svuotamento del sottosuolo di Одесса che conseguiva da questa attività iniziò a portare a crolli e cedimenti strutturali degli edifici in superficie, tanto che le autorità sovietiche subito dopo la rivoluzione vietarono l’estrazione del ракушечник entro i limiti urbani.

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Le catacombe sono ammantate da un’aura di leggenda e di eroismo, in quanto da una parte servirono a lungo ai criminali locali per occultarvi i beni oggetto di contrabbando provenienti dal porto, mentre dall’altra durante la Великая Отечественная война (letteralmente “Grande Guerra Patriottica”, la Seconda Guerra Mondiale) furono utilizzate come rifugio dai partigiani sovietici nel corso dell’occupazione delle forze dell’Asse.

La партизанский отряд (divisione partigiana) comandata da Владимир Молодцов (Vladimir Molodzov), a capo dell’operazione Форт (Forte), creò immensi problemi alle forze di occupazione rumene: i 75-80 partigiani che si nascondevano nelle катакомбы eliminavano centinaia di ufficiali, sabotavano le linee di comunicazione e raccoglievano informazioni preziose per l’Armata Rossa, e specie per l’aviazione che grazie a queste informazioni più volte attaccò con precisione chirurgica il nemico. Le forze di occupazione facevano crollare o asfaltare gli ingressi alle катакомбы, ci iniettavano gas velenoso, ma senza riuscire ad avere la meglio sui partigiani.

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Catturato dal nemico e condannato a morte, a Молодцов venne proposto di chiedere la grazia, ma rispose: «Мы на своей земле помилования у врагов не просим!» (“Noi nella nostra terra non chiediamo la grazia ai nemici!”).

Le катакомбы sono tuttora accessibili, ma molto pericolose in quanto labirintiche, non illuminate e spesso allagate. Si consiglia quindi, a chi volesse, di accedervi solo nell’ambito di escursioni guidate presso il музей “Тайны подземной Одессы” (Museo “Segreti di Odessa sotterranea”), nel quartiere Молдаванка.

Questo il sito del museo:

http://www.katakomby.odessa.ua/

Май Данциг: oltre il paesaggio industriale

Tra gli artisti sovietici e post-sovietici, Май Данциг (Mai Dantsig) ricopre senz’altro un posto particolare: nato a Минск (Minsk) nell’attuale Белоруссия (Bielorussia) nel 1930, Данциг ha sempre risieduto nella sua città natale, escludendo solo i periodi dell’evacuazione nel corso della seconda guerra mondiale e degli studi a Москва (Mosca).

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Pluripremiato sia ai tempi dell’Unione Sovietica che poi in Bielorussia, dove ha insegnato alla Белорусская государственная академия искусств (Accademia Statale delle Arti Bielorussa), Данциг è un esponente del realismo sovietico che ha dipinto tele dei generi più disparati.

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Tra i suoi temi prediletti vi è certamente la sua Минск, di cui ha dipinto decine e decine di scorci più o meno pittoreschi, così come si presentava ai suoi occhi nel corso dei suoi lunghi anni di attività. Ma Данциг fu molto produttivo anche come pittore propagandista, anche se forse nel suo caso è più corretto dire “celebrativo” come testimonia il suo grandioso И помнит мир спасённый (E ricorda il mondo salvato).

Данциг iniziò questo dipinto nel 1985, in occasione del quarantennio della победа (vittoria) nella Seconda Guerra Mondiale, e ci si dedicò nel corso di ben 10 anni fino al 1995. Questo монументальное полотно (tela monumentale) a tinte fosche di 7 x 3,5 metri rappresenta la Madonna Sistina di Raffaello circondata da città in fiamme, donne che piangono, soldati feriti e stremati e prigionieri. Данциг in quest’opera inverte la tradizionale centralità del popolo nella pittura sovietica e lo rende sfondo, gravitante attorno alla Madonna Sistina (salvata dai bombardamenti di Dresda e restaurata a Москва).

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Potete trovare le immagini di molti altri dei lavori di Данциг a questo indirizzo:

http://artpoisk.info/artist/dancig_may_vol_fovich_1930/gallery/

 

 

Dal realismo al surrealismo – Гелий Коржев

Гелий Коржев (Geliy Korzhev) è stato un живописец (pittore) sovietico di grande fama, professore e a lungo segretario della Союз художников (Unione degli artisti) russa.

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Коржев, che nacque nel 1925 e si formò nel corso degli anni ’40, è noto soprattutto per il suo contributo alla pittura realista sovietica. È stato infatti uno dei più famosi esponenti del суровый стиль (stile severo) a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, ed ha ricevuto vari premi nel corso della sua vita.

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Fiero patriota sovietico, comunista convinto, la sua живопись (pittura) cambiò radicalmente con la перестройка (perestrojka) e con il crollo dell’Unione Sovietica. Nel corso degli anni ’80 e ’90, infatti, Коржев iniziò a dipingere i lati più oscuri della società russa di allora: povertà, disperazione, abbandono.

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Alla produzione realista di Коржев si affiancarono poi altri due filoni surrealisti, Тюрлики (generalmente tradotto come “mutanti”, anche se letteralmente significa “storpi”) e Скелеты (scheletri). Nei Тюрлики la spietatezza delle liberalizzazioni prima e dei лихие девяностые (selvaggi anni ’90) poi viene rappresentata con delle sembianze mostruose, a simbolizzare la mutazione e la corruzione del popolo russo. Negli Скелеты sono invece gli scheletri degli ideali traditi del passato a visitare il presente.

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Il disgusto di Коржев per il nuovo ordine lo portò addirittura a rifiutare il premio di cui voleva insignirlo il governo russo alla fine degli anni ’90, giustificandosi come segue:

Я родился в Советском Союзе и честно принимал идеи и идеалы того времени. Сегодня это признано исторической ошибкой. Ныне в России существует общественное устройство, прямо противоположное тому, в котором я сформировался как художник. И принятие государственной награды будет означать для меня признание в лицемерии всего моего творческого пути. Прошу с пониманием отнестись к отказу. (Sono nato in Unione Sovietica e ho accettato sinceramente le idee e gli ideali di quel tempo. Oggi sono considerati un errore storico. Adesso in Russia esiste una struttura sociale completamente opposta a quella in cui mi sono formato come artista. E l’accettazione di un premio governativo significherebbe per me ammettere che il mio intero percorso creativo è stato ipocrita. Vi chiedo di considerare il mio rifiuto con comprensione.)

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Consigliamo a tutti coloro che sono interessati alla storia recente (ed odierna) russa di osservare attentamente le opere di Коржев degli anni ’80 e ’90, dato che possono spiegare l’attitudine culturale di buona parte della popolazione russa nei confronti del mondo liberale.

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Potete vedere praticamente tutte le sue opere sul sito del Фонд культурного и исторического наследия Гелия Коржева (fondo per l’eredità culturale e storica di Geliy Korzhev) al seguente indirizzo:

http://korzhev.com

Buona visione!

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В петле (Nel cappio), thriller del 1991

Nel corso degli scorsi mesi vi abbiamo già proposto alcuni film usciti negli ultimi anni dell’Unione Sovietica, con le loro tematiche dure e il loro intento naturalista.

Quello di oggi è un film particolare, dato che pur essendo in lingua russa è un film in tutto e per tutto lettone, girato in Латвия (Lettonia) da un regista lettone (Имантс Кренбергс – Imants Krenbergs) con un cast interamente lettone. Infatti, anche se oggi in Латвия il russo non è più lingua ufficiale, lo è stato fino alla dichiarazione di indipendenza del 1990 e rimane lingua franca ideale per chi volesse visitare il paese comunicando con persone di ogni generazione.

В петле (Nel cappio), come si intuisce dal titolo, è un thriller dalle atmosfere claustrofobiche che tratta tematiche molto pesanti. Il giovane Виннертс (Vinnerts), incarcerato ingiustamente al posto di due suoi coetanei per il furto di un automobile, torna in libertà e intende отомстить им (vendicarsi di loro).

Si tratta di un film piuttosto lungo, oltre due ore, quindi ne consigliamo la visione solamente a chi ha già dimestichezza con la visione di film in lingua russa e volesse a vedere un’opera cruda che continua il filone dei film dell’epoca della перестройка (perestrojka), anzi spingendosi oltre all’inizio dei лихие 90-е (selvaggi anni ’90). Chiunque avesse un interesse per questo periodo storico, così importante per capire la mentalità russa ed ex-sovietica in generale, apprezzerà senz’altro la visione di В петле.  

Buona visione!