Не забудем, не простим! – l’opera di Шмаринов

Дементий Шмаринов (Dementiy Shmarinov) è forse il più glorioso degli illustratori sovietici e, quindi, della storia russa recente. Oltretutto, la storia della sua opera è estremamente interessante e indicativa di quello che è stato il ventesimo secolo in Unione Sovietica ed in Russia.

Nato nel 1907 a Казань (Kazan’), dopo aver fatto pratica negli studi di altri pittori a cavallo degli anni ’20, Шмаринов nel corso degli anni ’30 si era affermato come иллюстратор (illustratore) di opere letterarie. Il suo lavoro si concentrava all’epoca sulla letteratura russa, tanto contemporanea (Горький – Gor’kiy) come del secolo precedente (Пушкин – PushkinДостоевский – Dostoevskiy).

Venne la guerra con l’invasione nazista, e Шмаринов con forte spirito patriottico si dedicò a tutt’altra tematica: la propaganda. Qui sotto potete trovare due esempi del suo lavoro: uno è il celebre плакат (manifesto) Отомсти (Vendicaci), in cui sullo sfondo di un incendio una madre tiene tra le braccia il cadavere della sua bambina e ci guarda sconvolta.

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L’altro lo potete trovare sul sito della Президентская библиотека (Biblioteca Presidenziale):

https://www.prlib.ru/item/428884

Si tratta di Не забудем, не простим! (Non dimenticheremo, non perdoneremo!), una raccolta di disegni a carboncino che illustra gli orrori della guerra. In quest’opera, pubblicata nel 1942 e che valse a Шмаринов la Сталинская премия (Premio di Stalin), i disegni di non illustrano un’opera letteraria ma danno forza ad un appello alle forze armate dello stesso Сталин (Stalin), che fa loro da introduzione. Consigliamo a tutti coloro che conoscono la lingua russa di leggere questo appello, sia come esercizio di comprensione del testo che per calarsi nello spirito del tempo: se il Terzo Reich è stato distrutto, questo libricino ha sicuramente fatto la sua parte nel motivare i soldati dell’Armata Rossa.

Dopo la fine della guerra, Шмаринов tornò alla sua attività originaria, l’illustrazione di opere letterarie: negli anni successivi illustrò anche opere teatrali straniere come Romeo e Giulietta di Shakespeare, in questo caso a colori grazie all’avanzamento tecnologico nel campo della stampa (qui sotto un esempio).

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Buona visione e, per chi può, buona lettura!

 

Тунгусский метеорит – un documentario

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Tra i misteri russi, quello del Тунгусский метеорит (meteorite di Tunguska) occupa senz’altro un posto particolare.

Questo straordinario evento avvenne la mattina del 30 giugno 1908: un огненный шар (sfera infuocata) entrò nell’atmosfera terrestre e passò sopra il bacino del fiume Енисей (Enisey) in Сибирь (Siberia), fino a produrre un terribile взрыв (esplosione). Fortunatamente questo avvenne in una zona non abitata, dato che altrimenti la potenza dello взрыв avrebbe raso al suolo una megalopoli.

Anche per questo, però, l’evento fu poco studiato. E così rimase nel corso dei successivi vent’anni: solo nel 1927 si organizzò una spedizione scientifica per studiare il fenomeno, capitanata da Леонид Кулик (Leonid Kulik). La scena che si presentava agli occhi degli scienziati sovietici, con alberi bruciati e abbattuti a raggiera in un’area enorme, era chiaramente quella dello взрыв di un метеорит. Ciononostante, questo метеорит non aveva lasciato nessun cratere, né se ne trovarono frammenti.

Nel corso dei decenni successivi vennero elaborate le teorie più disparate per spiegare quanto successo, dall’esplosione causata da un esperimento di Tesla all’incidente di una navicella spaziale aliena.

Questo документальный фильм (documentario) in lingua russa, Где же Тунгусский наш метеорит? (Dov’è il nostro meteorite di Tunguska?) ci spiega cos’è successo:

https://www.1tv.ru/doc/pro-nauku/gde-zhe-tungusskiy-nash-meteorit-dokumentalnyy-film

Ne consigliamo la visione a tutti coloro che hanno un buon livello di comprensione orale della lingua russa, dato che, sebbene il документальный фильм sia ben fatto ed estremamente interessante, il lessico utilizzato può risultare ostico e l’esercizio di ascolto può quindi essere difficile.

Buona visione!

La pittura Федор Шурпин tra campagna e guerra

 

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Федор Шурпин (Fyodor Shurpin) nacque nella Смоленщина (Smolenshchina, la campagna nei dintorni di Смоленск – Smolensk) nel 1904 e morì nel 1972 a Москва (Mosca). Si può quindi dire che nel corso della sua vita adulta visse tutti gli avvenimenti più importanti della storia sovietica.

Lasciò la Смоленщина nel 1922 con una комсомольская путёвка (biglietto del Komsomol), per andare a studiare pittura a Москва dove nel corso dei decenni successivi si affermò come художник (pittore) e prese parte a diversi collettivi artistici e mostre.

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale Шурпин viaggiò al fronte e dipinse quadri a tema militare e ritratti di piloti. Tra i quadri a tema militare in senso lato si può annoverare il qui riportato Письмо с фронта (Lettera dal fronte) del 1942.

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Tanto durante e dopo la guerra, però, Шурпин continuò ad esprimersi dipingendo con il suo linguaggio artistico fatto di colori caldi e pomeridiani quello che era il suo mondo d’elezione, ovverosia la campagna contadina: ne sono esempi il bellissimo e simbolico Возрождение (Rinascita) dipinto nel 1943 (a inizio pagina), e l’autoritratto На Родине (In patria – qui sotto).

Proprio alla Смоленщина, da lui lasciata a 18 anni ma a cui rimase sempre emotivamente attaccato come si può vedere dai suoi quadri, Шурпин lasciò il suo più grande regalo: la картинная галерея (galleria d’arte) di Шумячи (Shumyachi). L’idea di aprire una картинная галерея nella sua provincia, da sempre un suo pallino, si concretizzò nel 1966: quando l’amministrazione regionale finalmente prese la decisione di aprire la картинная галерея, Шурпин diede in dono 50 dei suoi quadri (tra cui gli ultimi due citati).

Qui sotto la pagina web del museo:

http://shumyachi.museum67.ru/vystavki/postoyanno-dejstvuyuschie-vystav/f-s-shurpin-zhivopis/?svSize=2

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Послушники: tra religione e spionaggio

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Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto molti documentari, ma quello che vi proponiamo oggi riguarda senz’altro la vicenda più incredibile ed interessante. Операция „Послушники“. Между молотом и наковальней (Operazione “Novizi”. Tra il martello e l’incudine) racconta infatti come, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, alcuni sacerdoti ortodossi nel territorio occupato dai nazisti collaborarono attivamente con la resistenza ed i servizi segreti sovietici.

Nonostante la Православная церковь (Chiesa Ortodossa) fosse oppressa dal potere ateo sovietico e nonostante il potere nazista fosse utilitaristicamente meglio disposto nei suoi confronti, questi sacerdoti divennero dei veri e propri разведчики (agenti segreti), e nell’ambito della Операция „Послушники“ accolsero nelle catacombe del Псково-Печерский монастырь (Monastero Pskovo-Pecherskiy) non solo partigiani e soldati ma addirittura dei разведчики professionisti, che vestivano gli abiti monastici per svolgere le loro attività senza insospettire i nazisti.

Il successo di questa operazione portò all’Armata Rossa un enorme vantaggio nella decisiva курская битва (battaglia di Kursk): la радиоигра (spionaggio radio) dei послушники convinse infatti la Wermacht che l’Armata Rossa si preparava ad un attacco in altra zona, e questo portò i tedeschi a dirigere altrove parte delle loro divisioni di carri armati.

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Consigliamo la visione di questo documentario a tutti coloro che sono appassionati di storia ed in particolare di questo periodo storico. La visione di Операция „Послушники“. Между молотом и наковальней è inoltre consigliatissima a chi vuole esercitare la sua comprensione della lingua russa parlata: si tratta di un documentario impegnativo, considerata la complessità della vicenda, e vederlo è quindi un’ottima prova.

Questo è il link:

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/operatsiya-poslushniki-mezhdu-molotom-i-nakovalney

Buona visione!

Георгий Савицкий, un pittore a cavallo di due epoche

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Георгий Савицкий (Gheorghy Savizkiy) nacque nel 1887 nella Russia zarista e morì nel 1949 in Unione Sovietica. Nel corso della sua non lunghissima vita avvennero in Russia cambiamenti epocali, e i soggetti dei suoi quadri riflettono questi cambiamenti appieno: in alcuni si possono vedere dei nobili oziare nelle loro ville o passeggiare a cavallo a bordo fiume, in altri soldati rivoluzionari o paesaggi cittadini moderni.

Савицкий ebbe un discreto successo come художник-живописец (artista-pittore), ma venne invece premiato per la sua attività come график (grafico) in tempo di guerra. Il suo realismo socialista, memore delle lezioni dell’impressionismo, colpisce per la varietà dei temi affrontati. Le opere di Савицкий sembrano interessare, e soprattutto comprendere, tutto lo scibile umano, o almeno tutta la vita russa della prima metà del ventesimo secolo tra guerre, industrializzazione e rivoluzione da una parte, vita campestre, riposo e danze dall’altra.

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Un’ottima selezione di opere di Савицкий si può vedere all’indirizzo seguente:

http://www.liveinternet.ru/users/5124893/post415411278/

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Il requiem per un vivente di Алан Черчесов

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Алан Черчесов (Alan Cherchesov) è uno scrittore contemporaneo poco conosciuto, che viene dalla Северная Осетия (Ossezia del nord), una regione della Russia meridionale ai confini con la Georgia.

La Северная Осетия è a tutti gli effetti una regione russa, dove vive la grande maggioranza degli осетины (osseti), etnia di cui Алан Черчесов è esponente. Un’altra importante fetta di questa popolazione vive nella Южная Осетия (Ossezia del sud), una regione prevalentemente montuosa ufficialmente nel territorio della Georgia, che nel corso dell’ultimo decennio ha però proclamato la sua indipendenza con il supporto militare russo.

Реквием по живущему (Requiem per un vivente), pubblicato nel 1994, è un роман (romanzo) senza tempo, ambientato proprio sulle montagne del Caucaso in un аул (villaggio) isolato in cui la vita della famiglia del narratore si intreccia con quella di un altro abitante dell’аул, un giovane orfano noto solamente come Одинокий (Solitario). È una lettura estremamente coinvolgente, in cui sullo sfondo della natura incontaminata del Caucaso si dipana un intreccio appassionante. È inoltre una grande testimonianza delle consuetudini e delle credenze degli осетины, una popolazione in cui ancora oggi circa il 30% delle persone è pagano e che (come d’altronde tutti i popoli caucasici) considera sacra l’ospitalità.

Consigliamo vivamente la lettura di questo роман, che è peraltro scritto splendidamente da Черчесов, uno scrittore che meriterebbe di essere più conosciuto sia in Russia che fuori dalla Russia. Un chiarimento per coloro che volessero intraprendere la lettura di questo роман ma fossero spaventati dalla regionalità del testo: oltre ad essere stilisticamente impeccabile, il russo di Реквием по живущему risulterà perfettamente chiaro a tutti coloro che abbiano una buona comprensione del russo scritto. Anche l’uso di alcuni termini locali, infatti, non è problematico in quanto il loro significato diventa chiaro nel contesto della narrazione.

Qui sotto vi riportiamo un link al testo integrale:

https://knigogid.ru/books/106798-rekviem-po-zhivuschemu/toread

Buona lettura!

Маршалы Победы – documentario in due parti

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Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto diversi documentari storici trasmessi dal Первый канал (Primo canale), ed anche oggi vogliamo suggerirvene uno estremamente interessante per tutti coloro che sono appassionati di storia.

Маршалы Победы (I Marescialli della Vittoria) è un документальный фильм (documentario) in due parti, per una durata complessiva di circa un’ora e quaranta minuti. Vi si raccontano le gesta dei comandanti dell’Armata Rossa insigniti dell’орден Победы (ordine della Vittoria), la più alta decorazione militare esistente, creata nel 1943 dopo la курская битва (battaglia di Kursk), la vittoria nella quale convinse lo stesso Сталин (Stalin) che l’Unione Sovietica avrebbe prevalso sulla Germania nazista.

In Маршалы Победы si racconta la storia dei dieci comandanti che ricevettero questa decorazione, attraverso i ricordi dei loro figli e nipoti e con la partecipazione di esperti di storia militare. Sono storie tra di loro molto diverse, e attraversano tutti i fronti della Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come è conosciuta la Seconda Guerra Mondiale in Russia e in alcuni paesi ex-sovietici).

Come già detto, si tratta di un документальный фильм per appassionati, ed inoltre il susseguirsi di voci differenti richiede un’ottima comprensione del russo parlato. Lo consigliamo quindi solo a chi davvero vuole affrontare un esercizio di comprensione orale di livello impegnativo.

Qui sotto i link:

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-1

https://www.1tv.ru/doc/pro-voynu/marshaly-pobedy-chast-2

Buona visione!

Le statue di Алёша, in Russia e altrove

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A Мурманск (Murmansk), all’estremo nord del territorio russo, si può trovare un памятник (monumento) mastodontico, che con i suoi 42 metri di altezza è secondo come dimensioni solo alla famosissima statua Родина-мать зовёт! (La madre patria chiama!) di Волгоград (Volgograd).

Si tratta del Мемориал «Защитникам Советского Заполярья в годы Великой Отечественной войны» (Memoriale ai “Difensori del territorio polare sovietico negli anni della Grande Guerra Patriottica”), più noto con il nome proprio di Алёша (Alyosha): un soldato che guarda a ovest, verso la Долина Славы (Valle della Gloria), dove ai tempi della Seconda Guerra Mondiale ci furono i combattimenti più feroci per Мурманск.

Questa statua di oltre 5000 tonnellate non è però l’unica del suo genere, né l’unica a essere conosciuta come Алёша: se ne trovano altre tre in diverse località fuori dalla odierna Russia, ma che facevano parte dell’Unione Sovietica o del Patto di Varsavia.

Una, il Бронзовый солдат (Soldato di bronzo), è a Таллин (Tallin), anche se nel 2007 è stata spostata nel cimitero militare. Un’altra, nota anche come Павлуша (Pavlusha), si trova a Харьков (Kharkov). Ma la più scenografica si trova in Bulgaria, a Plovdiv, dove occupa la vetta di uno dei sei colli della città: quest’ultima, con le sue scritte in lingua russa, non solo è diventata il simbolo della città, che 10 anni fa ne ha festeggiato i 50 anni, ma è anche l’oggetto di poesie e canzoni.

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Buon viaggio!

В овраге, racconto di Чехов

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Anche oggi, come già fatto nel corso degli ultimi mesi, vi proponiamo un повесть (racconto lungo o romanzo breve) di Антон Чехов (Anton Chekhov).

Quello che vi presentiamo oggi, scritto nel 1899, è un повесть molto diverso da quelli già proposti, sia per ambientazione che per trama. В овраге (Nel baratro) è infatti un повесть eminentemente naturalista, in cui Чехов dedica molto meno spazio ad analisi psicologica e dialoghi e si concentra sul concatenarsi di eventi che racconta.

Vi si raccontano le vicende della famiglia di Цыбукин (Tzybukin), торговец (commerciante) di provincia, che vive assieme ai suoi figli e alle rispettive mogli. Lo svolgimento di questo повесть è dettato dai rapporti di forza tra i vari personaggi, ciascuno dei quali ha un carattere ed una posizione precisamente delineati nella famiglia e nessuno dei quali è in alcun modo idealizzato.

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Non ve ne raccontiamo di più per non rovinarvi la lettura: lo consigliamo a tutti coloro che vogliano esercitare la propria comprensione della lingua russa scritta, dedicandosi a un testo di interesse letterario scritto in un russo impeccabile (d’altronde è Чехов!). В овраге è moderatamente breve, ed essendo incentrato sulla narrazione degli eventi presenta un lessico non troppo complesso e la sua lettura può essere intrapresa anche da coloro che non hanno ancora un’ottima comprensione del russo, come esercizio per migliorare il proprio lessico passivo.

Potete trovare il testo integrale a questo indirizzo:

http://ilibrary.ru/text/1183/index.html

Consigliamo di leggerlo capitolo per capitolo (ce ne sono in tutto 11)

 

Buona lettura!

Ермак Тимофеевич, il Colombo russo

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Oggi è il giorno di Cristoforo Colombo, ed è festa in parecchi paesi: in Spagna, negli Stati Uniti… non in Russia. In Russia, ed ai russi, non interessa particolarmente la scoperta di Cristoforo Colombo. Per loro è decisamente più importante Ермак Тимофеевич (Yermak Timofeevich), покоритель Сибири (conquistatore della Siberia).

Prima della spedizione di Ермак Тимофеевич nel 1582, quasi 100 anni dopo di quella di Colombo, la Сибирь (la Siberia) era infatti un khanato mongolo sotto il controllo del khan Кучум (Kuchum).

La storia di Ермак Тимофеевич, come d’altronde quella di Cristoforo Colombo, è intrisa di miti e leggende: anche di Ермак l’esatta provenienza è discussa, come non è chiaro se sia stato inviato a conquistare la Сибирь da Иван Грозный (Ivan il Terribile) o dagli Строгановы (Stroganoff), o se addirittura si sia mosso по собственному желанию (di sua spontanea volontà). Quel che è certo è che Ермак, a capo di soli 540 cosacchi, ebbe la meglio sui ben più numerosi soldati di Кучум.

Vi riportiamo un ottimo, anche se breve articolo a suo riguardo: Жизнь и смерть Ермака Тимофеевича (Vita e morte di Yermak Timofeevich), pubblicato su Дилетант (Il dilettante).

http://diletant.media/articles/27234753/

Ne consigliamo la lettura per due motivi: innanzitutto per chi vuole esercitare la comprensione del testo scritto, dato che si tratta di un testo di lunghezza ridotta e scritto in modo semplice sia per quanto riguarda le costruzioni grammaticali, sia per quanto riguarda il lessico (nello stile di questa pubblicazione), ed in secondo luogo per conoscere qualcosa di più riguardo a questo personaggio storico, tanto importante per la storia russa.

Buona lettura!