Борис Савинков (Boris Savinkov) è uno dei personaggi più controversi della storia russa di inizio XX° secolo. Prima революционер (rivoluzionario) contro lo царь (zar), poi oppositore dell’Unione Sovietica, sempre террорист (terrorista). Oltre a ciò, писатель (scrittore).
L’opera di cui parliamo, Конь бледный (Cavallo pallido), è il suo primo повесть (racconto lungo) pubblicato nel 1909. Basato su di fatti realmente accaduti, narra la preparazione di un attentato dal punto di vista del suo organizzatore Жорж (George, lo stesso Савинков): gli incontri con i complici (tra di loro Эрна – Erna – che lo ama senza essere corrisposta), il timore di essere scoperti, l’attesa. La scrittura di Савинков è asciutta e per questo poetica, e molto spazio è lasciato alle riflessioni del protagonista, intrise di nichilismo.
La versione in foto contiene anche Конь вороной (Cavallo nero), pubblicato 14 anni più tardi: ambientato ai tempi della guerra civile, vede Савинков ormai dall’altra parte della barricata.
È un libro non troppo difficile da leggere, anche se non è adatto a chi ancora sta imparando il russo.
[…] Петербург (Pietroburgo) è il suo secondo роман (romanzo), pubblicato nel 1913 ma ambientato nel 1905 ai tempi della prima rivoluzione russa. Racconta una storia movimentata, in cui un’organizzazione terroristica pretende da Николай Аполлонович Аблеухов (Nikolay Appollonovich Ableukhov) l’assassinio di suo padre, un noto funzionario governativo. Sebbene l’intreccio si svolga in un’atmosfera surreale e allucinata (la stessa Петербург – specie nel corso della notte – diventa un personaggio), è un libro che si ispira a personaggi effettivamente esistiti: il padre di Николай, Аполлон Аполлонович Аблеухов (Apollon Appollonovich Ableukhov) è modellato sul consigliere reazionario Константин Победоносцев (Konstantin Pobedonoszev), mentre il terrorista Александр Иванович Дудкин (Aleksandr Ivanovich Dudkin) è ispirato a Борис Савинков (Boris Savinkov). […]