Il fascino di Гагра

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Гагра (Gagra) è senz’altro il luogo più lontano dalle rotte turistiche occidentali di cui abbiamo mai parlato nel corso di questi anni. Non lontano in termini di chilometri, dato che si trova relativamente vicino a noi, sulle rive del Чёрное море (Mar Nero) come altri luoghi di cui vi abbiamo già parlato.

Гагра si trova però in Абхазия (Abkhazia), nel Кавказ (Caucaso), nell’attuale territorio di una repubblica separatista riconosciuta solo da una manciata di stati membri dell’ONU. Per quanto sia a neanche 50 chilometri da Сочи (Sochi), quindi, risulta ancora oggi piuttosto complesso concepire un soggiorno da queste parti.

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Гагра sorge nel luogo di un insediamento prima greco e poi romano di oltre duemila anni or sono, e fu poi controllata da genovesi e turchi prima di passare all’Impero Russo nel 1810. Venne trasformata in un курорт (luogo di villeggiatura) tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, sotto la supervisione del principe Александр Ольденбургский (Aleksandr Ol’denburgskiy).

Nel corso degli anni successivi divenne una sorta di Monte Carlo russa, attirando sciami di nobili e borghesi nei suoi lussuosi hotel e ville, grazie alla sua vegetazione rigogliosa ed al suo clima subtropicale. In seguito alla Rivoluzione di Ottobre, i bolscevichi ne fecero una località di villeggiatura per tutti, e la cittadina svolse questa funzione nel corso di circa 70 anni (ad eccezione, comprensibilmente, del periodo in cui fu teatro di scontri durante la Seconda Guerra Mondiale).

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Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la regione dell’Абхазия fu scossa dalle rivendicazioni della popolazione locale, desiderosa di ottenere un’autonomia sempre maggiore dalla neonata Georgia. Le reciproche provocazioni delle parti in causa portarono ad un feroce conflitto, con l’esercito regolare georgiano da una parte e i separatisti locali supportati dalla Russia dall’altra. Nel corso del ’93 la stessa Гагра fu teatro di scontri che lasciarono la cittadina pesantemente danneggiata. Ad avere la meglio furono i separatisti, e la gran parte della popolazione georgiana della regione si trovo costretta a cercare rifugio altrove.

Al giorno d’oggi Гагра sta cercando, in qualche modo, di rialzarsi, attirando perlopiù turisti di lingua russa che conoscono il suo brillante passato. Purtroppo l’instabilità della regione e la poca affidabilità della situazione politica locale non aiutano gli investimenti, e per quanto Гагра non sia affatto abbandonata pullula di rovine di guerra che non si possono restaurare per mancanza di fondi.

Per saperne e vederne di più, consigliamo di consultare questo interessante sebbene datato articolo in lingua inglese:

War-Torn and Overgrown, Ghost Town Was Soviet Paradise

 

Орджоникидзе nelle foto di un tempo

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Орджоникидзе (Ordzhonikidze) altro non è che il nome con cui l’odierna Владикавказ (Vladikavkaz) è stata chiamata nel corso di circa 60 anni ai tempi dell’Unione Sovietica. Questa città del Северный Кавказ (Caucaso Settentrionale), capitale della Республика Северная Осетия — Алания (Repubblica dell’Ossezia Settentrionale – Alania), è una delle città più a sud della Russia, in prossimità del confine con la Georgia. 

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Usiamo il nome Орджоникидзе in questo articolo in quanto le foto che vi proponiamo, di cui siamo venuti a conoscenza grazie al meraviglioso sito Это Кавказ (Questo è il Caucaso), sono tutte scattate all’epoca in cui la città si chiamava così, ed in particolare nel secondo dopoguerra. Il fotografo Федор Федосеев (Fyodor Fedoseyev) è un veterano della Seconda Guerra Mondiale in pensione che per ben 24 anni ha collaborato con il giornale locale Социалистическая Осетия (Ossezia Socialista), facendo pubblicare circa 400 sue foto della città. Oltre a quelle foto, però, Федосеев ne ha conservate meticolosamente con data e descrizione molte altre, oltre ventimila, ed ora suo nipote Сергей (Sergey) le sta pubblicando poco a poco sulle sue pagine social.
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Queste foto mostrano la vera e propria metamorfosi che attraversò Орджоникидзе nel corso degli anni ’60 e ’70, passando dalle vecchie case a un solo piano e senza alcun comfort agli edifici moderni dotati di elettricità, gas ed acqua. Un vero e proprio salto dall’età della pietra all’era moderna, usando le parole dello stesso nipote del fotografo.

A chi di voi conosce o sta studiando il russo, consigliamo non solo di sfogliare le bellissime foto riportate all’indirizzo qui sotto, ma anche di leggere l’articolo: non solo la storia è interessante, ma la sua lettura è anche un ottimo esercizio di comprensione del testo, considerando la varietà del lessico usato (che pur senza risultare ostico presenta termini di varia natura – fotografia, architettura, social…):

https://etokavkaz.ru/gorod/odnoetazhnaya-osetiya-kadry-iz-unikalnogo-fotoarkhiva

Buona lettura e buona visione!

Per la Russia con Горький

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Максим Горький (Maksim Gorky) è stato uno degli autori di prosa russa di maggior successo nel corso della prima metà del ‘900. Cinque volte nominato al premio Nobel per la letteratura, si è distinto tanto nel genere del роман (romanzo) quanto in quello del рассказ (racconto).

L’opera di cui vi suggeriamo la lettura oggi è un ciclo di racconti intitolato По Руси (Attraverso la Russia), inizialmente pubblicati su varie riviste letterarie tra il 1912 e il 1918 e poi pubblicati in unico volume nel 1923.

In questi racconti Горький ci presenta una Russia autentica, per nulla letteraria, eppure proprio per questo decisamente varia ed interessante. Il punto di vista è quello, in prima persona, dello stesso Горький, che spazia dalle rive del Mar Nero alle valli del Caucaso, dalla regione del Volga alle pianure che circondano Mosca, ma senza mai entrare in città. Ci racconta infatti una Russia rurale, quotidiana, umile e spesso brutale, tanto per gli abitanti del luogo quanto per i lavoratori alla giornata che vengono da lontano.

Si tratta di racconti probabilmente ispirati dal lungo viaggio intrapreso da Горький nel 1891, in gioventù, quando partito dalla sua Нижний Новгород (Nizhniy Novgorod) attraversò Russia, Ucraina e Georgia.

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Consigliamo la lettura di questi racconti a tutti coloro che abbiano un interesse per la Russia rurale e per le usanze della popolazione russa. In un certo senso, l’ambientazione di questi racconti e l’arretratezza dei luoghi dove si svolgono li estrae dal tempo: Горький ci racconta il periodo a cavallo tra XIX° e XX° secolo, ma quello che descrive sarebbe potuto avvenire anche due secoli prima.

Segnaliamo a coloro che avessero già letto Мать dello stesso autore che il linguaggio usato in questi racconti è molto più complesso, e la lettura risulta quindi più laboriosa. Ma è così che si sviluppa il proprio vocabolario!

Buona lettura!

Il requiem per un vivente di Алан Черчесов

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Алан Черчесов (Alan Cherchesov) è uno scrittore contemporaneo poco conosciuto, che viene dalla Северная Осетия (Ossezia del nord), una regione della Russia meridionale ai confini con la Georgia.

La Северная Осетия è a tutti gli effetti una regione russa, dove vive la grande maggioranza degli осетины (osseti), etnia di cui Алан Черчесов è esponente. Un’altra importante fetta di questa popolazione vive nella Южная Осетия (Ossezia del sud), una regione prevalentemente montuosa ufficialmente nel territorio della Georgia, che nel corso dell’ultimo decennio ha però proclamato la sua indipendenza con il supporto militare russo.

Реквием по живущему (Requiem per un vivente), pubblicato nel 1994, è un роман (romanzo) senza tempo, ambientato proprio sulle montagne del Caucaso in un аул (villaggio) isolato in cui la vita della famiglia del narratore si intreccia con quella di un altro abitante dell’аул, un giovane orfano noto solamente come Одинокий (Solitario). È una lettura estremamente coinvolgente, in cui sullo sfondo della natura incontaminata del Caucaso si dipana un intreccio appassionante. È inoltre una grande testimonianza delle consuetudini e delle credenze degli осетины, una popolazione in cui ancora oggi circa il 30% delle persone è pagano e che (come d’altronde tutti i popoli caucasici) considera sacra l’ospitalità.

Consigliamo vivamente la lettura di questo роман, che è peraltro scritto splendidamente da Черчесов, uno scrittore che meriterebbe di essere più conosciuto sia in Russia che fuori dalla Russia. Un chiarimento per coloro che volessero intraprendere la lettura di questo роман ma fossero spaventati dalla regionalità del testo: oltre ad essere stilisticamente impeccabile, il russo di Реквием по живущему risulterà perfettamente chiaro a tutti coloro che abbiano una buona comprensione del russo scritto. Anche l’uso di alcuni termini locali, infatti, non è problematico in quanto il loro significato diventa chiaro nel contesto della narrazione.

Qui sotto vi riportiamo un link al testo integrale:

https://knigogid.ru/books/106798-rekviem-po-zhivuschemu/toread

Buona lettura!

Кавказская пленница, commedia del ’66

Кавказская пленница, или Новые приключения Шурика (La prigioniera del Caucaso, o le Nuove avventure di Shurik) è un film del 1966 di uno dei più grandi registi di commedie sovietiche di sempre, Леонид Гайдай (Leonid Gaidai), di cui vi abbiamo già proposto diversi film.

È la seconda кинокомедия (commedia cinematografica) in cui il protagonista è il giovane Шурик, impersonato da Александр Демьяненко (Aleksandr Demyanenko), e prende il nome da Кавказский пленник (Il prigioniero del Caucaso), già poema di Пушкин (Pushkin) e racconto di Лев Толстой (Lev Tolstoy). Ovviamente, però, la tematica è molto più leggera e spensierata, come fa intuire la partecipazione del trio comico Трус, Балбес и Бывалый (Trus, Balbes e Byvaliy).

È un film molto famoso, che nel corso degli anni è stato oggetto di un remake ed ha ispirato vari riferimenti in altri ambiti. Inoltre, è piuttosto semplice ed abbastanza corto: i dialoghi non sono complessi e neanche l’accento dei personaggi caucasici complica troppo la comprensione. Per questo lo consigliamo a chi sta imparando il russo e vuole esercitarsi nella comprensione della lingua parlata.

Per vedere il film è necessario aprire il video su youtube in un’altra finestra. I sottotitoli in inglese sono già incorporati in questa versione e non è necessario attivarli.

Кавказский пленник di Tolstoy

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Vi abbiamo già proposto un romanzo di Лев Толстой (Lev Tolstoy), Семейное счастие (Felicità familiare). Oggi vi proponiamo invece un повесть (racconto lungo o romanzo breve) che racconta una storia completamente diversa: Кавказский пленник (Il prigioniero del Caucaso).

La vicenda si svolge sui monti del Caucaso ai tempi della Кавказская война (guerra del Caucaso), durata dal 1817 al 1864 tra l’Impero Russo e le popolazioni locali, e si dice essere ispirata da eventi veri: Толстой aveva infatti svolto il suo servizio militare, proprio nel Caucaso, nel corso degli anni ’50. Vi si racconta la prigionia di due soldati russi, il protagonista Жилин (Zhilin) e Костылин (Kostylin), in un villaggio di татары (tatari).

Si tratta di un повесть estremamente apprezzato, stampato e ristampato in innumerevoli edizioni e parte del programma scolastico russo. È stato per di più l’oggetto di più di un’экранизация (adattamento cinematografico): una “classica” del 1975, ed un’altra del 1996 che traspone gli avvenimenti ai tempi della guerra in Cecenia degli anni ’90.

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Anche Кавказский пленник è disponibile in russo con testo a fronte in edizione BUR, con il рассказ (racconto) Три смерти (Tre morti), sempre di Лев Толстой. È quindi consigliatissimo proprio in questa edizione, che permette a chi sta ancora apprendendo la lingua russa di esercitarsi nella lettura senza il fastidio di dover cercare ogni parola che non conosce.

Buona lettura!

 

Бастурма – manzo essiccato armeno

Ogni paese ha non solo le sue tradizioni culinarie, ma anche delle vere e proprie abitudini quando si tratta di snack per accompagnare le bevande.

Se parliamo di snack per accompagnare un buon boccale di пиво (birra), l’area dell’ex Unione Sovietica ci regala diverse sorprese. Già abbiamo parlato di таранька (taranka, pesce essiccato sotto sale), oggi vi proponiamo invece la ricetta del бастурма (basturma), manzo essiccato tipico degli stati un tempo parte dell’Impero Ottomano.

Dato che gli stati del Caucaso come l’Азербайджан (Azerbaijan) e l’Армения (Armenia) sono stati parte dell’Unione Sovietica, nel corso del ventesimo secolo il бастурма si è diffuso un po’ in tutti i paesi di lingua russa. È un affettato dal sapore molto forte, salato e speziato, anche e soprattutto perché, dopo essere tenuto sotto sale una settimana, viene invecchiato per altre tre ricoperto nel чаман (chaman), una salsa a base di aglio, pepe e paprica.

Vi consigliamo questo video non solo per preparare il бастурма, ma anche perché fornisce le istruzioni sia in inglese che in russo, permettendo di imparare un po’ di lessico culinario: potranno essere non troppo interessanti, ma il lessico culinario e il nome degli alimentari sono estremamente utili nelle conversazioni di ogni giorno!