Александр Мамкин, un eroe della Seconda Guerra Mondiale

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I racconti che narrano le gesta di soldati e civili durante la Великая Отечественная война (Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata in Russia la Seconda Guerra Mondiale) abbondano.

Fanno parte di una vera e propria epica russa, con la differenza che si tratta di vicende vere, tuttalpiù in parte romanzate: sono spesso i testimoni di quelle gesta a tramandarle, in vari casi per gratitudine dato che devono la vita a questi eroi del XX° secolo.

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La storia di Александр Мамкин (Aleksandr Mamkin) e della операция «Звёздочка» (operazione “Stellina”) occupa però un posto d’onore anche nell’ambito dell’epica sovietica: si tratta di una vicenda commovente, che è raccontata in modo breve ma efficace in un articolo pubblicato proprio due giorni fa che vi riportiamo. 

https://naprimer.today/hist120917/

Consigliamo a chi conosce o sta studiando il russo di leggere direttamente l’articolo, dato che è facilmente comprensibile a livello sia lessicale che di costruzioni e non richiede di impiegare molto tempo nell’esercizio.

Per chi non conoscesse la lingua russa, invece, questo è quanto successe: nel corso dell’inverno tra il ’43 e il ’44, a Полоцк (Polotsk) nel territorio occupato della Белоруссия (Bielorussia) i tedeschi avevano bisogno di sangue per le trasfusioni ai loro feriti. Decisero di ricavarlo dai bambini del детский дом (orfanotrofio) locale. Il direttore del детский дом riuscì fortunatamente a prendere tempo, convincendo i tedeschi che i bambini erano in condizioni tali che, prima di potere usare il sangue dei bambini, avrebbero dovuto curarli e nutrirli adeguatamente per qualche tempo.

Entrarono qui in gioco i partigiani del gruppo «Бесстрашные» (“Senza paura”), che organizzarono assieme all’aeronautica militare sovietica l’operazione di salvataggio nota come операция «Звёздочка»: i bambini ed il personale del детский дом vennero fatti passare nella notte tra il 18 ed il 19 febbraio nella zona controllata dai partigiani, e da lì iniziarono le operazioni di evacuazione tramite velivoli Р-5 (R-5), attraverso la linea del fronte.

Tra i piloti di questi aerei c’era il ventottenne Александр Мамкин, figlio di contadini della regione di Воронеж (Voronezh). Cresciuto senza il padre, morto quando aveva soli due anni, Мамкин era diventato pilota civile a pochi anni dall’inizio della guerra, nel corso della quale aveva già compiuto circa 70 voli notturni di ricognizione oltre le linee nemiche. Gli ultimi di questi voli furono quelli che Мамкин portò a termine nell’операция «Звёздочка», e viene giustamente ricordato per aver portato a termine in condizioni estreme il volo conclusivo dell’operazione.

Quest’ultimo volo partì la notte tra il 10 e l’11 aprile del ’44, e trasportava dieci bambini, la loro educatrice e due partigiani feriti. Attraversando la linea del fronte l’Р-5 venne colpito, e la cabina cominciò a bruciare. Se Мамкин fosse stato da solo, avrebbe potuto lanciarsi col paracadute ed evitare la morte, ma aveva la responsabilità di altre 13 vite umane: continuò a volare, in condizioni disperate, bruciando, e nonostante il dolore riusci ad atterrare in una radura. Uscendo non si capisce bene come dalla cabina, le sue ultime parole prima di morire furono: «Дети живы?» (“I bambini sono vivi?”).

Lo erano.

 

 

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