Il diario di un guardiano di ospedale, Олег Павлов

 

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Олег Павлов (Oleg Pavlov) è uno dei maggiori autori di prosa russa contemporanea, vincitore nel 2012 del премия Александра Солженицына (premio Aleksandr Solzhenitsyn). Del 2012 è anche il libro che vi consigliamo oggi, Дневник больничного охранника (Diario di un guardiano di ospedale), anche se è in realtà ambientato nel corso dei лихие девяностые, i selvaggi anni novanta che hanno seguito il crollo dell’Unione Sovietica.

Si tratta di un libro di genere indefinibile: non è un роман (romanzo), né uno сборник рассказов (raccolta di racconti). Non è neanche propriamente un дневник (diario), in quanto gli appunti e gli episodi raccontati da Павлов,  all’epoca охранник in un ospedale moscovita, da una parte sono soprattutto riferiti ad altri personaggi (personale dell’ospedale e pazienti), e dall’altra si susseguono senza essere localizzati nel tempo con precisione.

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Il libro è consigliatissimo per varie ragioni: il linguaggio è piuttosto semplice e moderno, ed essendo il diario composto di brevi spaccati di vita è di lettura agevole. Chi sta imparando il russo può tranquillamente leggerne due o tre brani al giorno, migliorando la propria comprensione scritta senza affaticarsi troppo. Per di più, il libro è consigliato a chiunque abbia un interesse per la cultura russa: racconta infatti in modo spietato i лихие девяностые, periodo epocale nella storia della Russia moderna, in cui ognuno aveva finalmente ottenuto la libertà di doversi occupare della propria famiglia senza l’ingombrante rete di sicurezza dei 70 anni precedenti.

Il libro è interamente disponibile al seguente indirizzo:

Fai clic per accedere a dnevnik.pdf

Buona lettura!

5 pensieri su “Il diario di un guardiano di ospedale, Олег Павлов

  1. […] Vi consigliamo tanto la lettura della poesia quanto la visione del film, che potrebbe risultare di comprensione piuttosto impegnativa ma è senz’altro di una profondità e di uno spessore che meritano questo sforzo. E’ un film che fa riflettere, controverso, che nella sua ambientazione claustrofobica racconta le pieghe oscure gli ultimi anni dell’Unione Sovietica, preannunciando i selvaggi anni ’90. […]

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