La bevanda estiva per eccellenza: il квас

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Chiunque sia stato in un Russia o in uno qualsiasi dei paesi ex sovietici nel corso dell’estate l’avrà trovato sulla sua strada: il квас (kvas). Si tratta di una bevanda acida, molto rinfrescante e dal contenuto alcolico molto basso (quasi mai oltre il 2%), e viene infatti servita senza troppi problemi anche ai bambini.

Si ottiene tramite il processo di брожение (fermentazione) del ржаной хлеб (pane di segale), ed è infatti noto anche come хлебный квас (kvas di pane). È una bevanda antichissima, che i popoli slavi orientali preparavano ben prima dell’era della Киевская Русь (Rus’ di Kiev). Viene menzionata per la prima volta in uno scritto del 996: dopo il suo крещение (battesimo), il principe Владимир Святославич (Vladimir Svyatoslavich) ordinò di dare al popolo пищу, мёд и квас (cibo, miele e kvas).

All’epoca era la bevanda di tutti i giorni, ed i крестьяне (contadini) russi la portavano con sé nei campi dato che consideravano che fosse un corroborante e facesse passare la stanchezza. C’è di più: veniva (e tuttora viene) considerato un vero toccasana, capace di migliorare il tono muscolare e la digestione. Era servito ai pazienti degli ospedali, ai soldati in caserma, ai marinai…

Era quindi onnipresente, e ancora oggi viene anche utilizzato in alcune ricette come base delle zuppe fredde, ad esempio la окрошка (okroshka).

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Si è sempre venduto per strada, ma è ai tempi dell’Unione Sovietica che si è iniziato a vendere из желтых бочек (dalle cisterne gialle), che sono poi spesso le stesse che si vedono ancora oggi per strada d’estate in Russia o nei paesi dell’ex Unione Sovietica.

Un напиток (bevanda) così importante nella cultura russa non poteva che essere oggetto di proverbi e modi di dire, che vi riportiamo in lingua russa:

 

Квас, как хлеб, никогда не надоест (Il kvas, come il pane, non stanca mai)

Русский квас, много народу спас! (Il kvas russo ha salvato molta gente!)

И худой квас лучше хорошей воды. (Anche il kvas cattivo è meglio dell’acqua buona)

Щи с мясом, а нет — так хлеб с квасом. (Shchi con la carne, e se non c’è, allora pane con il kvas)

Кабы хлеб да квас, так и всё у нас. (Se abbiamo pane e kvas, allora abbiamo tutto)

 

Ora sapete di cosa si tratta!

Перевал Дятлова: uno dei più grandi misteri russi

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La vicenda conosciuta come перевал Дятлова (Passo Dyatlov) è una delle più sconcertanti e misteriose nella storia della Russia moderna (all’epoca Unione Sovietica).

Prende il nome dal capocordata, Игорь Дятлов (Igor Dyatlov), organizzatore di questa fatale spedizione turistica tra le montagne del Северный Урал (Urali settentrionali) nel 1959. A partire con lui furono altri nove studenti, tutti appartenenti al клуб туристов (club turistico) del politecnico di Свердловск (Sverdlovsk, oggi Екатеринбург – Yekaterinburg).

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L’escursione doveva durare 16-18 giorni, nel corso dei quali la cordata doveva percorrere più di 300 chilometri на лыжах (sugli sci). I туристы (turisti) erano attesi al villaggio di Вижай (Vizhay) il 12 febbraio, ma non arrivarono mai.

Le spedizioni di salvataggio partite nei giorni e nei mesi successivi stabilirono un quadro inquietante: su di un перевал (passo) allora senza nome (ed oggi conosciuto come перевал Дятлова) trovarono la tenda della cordata, vuota, tagliata dall’interno e dove erano rimasti i vestiti dei туристы. I туристы erano quindi scappati all’improvviso, senza avere il tempo di vestirsi. Sparpagliati a qualche chilometro di distanza giacevano i corpi congelati dei туристы.

Nel corso degli anni successivi le indagini cercarono di stabilire, o di nascondere, cosa era successo. Ancora oggi non si sa la ragione della morte dei туристы, e quello del перевал Дятлова rimane uno dei più inquietanti misteri della storia recente russa. Il документальный фильм (documentario) che vi proponiamo qui sotto, trasmesso dal Первый канал (Primo canale della tv nazionale russa), ripercorre gli eventi e cerca di risolvere il mistero:

http://www.1tv.ru/doc/pro-istoriyu/pereval-dyatlova-otchisleny-po-sluchayu-smerti

Come gli altri documentari proposti nel corso delle scorse settimane, anche questo permette di esercitare la propria comprensione del russo parlato in modo eccellente: la narrazione è chiara e non eccessivamente rapida, il numero di voci ed accenti a cui lo studente deve abituarsi è limitato e la vicenda è senz’altro di evidente interesse.

Buona visione!

Владимир Румянцев e i gatti di San Pietroburgo

Владимир Румянцев (Vladimir Rumyanzev) è un artista russo nato nel 1957. Vive a Санкт-Петербург (San Pietroburgo, ma allora Ленинград – Leningrado) fin da giovane, e proprio a Санкт-Петербург ha frequentato la Художественная Школа имени В.А.Серова (Scuola Artistica V.A. Serov).

Nel corso degli anni è diventato famoso soprattutto per i suoi петербургские коты (gatti di San Pietroburgo), un ciclo di акварели (acquarelli) fiabeschi in cui rappresenta dei gatti che girano per Санкт-Петербург affaccendati in varie occupazioni. Bevono tè, passeggiano, stanno sdraiati sui tetti…

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Le sue opere sono esposte non solo in vari musei in giro per la Russia, ma anche in parecchie collezioni private nei paesi occidentali. Se vi piacciono, e non volete necessariamente un originale, è possibile acquistare delle репродукция (riproduzioni) di ottima qualità da questo sito:

http://xn--80abgga2a2ailbqcq9h.xn--p1ai/katalog/vladimir_rumjancev/reprodukciya

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Лошади в океане, film del 1989

Quello che vi proponiamo oggi è un film molto diverso da quelli che vi abbiamo proposto nel corso degli ultimi mesi: si tratta di un драма (dramma), e per di più ambientato in тюрьма (prigione).

Лошади в океане (Cavalli nell’oceano) è un film del 1989 girato da Николай Гусаров (Nikolay Gusarov), in cui si racconta la detenzione di un режиссёр (regista) teatrale (interpretato da Юрий Назаров – Yuriy Nazarov), accusato ingiustamente di corruzione e messo in cella con degli adolescenti, a cui cercherà di insegnare come vivere по-человечески (come persone) e non come banditi.

Prende il nome da (e vi si recita) una splendida poesia di Борис Слуцкий (Boris Sluckij), di cui vi proponiamo il testo (tradotto in italiano) a questo link:

http://poesia.blog.rainews.it/2015/07/boris-abramovic-sluckij-il-sesto-cielo/

Vi consigliamo tanto la lettura della poesia quanto la visione del film, che potrebbe risultare di comprensione piuttosto impegnativa ma è senz’altro di una profondità e di uno spessore che meritano questo sforzo. È un film che fa riflettere, controverso, che nella sua ambientazione claustrofobica racconta le pieghe oscure degli ultimi anni dell’Unione Sovietica, preannunciando i selvaggi anni ’90.

Buona visione!

https://www.youtube.com/watch?v=cP0_HJosffg

Ионесян, il serial killer che terrorizzò la Russia sovietica

Tra il 20 dicembre 1963 e l’8 gennaio 1964, le città di Москва (Mosca) ed Иваново (Ivanovo) furono scosse dai brutali crimini di Владимир Ионесян (Vladimir Ionesian). 

Con un топорик (accetta) nascosto sotto il cappotto, Ионесян girava per i quartieri residenziali di Москва fingendosi un addetto della Мосгаз (Mosgaz, altro nome con cui era conosciuto l’assassino) che doveva controllare il tiraggio delle caldaie, e non appena trovava una vittima indifesa e sola, una donna o un bambino, infieriva su di essa per poi rubare quello che riusciva a trovare nell’appartamento. 

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Fu uno shock per tutti: a quell’epoca in Russia e in Unione Sovietica in generale si credeva che la преступность (criminalità) fosse ormai stata sconfitta, e soprattutto era normale per chiunque aprire la porta di casa per fare entrare degli addetti del servizio pubblico. Nessuno pensava nemmeno di prendere le elementari precauzioni che avrebbero impedito a Ионесян di commettere i suoi crimini.

Questa vicenda, così terribile ma importante per comprendere a fondo la mentalità russa di chi è nato e cresciuto a quell’epoca, è raccontata in un ottimo документальный фильм (documentario) del 2014: Звонят, закройте дверь (Suonano, chiudete la porta).

Come per i documentari proposti nel corso delle ultime settimane, anche in questo caso ne consigliamo la visione sia perché i fatti narrati sono estremamente interessanti, sia perché la narrazione chiara e comprensibile rende la visione di questo documentario un eccellente esercizio per allenare la comprensione della lingua russa parlata. In questo caso, avvertiamo, si aggiunge un elemento di difficoltà: le testimonianze degli investigatori e poliziotti dell’epoca, intervistati per ricostruire la vicenda, potrebbero risultare di più difficile comprensione.

Qui sotto potete trovare il link:

http://www.1tv.ru/doc/pro-istoriyu/zvonyat-zakroyte-dver

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Buona visione!

Нулевая Мировая: un documentario sulla Guerra di Crimea

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Нулевая Мировая (Guerra mondiale numero zero) è un документальный фильм (documentario) in quattro serie trasmesso dal Первый канал (Primo canale della tv nazionale russa) nel febbraio di quest’anno.

Come la serie di documentari già consigliatavi, anche questo документальный фильм è un vero e proprio capolavoro. Vi si raccontano in dettaglio gli avvenimenti della Крымская война (Guerra di Crimea), in cui nel corso degli anni dal 1853 al 1856 si affrontarono l’Impero Russo da una parte e una coalizione formata da Francia, Gran Bretagna, Turchia e Regno di Sardegna dall’altra.

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Gli eventi sono chiaramente narrati dal punto di vista russo, con tanto di prima persona plurale parlando dell’esercito russo. Interessantissimi i ritratti dei vari protagonisti, su tutti l’адмирал Нахимов (ammiraglio Nakhimov), eroe di Севастополь (Sebastopoli), e il racconto di alcune battaglie ben lontane da quei lidi: la difesa del Соловецкий монастырь (Monastero di Solovetskiy) da parte di una piccola guarnigione di veterani aiutata dai monaci e quella di Петропавловск (Petropavlovsk) da parte della popolazione locale.

Anche in questo caso consigliamo la visione anche al fine di esercitare la propria comprensione del russo parlato: la narrazione è chiara, recitata da due ottime voci che spesso e volentieri sono accompagnate da supporti visivi (appaiono ad esempio sullo schermo le dichiarazioni da loro riportate o tradotte dai giornali europei dell’epoca). Gli attori che impersonano i vari personaggi non parlano, e questo facilita l’esercizio: non è necessario adattarsi alle voci e alla parlantina di molti personaggi, ma solo a quella dei due narratori. Insomma, la visione di questi documentari è senz’altro un ottimo esercizio per sviluppare la propria conoscenza della lingua russa.

Qui sotto vi riportiamo i link diretti al sito:

http://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/nulevaya-mirovaya-1-seriya-dokumentalno-igrovoy-film-o-krymskoy-voyne-1853-1856-godov

http://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/nulevaya-mirovaya-2-seriya-dokumentalno-igrovoy-film-o-krymskoy-voyne-1853-1856-godov

http://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/nulevaya-mirovaya-3-seriya-dokumentalno-igrovoy-film-o-krymskoy-voyne-1853-1856-godov

http://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/nulevaya-mirovaya-4-seriya-dokumentalno-igrovoy-film-o-krymskoy-voyne-1853-1856-godov

Buona visione!

Il fish and chips di Одесса

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Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto diverse ricette della одесская кухня, la cucina di Одесса, città ucraina di lingua russa sulle sponde del Mar Nero e crocevia di popoli e tradizioni.

Nella cucina di Одесса si incontrano la cucina ucraina, quella russa e quella ebraica, dando vita a piatti saporiti per ogni momento dell’anno. Oggi vi proponiamo la ricetta delle рыбные котлетки по-одесски (polpette di pesce alla odessita).

Si tratta di polpette di белая рыба (pesce bianco), la cui carne viene passata in мясорубка (tritacarne) ed impanata. Sono insaporite con масло (burro), сыр (formaggio) e укроп (aneto) ed accompagnate da картофельное пюре (puré di patate): per questo, anche se sono molto diverse, le abbiamo paragonate al fish and chips.

Qui sotto potete trovare una ricetta illustrata in lingua russa:

http://www.povarenok.ru/recipes/show/36557/

La ricetta utilizza termini comuni del lessico culinario russo, ed è di facile lettura. Seguire una ricetta, specie se illustrata, è un ottimo esercizio per migliorare la propria comprensione del russo: il testo è corto, i supporti visivi aiutano a capire il significato di quello che è scritto e si imparano sempre parole nuove.

Buon appetito!

Иверский монастырь sul lago di Валдай

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Il Валдайское озеро (Lago di Valday) si trova, così come l’omonima città Валдай (Valday), nella Новгородская область (regione di Novgorod) tra Mosca e San Pietroburgo. Oltre ad essere la sede della residenza presidenziale di Долгие Бороды (Dolghie Borody), costruita negli anni ’30 per Сталин (Stalin), questo озеро ospita uno dei complessi religiosi più scenografici di tutta la Russia, l’Иверский монастырь (Monastero di Iver).

Fondato nel 1653 dal патриарх Никон (patriarca Nikon), l’Иверский монастырь occupa questa posizione su desiderio del suo fondatore, che ebbe una visione nel corso del suo viaggio al Соловецкий монастырь (monastero di Solovki) e diede a questo монастырь il nome della Иверская икона (icona di Iver), un’icona rappresentante Maria con il bambin Gesù il cui originale si trova sul Monte Athos in Grecia.

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Nel corso del XVII° secolo vennero costruiti praticamente tutti gli edifici facenti parte del complesso monastico, ad esclusione di due di essi costruiti nel XIX° secolo. Come è successo ad altri monasteri russi, anche l’Иверский монастырь all’epoca dell’Unione Sovietica fu utilizzato ad altri fini: museo, residenza per invalidi di guerra, sanatorio per bambini malati di tubercolosi. Venne restituito alle autorità ecclesiastiche solo nel 1991, e i lavori di restauro furono completati solo nel 2007.

Sul sito iveron.ru (in lingua russa ma tradotto anche in inglese) sono disponibili ulteriori informazioni, tra cui la fondamentale как добраться до Иверского монастыря (come arrivare al Monastero di Iver) e un interessantissimo виртуальный тур (tour virtuale) in 4 video (questo esclusivamente in lingua russa, quindi se volete seguirlo vi tocca imparare il russo!).

Buona visita!

 

Il ritorno di Остап Бендер

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Vi abbiamo già parlato della prima opera di Ильф и Петров (Il’f e Petrov), Двенадцать стульев (Le 12 sedie), il cui travolgente protagonista Остап Бендер (Ostap Bender) è diventato un personaggio tra i più famosi nella cultura popolare russa e di lingua russa in genere.

Un personaggio così dirompente, Остап Бендер, da convincere i suoi due autori Ильф и Петров a riportarlo sulla scena nel loro secondo romanzo, Золотой телёнок (Il vitello d’oro), pubblicato tre anni dopo Двенадцать стульев. In realtà Золотой телёнок sarebbe potuto essere pubblicato molto prima, dato che i due autori si misero al lavoro già nel 1928, ma Ильф nel corso del 1929 decise di provare a diventare фотохудожник (fotografo artistico) e i lavori rallentarono. Петров racconta: “Было у меня на книжке восемьсот рублей, и был чудный соавтор. Я одолжил ему мои восемьсот рублей на покупку фотоаппарата. И что же? Нет у меня больше ни денег, ни соавтора.” (“Per il libro avevo ottocento rubli, ed un coautore meraviglioso. Gli ho prestato i miei ottocento rubli per comprare una macchina fotografica. E cosa è successo? Non ho più né i soldi, né il coautore.”

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Anche questo, come il precedente, è un плутовской роман (romanzo picaresco) in cui i personaggi viaggiano all’avventura per tutta la Russia sovietica e non solo: buona parte dell’intreccio si svolge a Черноморск (Chernomorsk), che è chiaramente Одесса (Odessa), e nella steppa dell’odierno Казахстан (Kazakistan).

Consigliamo la lettura di questo роман, come sempre, per esercitare la comprensione del russo scritto: la scrittura di Ильф и Петров è divertente e chiara, ricercata e varia nelle espressioni senza essere complicata nelle costruzioni. Insomma, leggere Золотой телёнок arricchirà il vostro vocabolario senza richiedere uno sforzo eccessivo. Inoltre, Золотой телёнок è un caposaldo della letteratura satirica russa e sovietica, ed è una lettura divertente ed anche interessante nella sua scanzonata rappresentazione della neonata Unione Sovietica degli anni ’20 e ’30.

Buona lettura!

Лаврентий Берия: la verità (o no?)

Nel corso delle ultime settimane, ogni domenica sera il Первый канал (Primo canale della tv nazionale russa) sta trasmettendo “Страна Советов – Забытые вожди” (Lo stato dei Soviet – Condottieri dimenticati), una serie di documentari storici dedicati a personalità di spicco dell’Unione Sovietica, i cui nomi sono conosciuti ma la cui storia non lo è altrettanto.

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Si tratta di un документально-исторический цикл (ciclo di documentari storici) girato solo l’anno scorso, finanziato dal Министерство культуры Российской Федерации (Ministero della cultura della Federazione Russa) e destinato a fare discutere. In particolare, potrebbe essere fonte di controversie la doppia puntata dedicata a Лаврентий Берия (Lavrentiy Beria): nel documentario si raccontano infatti tutti i suoi successi come dirigente politico, prima nel Caucaso e poi su tutto il territorio dell’Unione Sovietica, e si oltrepassa la narrativa kruscheviana secondo la quale Берия era non solo il principale responsabile delle purghe staliniane (a cui in realtà mise freno) ma anche un violentatore ed assassino di giovani donne (accuse mai provate). Revisionismo o giusta riabilitazione? Propaganda sciovinista o informazione?

Il documentario, di cui vi forniamo sia il link originale che un link su youtube (comunque da aprire in altra finestra), è in ogni caso estremamente interessante e di eccellente fattura. È consigliato non solo a chi è appassionato di storia, ma anche a chi vuole esercitare la comprensione del russo parlato: la narrazione è molto chiara, con voci misurate e pronunce senza accenti. Vedere questo, e gli altri film di questa serie, è senz’altro un ottimo esercizio per chi già capisce il russo ma ha difficoltà a seguire i film o i notiziari.

http://www.1tv.ru/doc/pro-istoriyu/strana-sovetov-zabytye-vozhdi-lavrentiy-beriya-dokumentalno-istoricheskiy-cikl

Buona visione!