L’impressionismo di Герасимов

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Сергей Герасимов (Sergey Gerasimov) è un noto художник (pittore) russo, attivo nel corso della prima metà del XX° secolo ed esponente dell’impressionismo russo.

Nato a Можайск (Mozhaysk) nella Московская область (regione di Mosca) nel 1885, nel corso della sua vita Герасимов è stato membro di varie associazioni di artisti ed anche insegnante di pittura.

La pittura di Герасимов spazia dalla natura morta ai ritratti, dai paesaggi alle tematiche storiche. Come ogni художник attivo nel corso della prima metà del XX° secolo, epoca di stravolgimenti per la Russia e la sua popolazione, Герасимов si è cimentato nella pittura di quadri tematici prima, nel corso degli anni ’30, propagandistici e poi, negli anni della Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, la Seconda Guerra Mondiale), patriottici.

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Come potete vedere dalle immagini che vi proponiamo, Герасимов è stato capace di eccellere tanto nella pittura di soggetti più intimistici, nei quali si esprime con il linguaggio artistico dell’impressionismo, quanto in quella di soggetti di significato politico, che sono invece esempi di социалистический реализм (realismo socialista). Uno di questi, Мать партизана (La madre del partigiano) è stato addirittura riprodotto su di un francobollo celebrativo del 1965 per i venti anni dalla vittoria sui nazisti.

Vi consigliamo di consultare la seguente pagina per vedere un buon numero delle sue opere più conosciute: http://www.art-catalog.ru/gallery.php?id_psort=1&id_pview=2&count_pic=-1&id_artist=448

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Per la Russia con Горький

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Максим Горький (Maksim Gorky) è stato uno degli autori di prosa russa di maggior successo nel corso della prima metà del ‘900. Cinque volte nominato al premio Nobel per la letteratura, si è distinto tanto nel genere del роман (romanzo) quanto in quello del рассказ (racconto).

L’opera di cui vi suggeriamo la lettura oggi è un ciclo di racconti intitolato По Руси (Attraverso la Russia), inizialmente pubblicati su varie riviste letterarie tra il 1912 e il 1918 e poi pubblicati in unico volume nel 1923.

In questi racconti Горький ci presenta una Russia autentica, per nulla letteraria, eppure proprio per questo decisamente varia ed interessante. Il punto di vista è quello, in prima persona, dello stesso Горький, che spazia dalle rive del Mar Nero alle valli del Caucaso, dalla regione del Volga alle pianure che circondano Mosca, ma senza mai entrare in città. Ci racconta infatti una Russia rurale, quotidiana, umile e spesso brutale, tanto per gli abitanti del luogo quanto per i lavoratori alla giornata che vengono da lontano.

Si tratta di racconti probabilmente ispirati dal lungo viaggio intrapreso da Горький nel 1891, in gioventù, quando partito dalla sua Нижний Новгород (Nizhniy Novgorod) attraversò Russia, Ucraina e Georgia.

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Consigliamo la lettura di questi racconti a tutti coloro che abbiano un interesse per la Russia rurale e per le usanze della popolazione russa. In un certo senso, l’ambientazione di questi racconti e l’arretratezza dei luoghi dove si svolgono li estrae dal tempo: Горький ci racconta il periodo a cavallo tra XIX° e XX° secolo, ma quello che descrive sarebbe potuto avvenire anche due secoli prima.

Segnaliamo a coloro che avessero già letto Мать dello stesso autore che il linguaggio usato in questi racconti è molto più complesso, e la lettura risulta quindi più laboriosa. Ma è così che si sviluppa il proprio vocabolario!

Buona lettura!

Сказ об Урале, il simbolo degli Urali

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Oggi vi parleremo di uno dei monumenti più famosi di Челябинск (Chelyabinsk) la più grande città del Уральский федеральный округ (Circondario federale degli Urali).

Si tratta di una scultura di Виталий Зайков (Vitaliy Zaykov), скульптор (scultore) russo e sovietico pluripremiato. Зайков, originario degli Urali per parte di padre, all’epoca in cui intraprese questo progetto (’66-’67) era già un artista affermato. Decise di proporre questa composizione scultorea ispirandosi al genere letterario dello сказ (skaz), in cui si imitano racconti e poesie tipiche della tradizione orale folcloristica.

Зайков decise infatti di raffigurare questa regione della Russia come un великан (gigante), un богатыр (eroe guerriero) che porta un’enorme cintura (la parola Ural in bakshiro significa appunto cintura) in cui nasconde tutti i suoi tesori. Con questa allegoria, Зайков rappresenta la laboriosità e la ricchezza mineraria della regione paterna, come si può intendere d’altronde leggendo l’iscrizione sul basamento della stessa:

Урал – опорный край державы, её добытчик и кузнец (Urali – regione portante del paese, suo estrattore e fabbro)

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Una curiosità: da ormai 10 anni, in prossimità di Новый год (Capodanno), a questo великан barbuto di 12 metri fanno indossare il più grande costume da Дед Мороз (Nonno Gelo, l’equivalente di Babbo Natale) del mondo, come riconosciuto anche dal Guinness dei Primati.

Se volete intraprendere un viaggio nella Russia più profonda per vedere (anche) questo monumento, a Новый год o nel corso del resto dell’anno, il nostro consiglio è quello di studiare russo con uno dei nostri corsi di russo per turisti. In questo modo, sarete in grado di muovervi autonomamente ed interagire con la popolazione locale, e quindi godervi appieno il vostro viaggio!

 

Чехов e la dama col cagnolino

Nella foto riportata qui sotto potete vedere una composizione scultorea in bronzo rappresentante il grande scrittore Антон Чехов (Anton Chekhov) ed una donna accompagnata da un cagnolino.

Questo gruppo scultoreo è abbastanza recente, ed è stato infatti installato a Ялта (Yalta) in Крым (Crimea) solo nel 2004 in occasione del centenario della morte dello scrittore. Ma perché Чехов è accompagnato, anzi osserva, una donna con un cagnolino?

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La risposta si può trovare in uno dei suoi più celebri рассказы (racconti), che è appunto Дама с собачкой (La dama con il cagnolino). Questo рассказ, ambientato proprio nel corso di una stagione estiva della Ялта di fine ‘800, venne scritto da Чехов di ritorno da un suo soggiorno proprio in quella città e in quella regione.

Дама с собачкой nel corso dello scorso secolo ha ispirato diverse rappresentazioni cinematografiche e non, tra cui Очи чёрные (Occhi neri) con l’italiano Marcello Mastroianni, che riprende i motivi del рассказ, ed un balletto.

Non vogliamo rovinarvi la lettura, quindi non vi parleremo della trama, ma vi incoraggiamo a leggere questo racconto per esercitare la vostra comprensione della lingua russa scritta, peraltro trattandosi di Чехов su di un testo scritto in un russo stilisticamente impeccabile.

Potete trovare il testo integrale del рассказ a questo indirizzo:

http://lib.ru/LITRA/CHEHOW/d.txt

Buona lettura!

Dal realismo al surrealismo – Гелий Коржев

Гелий Коржев (Geliy Korzhev) è stato un живописец (pittore) sovietico di grande fama, professore e a lungo segretario della Союз художников (Unione degli artisti) russa.

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Коржев, che nacque nel 1925 e si formò nel corso degli anni ’40, è noto soprattutto per il suo contributo alla pittura realista sovietica. È stato infatti uno dei più famosi esponenti del суровый стиль (stile severo) a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, ed ha ricevuto vari premi nel corso della sua vita.

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Fiero patriota sovietico, comunista convinto, la sua живопись (pittura) cambiò radicalmente con la перестройка (perestrojka) e con il crollo dell’Unione Sovietica. Nel corso degli anni ’80 e ’90, infatti, Коржев iniziò a dipingere i lati più oscuri della società russa di allora: povertà, disperazione, abbandono.

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Alla produzione realista di Коржев si affiancarono poi altri due filoni surrealisti, Тюрлики (generalmente tradotto come “mutanti”, anche se letteralmente significa “storpi”) e Скелеты (scheletri). Nei Тюрлики la spietatezza delle liberalizzazioni prima e dei лихие девяностые (selvaggi anni ’90) poi viene rappresentata con delle sembianze mostruose, a simbolizzare la mutazione e la corruzione del popolo russo. Negli Скелеты sono invece gli scheletri degli ideali traditi del passato a visitare il presente.

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Il disgusto di Коржев per il nuovo ordine lo portò addirittura a rifiutare il premio di cui voleva insignirlo il governo russo alla fine degli anni ’90, giustificandosi come segue:

Я родился в Советском Союзе и честно принимал идеи и идеалы того времени. Сегодня это признано исторической ошибкой. Ныне в России существует общественное устройство, прямо противоположное тому, в котором я сформировался как художник. И принятие государственной награды будет означать для меня признание в лицемерии всего моего творческого пути. Прошу с пониманием отнестись к отказу. (Sono nato in Unione Sovietica e ho accettato sinceramente le idee e gli ideali di quel tempo. Oggi sono considerati un errore storico. Adesso in Russia esiste una struttura sociale completamente opposta a quella in cui mi sono formato come artista. E l’accettazione di un premio governativo significherebbe per me ammettere che il mio intero percorso creativo è stato ipocrita. Vi chiedo di considerare il mio rifiuto con comprensione.)

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Consigliamo a tutti coloro che sono interessati alla storia recente (ed odierna) russa di osservare attentamente le opere di Коржев degli anni ’80 e ’90, dato che possono spiegare l’attitudine culturale di buona parte della popolazione russa nei confronti del mondo liberale.

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Potete vedere praticamente tutte le sue opere sul sito del Фонд культурного и исторического наследия Гелия Коржева (fondo per l’eredità culturale e storica di Geliy Korzhev) al seguente indirizzo:

http://korzhev.com

Buona visione!

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La часовня della Fonte Sacra a Уфа

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Nel corso dei mesi passati vi abbiamo parlato di tradizioni religiose, in particolare legate ad icone, a cui spesso nella religione russo-ortodossa vengono attribuiti poteri miracolosi.

La икона (icona) di cui vi parleremo oggi, nota come Богородско-Уфимская (Bogorodsko-Ufimskaya), si trova come già suggerisce il nome a Уфа (Ufa), la capitale della repubblica del Башкортостан (Bashkortostan, in italiano Baschiria). In questa repubblica della Federazione Russa vive un vero e proprio miscuglio di etnie, tra le quali le più rappresentate sono baschiri, tatari e russi.

Secondo la tradizione, questa икона venne trovata miracolosamente a inizio 1600 nei boschi vicini al villaggio di Богородское (Bogorodskoe, oggi un quartiere di Уфа). Il крестьянин (contadino) Стефан (Stefan), condannato ad essere bastonato in pubblico, non potendo sopportare la vergogna andò nel bosco per impiccarsi. Venne fermato dalla voce di una donna, che gli disse “Куда ты идешь? Воротись и скажи священнику и народу, чтобы взяли меня отсюда, ибо я спасу ваше село” (“Dove vai? Torna indietro e dì al sacerdote e alla gente che mi vengano a prendere, perché salverò il vostro villaggio”). Sorpreso, Стефан tornò a casa, ma il giorno seguente tornò nel bosco con la stessa intenzione. La stessa voce, più severa, lo fece scappare ancora. Tornato una terza volta, e udite ancora le stesse parole, Стефан si guardò attorno e vide sopra di lui questa икона che brillava.

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Nel luogo dell’apparizione presto iniziò a scorrere un источник (fonte), attorno al quale venne costruita una часовня (cappella) di legno. A partire dal 1688, il luogo della часовня divenne la meta di processioni russo-ortodosse. La часовня venne costruita in muratura nel 1901, ma a partire dagli anni ’30 del secolo scorso le funzioni vennero sospese e nel 1944 venne demolita.

Solo nel 1993 la часовня è stata ricostruita, nelle sue forme originali, ed oggi può essere visitata ogni giorno. Inoltre, dallo источник è ancora possibile raccogliere acqua (che è considerata целебная, e cioè con proprietà medicinali…) per sé e per i propri cari!

Buona visita!

Modernità e tradizione nella pittura di Андрей Ремнёв

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Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo proposto le opere di diversi pittori russi e sovietici, attivi in particolare nel XX° secolo. Anche lo художник (pittore) di cui parleremo oggi, Андрей Ремнёв (Andrey Remnev), è nato nel corso del XX° secolo, precisamente nel 1962, ma la sua искусство (arte) è decisamente particolare.

Ремнёв unisce infatti diversi stili di pittura, che coprono gli ultimi cinque secoli di storia russa. Il primo di questi è la древнерусская иконопись (pittura di icone russa antica) dei secoli dal XV° al XVII°: nel corso del 1996 Ремнёв si dedicò infatti allo studio della pittura di icone nello Спасо-Андроников монастырь (Monastero del Salvatore e di Andronico) a Москва (Mosca). A questo stile Ремнёв unisce quello della pittura russa del XVIII° secolo, del collettivo di inizio ‘900 Мир искусства (Mondo dell’arte) e del costruttivismo russo.

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Ремнёв è oggi uno degli esponenti della pittura e dell’arte visiva russa più di successo, e nel corso degli ultimi dieci anni ha tenuto mostre tanto in Russia quanto nelle principali capitali d’Europa.

Consigliamo a tutti di consultare il sito personale del pittore:

http://www.remnev.ru

Oltre a raccogliere moltissime opere dell’autore, il sito (sia in lingua russa che in lingua inglese) permette di seguire le attività di Ремнёв e ricostruire la sua storia (raccontata in prima persona: un breve ma interessante esercizio di comprensione della lingua russa!).

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L’idiota di Достоевский

In passato vi abbiamo già proposto diverse opere di Фёдор Достоевский (Fyodor Dostoyevskiy), uno dei più noti e apprezzati scrittori russi non solo del XIX° secolo, ma di tutta la storia della letteratura in lingua russa.

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Oggi vogliamo parlarvi di uno dei suoi più riusciti romanzi, Идиот (L’idiota). Достоевский scrisse Идиот tra il 1867 ed il 1869, nel corso di una sua permanenza all’estero ed in particolare in Italia, a Firenze.

In questo роман (romanzo) si racconta la storia del ritorno in patria, in Russia, del князь Мышкин (principe Myshkin), un giovanotto della piccola nobiltà russa malato di epilessia. Questi, dopo aver trascorso diversi anni in Svizzera in cura, torna a Санкт-Петербург (San Pietroburgo) dove cerca la protezione e l’aiuto di una lontana parente, Лизавета Епанчина (Lizaveta Epanchina).

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Oltre al formidabile intreccio ordito da Достоевский, in cui spiccano Настасья Филипповна (Nastasya Filippovna) e Рогожин (Rogozhin), il tema principale di questo capolavoro è l’incontro-scontro del buono ed ingenuo князь Мышкин con il formalismo e la falsità dello свет (alta società) russo, e di tutti i personaggi che vivono aggrappati ad esso come parassiti, qualsiasi sia la loro classe sociale di provenienza.

Consigliamo la lettura di questo роман non solo per l’innegabile valore artistico dell’opera e per il valore dell’esercizio di comprensione del testo in lingua russa, ma anche perché leggendolo si viene a contatto con un atteggiamento che si ritrova ancora oggi in molti russi nei confronti tanto della loro società, quanto di quello che succede al di fuori del loro paese.

Buona lettura!

Il memoriale che sarà a Ржев

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Domani 9 maggio, come ogni anno, sarà festa in Russia: il День Победы (Giorno della Vittoria) ricorda la fine vittoriosa della Seconda Guerra Mondiale, o come viene chiamata in Russia Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica). Nel corso della giornata ci saranno come sempre la военный парад (parata militare) davanti al Cremlino di Москва (Mosca) e la processione del бессмертный полк (reggimento immortale) con i reduci, i figli e i nipoti di coloro che hanno dato la vita per sconfiggere il nazismo.

Nel corso dei decenni trascorsi dal 9 maggio 1945 molto è successo, ma in Russia il ricordo della vittoria su chi cercò di soggiogare tutti i popoli dell’Unione Sovietica rimane sentitissimo. Tanto che a Ржев (Rzhev), a nordovest di Москва, dove nel 1942 si tennero alcune sanguinosissime e cruciali battaglie contro il nemico nazista, presto verrà costruito un mastodontico memoriale.

Su iniziativa della Российское военно-историческое общество (Società Storico-Militare Russa), infatti, si è svolto nei mesi passati un concorso internazionale per scegliere il progetto da realizzare per un Памятник Советскому солдату – защитнику отечества (Monumento al Soldato Sovietico – difensore della patria).

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Il vincitore di questo concorso è stato il giovane scultore Андрей Коробцов (Andrey Korobzov), con la sua composizione Я убит подо Ржевом (Sono stato ucciso a Rzhev). Коробцов, intervistato, ha dichiarato di aver voluto ritrarre un semplice soldato, di quelli che a Ржев sono morti a centinaia di migliaia, la cui parte inferiore del cappotto è simbolicamente formata da uno stormo di журавли (gru, simbolo del soldato morto). Il soldato, nelle intenzioni dell’artista, guarderà la gente come chiedendo loro come è poi finita la guerra.

Il Ржевский Мемориал verrà costruito nei prossimi due anni ed inaugurato entro il День Победы del 2020. Se vorrete visitarlo, quindi, non andateci prima! Le immagini che riportiamo qui sono solo delle impressionanti elaborazioni grafiche, che accompagnavano il progetto al concorso.

La corsa allo spazio nella pittura di Юрий Рязанов

Il 12 aprile è una delle ricorrenze più particolari del calendario russo: si festeggia infatti il День космонавтики (Giorno della cosmonautica), per ricordare la data in cui nel 1961 la navicella spaziale sovietica Восток-1 (Vostok-1) per la prima volta nella storia dell’umanità portò nello spazio un uomo, il celebre Юрий Гагарин (Yuriy Gagarin).

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In questo articolo vi vogliamo parlare di un altro Юрий, però, meno celebre ma altrettanto dedito alla космическая гонка (corsa allo spazio): Юрий Рязанов (Yuriy Ryazanov). Рязанов è un pittore russo originario della regione di Москва (Mosca). Nato nel 1936, all’epoca della missione di Гагарин questo pittore aveva da poco finito i suoi studi, e si può dire con certezza che il volo della Восток-1 lo impressionò.

Se andiamo a vedere la sua produzione artistica, infatti, nel corso degli anni trascorsi lavorando per lo Студия военных художников имени М.Б. Грекова (Studio di arte militare Grekov) Рязанов si dedico a celebrare tanto Гагарин quanto i suoi successori, con una serie di dipinti dedicati a ciascun интернациональный экипаж (equipaggio internazionale).

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Potete trovare i principali dipinti di Рязанов al seguente indirizzo:

https://artrussian.com/riazanov.html

Vi consigliamo di visitare il sito non solo per vedere altre opere di Рязанов oltre a quelle che riproduciamo qui, ma anche per imparare cos’era la космическая гонка e come veniva vissuta dal popolo russo e sovietico in genere, come fenomeno culturale oltre che come progresso tecnologico.

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